Ci è voluto un po’ perché i listini si sentissero rassicurati dalla maxi iniezione di liquidità di Mario Draghi. Ma fatti due calcoli e ragionato sull’entità dei finanziamenti richiesti (le banche italiane hanno richiesto 116 miliardi), sono tornati gli acquisti sulle banche. I listini si muovono di conseguenza con il Ftse Mib che guida i rialzi e sale dell’1,4% a 15.027,44 punti. Il Dax avanza dell’1,05%, il Cac dell’1,36% e il Ftse 100 dell’1,25%. Le Borse europee hanno consolidato i guadagni anche in scia di Wall Street e di alcuni dati Usa positivi. Le richieste di sussidi alla disoccupazione nella scorsa settimana sono calate a 64mila unità, livello più basso dall’aprile 2008 che suggerisce un miglioramento sul mercato del lavoro. Il superindice economico a dicembre è migliorato oltre le attese con un aumento dello 0,5% dopo un +0,9% registrato già a novembre. È passata così in secondo piano la revisione al ribasso della crescita del pil americano del terzo trimestre a +1,8% dal +2% a causa della riduzione del dato sul fronte dei consumi. Alle 18 il Dow Jones sale dello 0,30% e il Nasdaq dello 0,65%. L’euro è a quota 1,304 dollari mentre il petrolio Wti a 99,4 dollari al barile.
I mercati aspettano ora di capire come le banche useranno le risorse della Bce, se le metteranno o meno al servizio di famiglie e imprese e magari anche del debito sovrano comprando Btp. Lo spread tra i titoli di Stato decennali e il bund rimane in area da allarme, dopo essersi leggermente raffreddato in giornata a 480 punti base dai 490 della mattina, è tornato a quota 488, senza registrare variazioni dopo l’approvazione della manovra al Senato.
BPM, OK ALLE MODIFICHE DEL CONVERTENDO
FONSAI SEMPRE PIU’ VICINA A UN NUOVO AUMENTO
A Piazza Affari si riprendono tutte le principali banche, vendute a piene mani ieri nonostante l’asta di rifinanziamento della Bce. Oggi i 116 miliardi chiesti dagli istituti italiani danno respiro al comparto che chiude in territorio positivo. Bpm sale del 3,05%, Unicredit dell’1,06%, Intesa del 2,53%, Banco Popolare dell’1,64% e Ubi del 2,25%. Ma la migliore è Bpm, che balza del 5,08% dopo che oggi l’assemblea degli obbligazionisti ha approvato la dolorosa ristrutturazione del convertendo che prevede la conversione anticipata al 2012 dal 2013 e la riduzione del prezzo. Ma le associazioni dei consumatori, Federconsumatori e Altroconsumo, sono sul piede di guerra.
Cade ancora Fonsai (-3,51%) alla vigilia del consiglio di amministrazione di domani pomeriggio che dovrà trovare una soluzione percorribile per il rafforzamento il patrimonio. Sul tavolo diventa sempre più concreta la possibilità che il gruppo assicurativo ricorra a un nuovo aumento di capitale con la riduzione del peso della famiglia Ligresti e l’arrivo di partner finanziari o industriali. Rimbalza invece del 5,47% Premafin, azionista al 35% di Fonsai. In evidenza anche Azimut (+3,28%), Stm (+3,03%) e A2A (+2,78%), dopo l’ultimatum dato dai soci italiani di Edison ai francesi di Edf sulla proposta di riassetto di Foro Bonaparte, che prevede un piano per una Edipower tutta italiana supportato dal ministro Corrado Passera.