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Il petrolio vola, Btp al record, spread a 116

FIRSTonline

Il debito mondiale è salito a 164 mila miliardi di dollari, circa il 225% rispetto al prodotto interno lordo, il 12% di più dei picchi toccati durante la crisi di Lehman Brother. A questi livelli, segnala il Fondo Monetario, l’economia mondiale rischia di essere priva degli anticorpi necessari per fare fronte ad una frenata dell’economia. Preoccupa la Cina, il Paese più indebitato, ma più ancora la politica degli Stati Uniti: “È urgente far cessare gli stimoli non necessari a un’economia già in buona salute”, è il monito del Fondo.

MAI COSÌ PIATTA DAL 2007 LA CURVA DEI TASSI USA

Facile prevedere che Donald Trump ignori l’invito. Ma i mercati già stanno prezzando la prospettiva di quattro rialzi (e non tre) del costo del denaro per raffreddare l’economia ed il rischio di un balzo dell’inflazione. Il tasso dei T-bond a due anni, il titolo più sensibile alle mosse della Fed è schizzato al 2,43% (contro 1,26% a settembre). La differenza rispetto al decennale è di soli 41 punti: occorre risalire al 2007, alla vigilia della crisi, per trovare una curva così piatta. La diagnosi è chiara: la Banca centrale dovrà aumentare la sua pressione prima e più del previsto.

IN SALITA TOKYO E LE BORSE CINESI

Per ora il segnale non scuote le Borse, impegnate ad assorbire il rialzo robusto e repentino del petrolio. Le Borse dell’Asia sono in rialzo stamattina, grazie alla spinta fornita dalle materie prime. Perdono valore i beni rifugio, in contemporanea al riavvicinamento tra le potenze economiche del mondo.

La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in rialzo dell’1,4%, mentre lo yen si svaluta nei confronti del dollaro, a 107,4 da 107,2 della chiusura. Dopo l’incontro di ieri in un resort in Florida, tra Shinzo Abe e Donald Trump, i due paesi si sono impegnati ad avviare un negoziato sui temi del commercio.

Salgono le Borse della Cina. Hong Kong +1,4%, indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +1,2%. Indice BSE Sensex dell’India +0,3%.

IBM FRENA WALL STREET, IN CORSA I PETROLIFERI

Poco mossi ieri in mercati Usa. Il Dow Jones ha chiuso in calo (-0,16%) a causa della forte flessione di IBM (-7,5%). La società ha annunciato ieri sera i dati del trimestre: i ricavi sono saliti del 5% anno su anno a 19,1 miliardi di dollari. Ma al netto del cambio, la crescita è zero. S&P500 in rialzo dello 0,08%.

Anche a Wall Street è stata la giornata del petrolio. l’indice Stoxx delle società del settore è in rialzo del 4%, la più ampia variazione giornaliera da fine 2016. Stamattina l’indice Bloomberg Commodities che raggruppa le più importanti, sale dello 0,7%, sui massimi degli ultimi tre anni e mezzo, ieri +2,7%.

BRENT AI MASSIMI DAL 2014. L’ARABIA PUNTA AI 100 DOLLARI

Il Brent resta stamane a ridosso dei massimi dal novembre 2014 a 73,82 dollari al barile (+0,5% dopo il +2% di ieri), Wti a 68.75 dollari.

Negli Stati Uniti, le scorte di greggio hanno registrato un calo di un milione di barile, mentre gli analisti si aspettavano un aumento di 600 mila barili. La produzione petrolifera degli Stati Uniti sale dello 0,14% a 10,54 milioni di barili al giorno.

A condizionare il mercato è il prossimo meeting dei produttori Opec e della Russia: l’Arabia Saudita punta a spingere a breve il petrolio tra 80 e 100 dollari, il prezzo necessario per sostenere la politica di investimento del regno.

A Wall Street l’indice Stoxx delle società del settore è in rialzo del 4%, la più ampia variazione giornaliera da fine 2016. Stamattina l’indice Bloomberg Commodities che raggruppa le più importanti, sale dello 0,7%, sui massimi degli ultimi tre anni e mezzo, ieri +2,7%.

