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Il petrolio va giù e la Borsa torna in rosso. Milano -2%

L’Iran gela le piazze europee che chiudono tutte in ribasso – Wall Street risente anche dei dati macro deludenti e apre negativa – A Milano soffrono quasi tutte le banche: in controtendenza Mps – Ferragamo in coda al Ftse Mib.

Il ministro dell’Energia dell’Iran, Bijan Namdar Zanganeh, ha definito “ridicola” la proposta di congelamento della produzione. Il petrolio è tornato a soffrire: alla chiusura dell’Europa il Wti cede oltre il 4% e il Brent il 3,46%. I listini europei si comportano di conseguenza e chiudono in calo con Wall Street che si muove in territorio negativo. Il Ftse MIb perde l’1,95% con lo spread Btp-bund stabile a 135 punti base, il Cac -1,4%, il Dax -1,64% e il Ftse 100 -1,25%.

Sul fronte macroeconomico in Germania l’indice Ifo è sceso oltre le attese a 105,7 punti contro il consensus che si attendeva un calo a 106,8. Era a 107,3 a gennaio. Intanto il London Stock Exchange, la società che gestisce la Borsa di Londra e quella di Milano, tratta una maxi fusione con la Borsa di Francoforte. Dopo sei rialzi consecutivi la Borsa di Shanghai cede lo 0,8%. Sembra ormai archiviata la spinta dovuta alla nomina della guida dell’autorità di regolamentazione, l’analoga Consob italiana.

Il Dow Jones cede lo 0,85% e l’S&P500 l’1,10%. Sui listini d’oltreoceano si mette in evidenza Home Depot che ha battuto le attese e alzato i dividendi. Fa meglio delle stime anche il retail di Macy’s. A livello macro, negli Usa è stato pubblicato il dato sulle vendite di abitazioni già esistenti che a gennaio è risultato contenuto ma migliore delle attese: +0,4% rispetto al mese precedente, a 5,47 milioni, il secondo miglior dato mensile dal 2007. Gli economisti prevedevano un rallentamento a 5,31 milioni. Stabile l’indice Case Shiller sui prezzi delle case nelle 20 principali città degli Stati Uniti che è rimasto stabile a dicembre rispetto al mese precedente ed è cresciuto del 5,7% nel confronto con lo stesso periodo del 2014. Il dato è però inferiore alle attese degli analisti che puntavano su una crescita annua più sostenuta e pari al 5,9%. Fa invece peggio delle attese l’indice sulla fiducia dei consumatori calcolato dal Conference Board che è sceso a 92,2 punti in febbraio dai 97,8 di gennaio. Gli analisti si attendevano un assestamento a quota 97,2. Il cambio euro dollaro è stabile a 1,1025.

A Piazza Affari i ribassi sono guidati da Ferragamo -4,43% ma anche le banche Banco Popolare -4,22% e Bper -3,79%. Il comparto bancario è nel complesso negativo. Anche Unicredit cede il 2,57%, Intesa -2,66%, Bpm -2,95% e Ubi lo 0,9%.

Controcorrente Mps, miglior titolo del Ftse Mib con il +1,96%. In mattinata le banche erano invece state sostenute dal report di Credit Suisse dal titolo “Banche, Buy tattico, non strategico” in cui si sostiene gli istituti di credito sono scesi troppo, sono arrivati a valutazioni che scontano un pesantissimo peggioramento dello scenario macro. “I prezzi incorporano un rischio del 50% di recessione, probabilmente eccessivo”.

Brillano in cima al Ftse Mib anche Saipem +1,57% e Finmeccanica +0,53% dopo l’annuncio che la società ha stretto un’alleanza con l’americana Raytheon per partecipare insieme alla gara indetta dal Pentagono per il sistema di addestramento avanzato dei piloti della U.S. Air Force.

Fuori dal paniere principale, Recordati perde l’8,88%: ieri sera, a mercati chiusi, un socio storico ha venduto tutta la sua partecipazione pari al 3,2% del capitale.

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