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Il Piano Mattei e la foresta del Congo: una grande opportunità di sviluppo per la cooperazione Sud-Sud

“Ricominciare dalla foreste si può e la cooperazione Sud-Sud è una formula virtuosa per un’amicizia storica che lega l’Italia al Congo e all’Angol”: è quanto ha sostenuto l’ambasciatore congolese in Italia nel recente congresso internazionale su foreste e Piano Mattei

Il Piano Mattei e la foresta del Congo: una grande opportunità di sviluppo per la cooperazione Sud-Sud

È stato di grande impatto ciò che è emerso dal congresso internazionale promosso dall’ambasciata del Congo in Italia e intitolato “L’opportunità della foresta della Repubblica del Congo per lo sviluppo del Piano Mattei“. Un congresso che ha voluto rappresentare le opportunità di cooperazione internazionale in una realtà territoriale tutta da scoprire e che occupa due terzi della superficie del Paese. Non a caso, il Congo ha una densità di popolazione tra le più basse in Africa, anche se similarmente ai Paesi confinanti vede una popolazione giovane, che per la metà ha un’età inferiore ai 18 anni. Un Paese di dimensioni contenute ma che ha il Pil ancorato al settore petrolifero, che rappresenta l’80% delle sue esportazioni, essendo il terzo produttore dell’area sub-sahariana. Ed un’agricoltura fiorente, anche grazie all’impiego intensivo della forza lavoro femminile, per non parlare di un patrimonio di risorse minerarie fiorente e non pienamente sfruttato.

La situazione economica ha beneficiato del caro petrolio, ma non sufficientemente, finanziando politiche interne mirate ad un forte impulso dedicato alla riduzione delle disuguaglianze tra aree rurali e cittadine oltre a differenze sociali che permangono per donne, giovani e disabili sul fronte dell’accesso all’elettricità, all’acqua potabile, all’educazione e ai servizi di base. Nonostante un impegno fattivo del Governo del presidente Nguesso, la disoccupazione giovanile resta ancora una delle sfide più importanti, restando superiore al 40 per cento.

Per questo la visita della premier Giorgia Meloni in Cina, primo creditore in tutto il mondo, nonché il primo partner commerciale dell’Africa, diventa un terreno di confronto importante per il nostro Paese vista la differenza tra i piani di penetrazione cinesi in Africa con il proprio personale trasferito in loco rispetto al Piano Mattei, che vale oltre 5,5 miliardi di euro, e vede i piani di formazione del personale mirati proprio a contrastare la disoccupazione giovanile creando competenze solide sulle tecnologie innovative applicate all’agricoltura e a innescare i presupposti di un’economia circolare sui territori che, dal settore primario a quello dei servizi, rafforzi la componente strategica di utilizzo delle risorse terriere e minerali in un’ottica lungimirante e possibilmente sostenibile.

Congo: l’importanza della formazione dei giovani e della sostenibilità

La professoressa Laura Mazza, Rappresentante per le Relazioni istituzionali della Repubblica del Congo e nei Paesi del Piano Mattei, ha sottolineato come “i piani di formazione diffusi e dedicati ai giovani, l’economia green e la sostenibilità saranno cruciali per creare una forza lavoro competente ed in grado di assicurare il buon esito delle progettualità: capaci di dare al Paese un contributo importante allo sviluppo sul lungo termine. Il partenariato sarà portatore di sviluppo e pace per tutti i Paesi coinvolti, ma non solo”.

Congo e Italia alleati nell’utilizzo dei satelliti per monitorare i cambiamenti climatici

Tra gli autorevoli speaker notevole è stato l’intervento del Generale Luca Baione, dell’Osservatorio permanente mondiale della Meteorologia e Capo Ufficio per l’Aviazione militare e la meteorologia, che ha offerto uno sguardo lungimirante nell’alleanza tra Italia e Congo per l’utilizzo dei satelliti e delle tecniche più avanzate di monitoraggio sugli effetti del cambiamento climatico e le opportunità di utilizzo ottimale dei terreni di savana incolti. Dal monitoraggio dei gas serra al sistema di “early warning” su flora e acque sino alle ricerche sulla preservazione dei bacini montani, tanti sono i punti di connessione sui quali l’Italia potrà essere utile al Governo congolese per preservare il bacino forestale del Congo, quello che è il secondo polmone di assorbimento della CO2 dopo l’Amazzonia.

Foreste ed oceani infatti rappresentano i sistemi più importanti di stoccaggio naturale della Co2 con un differenziale positivo di circa un terzo del totale delle emissioni emesse in un anno per il nostro pianeta, evitandone così l’accumulo in atmosfera.

Il ruolo della Banca Africana per lo Sviluppo

A fianco dell’Italia, il forte sodalizio con la Banca Africana per lo Sviluppo che ha guidato i colloqui a Roma durante il Summit di gennaio e maggio, e ha implementato ben 11 progetti per oltre 400 milioni di dollari Usa su settori importantissimi come le telecomunicazioni, postali ed elettroniche, tra i quali la costruzione di un data center proprio nella capitale Brazzaville. La particolarità del progetto sta nell’implementazione di una rete a fibre ottiche che aumenterà i collegamenti tra il Paese, il Camerun e la Repubblica Centrafricana e nel fatto che permetterà al Congo di essere il primo Paese a gestirsi in autonomia la propria sovranità digitale, senza dover far transitare dati sensibili da server fuori dai confini del Paese favorendo pirateria informatica e rischi di cybersicurezza, la cui salvaguardia è una priorità per il Governo.

Questo incontro al quale seguiranno altri simili di approfondimento con i 13 Paesi ha mandato un messaggio chiaro alle rappresentanze dei Paesi partecipanti, così sintetizzato dall’Ambasciatore congolese: “Ricominciare dalle foreste si può, e la cooperazione ‘Sud-Sud’ è una formula virtuosa per un’amicizia storica che lega il Congo all’Italia, così come all’Angola. I giovani congolesi e l’Africa tutta vuole far sentire la sua voce perché forte è l’aspirazione allo sviluppo esattamente come nello spirito europeo di cooperazione internazionale”.

D’altronde la preservazione della biodiversità, recentemente entrata nella Costituzione Italiana, è per il Congo un ambito vitale e non solo per 600 specie animali che popolano la foresta del Congo, ma per tutta l’umanità. L’Africa apre le sue braccia alle opportunità offerte dall’impegno italiano ed europeo anche per riscattare popolazioni pesantemente colpite dal dissesto climatico e che aspirano a rafforzare le proprie economie uscendo dalle logiche di sovvenzionamento del passato, ma lavorando sodo sull’impatto sociale e ambientale dei Progetti al centro di questa alleanza ritrovata e lontana da certe mire territoriali e geopolitiche, che da sempre connotano l’azione pervicace di Russia e Cina sui territori africani.

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