A MILANO SAIPEM SUPERSTAR: L’ENI NON SCENDE

Settore oil in grande evidenza anche in Europa. A Piazza Affari i titoli del settore sono stati i più vivaci, favorendo la chiusura positiva del mercato.

Saipem (+4,18%) è stato il miglior titolo del paniere principale. L’ad di Eni Claudio Descalzi ha detto che il gruppo non ha intenzione di ridurre la sua quota nella società. “Saipem non è il nostro core business ma al momento non ci pensiamo a vendere”, è stata la sua risposta ad un analista durante l’investor day del cane a sei zampe.

Eni +0,8%. “Il dato sulla produzione oil & gas del primo trimestre 2018 è molto incoraggiante. Confermiamo che siamo saliti di circa il 4%”, ha sottolineato Descalzi. Il titolo è salito del 18% dai minimi di inizio marzo, quando Moody’s rivide al rialzo il rating a lungo termine del gruppo del cane a sei zampe, portandolo da ‘Baa1’ ad ‘A3’ (il più alto tra le società italiane quotate). Alla fine della prossima settimana (venerdì 27 aprile) è in programma il cda per l’esame dei risultati del primo trimestre 2018. Positiva anche Tenaris (+1,8%).

LONDRA GUIDA I RIALZI IN EUROPA. MILANO +0,47%

Rallenta l’inflazione. I segnali di una prossima frenata della crescita si fanno più pressanti al punto che Villeroy, membro autorevole della Bce, avverte che “il Pil del primo trimestre potrebbe deludere, ma il momento dell’economia resta solido e diffuso”. I mercati hanno sposato la tesi dell’ottimismo, favoriti dal rialzo dei prezzi petroliferi.

Milano +0,47%, sostanzialmente piatta per tutta la giornata ha incrementato i progressi nel pomeriggio, in scia ai rialzi a New York e ai progressi dei titoli energetici. L’indice Ftse Mib sale a quota 23.759, tornando così ai livelli di inizio febbraio. Da inizio 2018 la Borsa italiana sale dell’8,6%: solo Vietnam e Brasile hanno fatto di più.

La Borsa migliore di ieri è stata la City londinese (+1,26%), sospinta dal rally delle materie prime. Piatta Francoforte (+0,04%), meglio Parigi (+0,5%) e Madrid (+0,54%).

La produzione dell’industria ha sorpreso al ribasso a febbraio (-0,5%), dopo il calo di gennaio; una lieve flessione è stata registrata dagli ordini per l’industria, ma rimane il trend di crescita; rallentano i servizi, secondo l’indice Pmi di marzo, pur se i livelli restano elevati. “Ciò potrebbe determinare una frenata del Pil nel primo trimestre, dopo il +0,3% nel quarto del 2017”, ha avvertito il Centro Studi Confindustria.

REDDITO FISSO, L’ITALIA RECUPERA ANCHE SULLA SPAGNA

Il secondario italiano continua ad inanellare record, del tutto indifferente alle difficoltà della congiuntura politica. Il rendimento del Btp a dieci anni è sceso a 1,72%, da 1,75% di ieri, al livello più basso da metà dicembre. Lo spread con il Bund tedesco scende a 116 punti base, sui minimi dall’agosto del 2016. L’Italia guadagna posizioni anche sulla Spagna, il differenziale tra Bono e Btp, sulla scadenza 10 anni, scende a 49 punti base.

Gli acquisti degli operatori, sia italiani che esteri, si sono concentrati sul tratto tra i 7 e i 15 anni. Per i graficisti, nel caso venga infranta la soglia di rendimento dell’1,7% non è esclusa un’ulteriore discesa sotto 1,60%.

Il Tesoro ha effettuato un concambio, collocando l’importo massimo previsto, 2 miliardi di euro del Btp novembre 2021, a fronte del ritiro di cinque tra Btp e Ctz con scadenze nel 2018 e nel 2019 per un importo nominale pressoché identico (poco oltre 2 miliardi).

