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Il petrolio scende di nuovo e manda in rosso la Borsa: a Milano balzo delle Popolari, Fca e Mediaset

FIRSTonline

Prese di beneficio su Piazza Affari e listini europei contrastati. Milano scivola dello 0,33%, Londra Parigi dello 0,39%, Madrid dello 0,19% e Londra dello 0,17%, mentre Parigi sale dello 0,39% e Francoforte dello 0,19%. Lo spread Btp-bund è ancora in calo a 118 punti base.

Non incide sui listini che tirano il fiato dopo il rally di ieri neanche il dato sull’indice Pmi servizi di gennaio che è salito nell’Eurozona a 52,7 da 51,6 di dicembre. Le attese degli analisti indicavano 52,3 punti. L’indice Pmi composito è salito a 52,6 a gennaio dal 51,4 di dicembre, contro attese ferme a 52,2 punti. Anche in Germania l’indice è salito sopra le attese a 54 punti mentre in Italia è salito a 51,2 punti dai 49,4 di dicembre, sopra la soglia di 50 punti ma sotto le stime degli analisti.

I mercati guardano ancora agli sviluppi del tour del governo greco in Europa per trovare consenso attorno al piano per il debito greco. Oggi il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha incontrato il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi che ha “chiarito il mandato istituzionale della Bce e ha chiesto al nuovo Governo di avviare un rapido e costruttivo confronto con l’Eurogruppo per garantire la stabilità finanziaria”.

La Borsa di Atene ha chiuso in rialzo dello 0,89% con il rendimento del decennale che torna in rialzo verso il 10% (9,17%). Oggi Atene ha effettuato la prima emissione del nuovo governo greco che ha registrato la domanda più debole dal 2006 e tassi di interesse più alti: i bond semestrali pagano il 2,75% contro il 2,30% precedente.

Wall Street ha aperto in calo con il petrolio che è tornato a perdere terreno. Alla chiusura dell’Europa gli indici hanno riguadagnato terreno con il Dow Jones che sale dello 0,31%, l’S&P500 che sale dello 0,03%. In evidenza Office Depot che sale dopo che Staples ha offerto di acquisire il gruppo per 6,3 miliardi di dollari.

Il Wti cede il 5% a 50,36 dollari al barile accelerando al ribasso dopo la diffusione degli stock settimanali Usa, rivelatisi più alti delle previsioni. Il cambio euro dollaro cede lo 0,51% a 1,1423. Sul fronte macro sono stati creati 213mila posti di lavoro nel mese di gennaio nel settore privato, secondo le stime Adp, sotto le attese degli analisti di 240mila. Sopra le attese invece l’indice Ism non manifatturiero che si porta a 56,7 punti dai 56,5 di dicembre.

A Piazza Affari sono in fondo al Ftse Mib i titoli legati al petrolio e alle utilities. Tenaris è il peggior titolo con un calo del 3,03%, Snm cede il 2,13 e Saipem l’1,95%, Eni l’1,41% e Terna l’1,28%. Controcorrente le banche con Bper +4,03% e Banco Popolare +3,07%. pM +1,74%. Popolari ancora sotto i riflettori dopo l’ultimatum di Renzi: il premier si è detto pronto a ricorrere al voto di fiducia sulla conversione in legge del decreto di riforma del settore. Mps +1,81%. Oggi la Consob ha reso noto che Ubs detiene il 2,164% di cui l’1,52% senza diritto di voto.

Corre Mediaset +3,64% grazie alle indicazioni fornite dal c/o Marco Giordani di una raccolta attesa tra +2% e +4% nel 2015, dopo l’andamento negativo del 2014, mentre in Spagna le anticipazioni di stampa parlano di un inizio di 2015 con incrementi intorno al 10% che confermerebbero il trend del 2014. Tra i titoli migliori anche Buzzi Unicem +3,19% e Stm +3,03%.

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