Lunedì 23 aprile il Tesoro italiano annuncerà tipologie e quantitativi dei titoli a medio-lungo termine che saranno posti in asta venerdì 27 aprile. Sul fronte del primario si è attivata la Germania con il collocamento di 2,5 miliardi di euro del Bund decennale.

Oggi sarà la volta di Francia e Spagna, la prima con un’offerta fra 6 e 7 miliardi di titoli nominali e fra 1,25 e 1,75 di titoli indicizzati; la seconda con l’offerta fra 4 e 5 miliardi su tre titoli.

JP MORGAN PREMIA UBI, GENERALI FA CASSA IN BELGIO

Giornata di assestamento per il settore bancario dopo il balzo in avanti della vigilia. Tra i Big Intesa Sanpaolo +0,1%, Unicredit +0,7%.

JP Morgan ha dato i voti alle ex Popolari. La banca Usa ha avviato la copertura di Ubi (+1,57%) con raccomandazione “overweight”. Giudizio neutral per Bper (-1,1%) e Banco Bpm (+0,72%). Brilla Popolare Sondrio, in rialzo di oltre il 5%.

Tra le banche minori ha invertito la tendenza dopo i guadagni della mattina Bim (-1,41%) dopo che Attestor Capital ha annunciato di aver perfezionato l’acquisizione della partecipazione di controllo e il lancio di un’Opa obbligatoria sul capitale restante.

Bene Generali (+0,9%) che continua la sua campagna di razionalizzazione del portafoglio. Il Leone ha ceduto per 540 milioni di euro ad Athora Holding la partecipazione in Generali Belgium, attiva nel segmento vita. L’operazione avrà un impatto positivo in termini di solvibilità di Gruppo, con un miglioramento stimato del Regulatory Solvency II Ratio di circa 2,6 punti percentuali. UnipolSai +1%

SALE LEONARDO, BATTUTA D’ARRESTO PER PIRELLI

Tra gli industriali il titolo migliore è stato Leonardo (+1,7%), che in questi giorni partecipa al Malaysian Defense Services Asia, una delle più importanti fiere sulla tecnologia in termini di Sicurezza e di Difesa che si tiene a Kuala Lumpur.

In frenata Pirelli (-1,76%), colpita dalla frana della concorrente tedesca Continental (-4,05%) dopo la revisione al ribasso delle stime per il 2018. Arretra anche Brembo (-1,8%). Fca +0,6%.

Giornata brillante per il lusso. Salvatore Ferragamo chiude in rialzo del 2,16% dopo aver toccato i massimi dall’ottobre 2017 di 23,79 euro: il presidente Ferruccio Ferragamo punta su un percorso a tappe per la scelta del nuovo ad. Bene anche Moncler (+2,2%).

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GIÙ CAMPARI, AVANZA TELECOM

Il titolo peggiore è stato Campari (-2,19%). Tim + 1,38% dopo le osservazioni del management sul piano di Elliott per l’ex monopolista telefonico, definito prematuro e infattibile.

Si ferma a +0,64% Recordati, che ha annunciato per il primo trimestre ricavi consolidati a 366,5 milioni di euro, in crescita del 7,2% rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso. Enel +0,7%. Italgas +0,8%.

S’IMPENNA TREVI, INTERMONTE SEGNALA NOTORIOUS

Grande agitazione attorno a Trevi (+19,6%). La società, dopo le indiscrezioni stampa, ammette di aver preso in considerazione la cessione di Drillmec, la controllata attiva nelle perforazioni petrolifere. Ma, si legge in un comunicato, “benché la società abbia preso contatto e avviato la discussione con diversi potenziali investitori, non è stata ricevuta al momento alcuna offerta vincolante.

Tra i titoli dell’Aim spicca Notorious Pictures (+4% a 1,4 euro). Intermonte ha iniziato copertura del titolo con un target price di 1,80 euro. Per il 2018 gli analisti della sim milanese stimano una crescita del fatturato del 39% da 18 a 25 milioni di euro, grazie all’uscita di 18 nuovi film, due dei quali prodotti internamente.

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