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Il petrolio risorge e Apple lancia cinque mega-bond, ma occhio a Grecia e Spagna

Improvviso balzo del prezzo del petrolio (+10% in due sedute) che dà la carica ai titoli petroliferi – Anche Apple movimenta i mercati con il lancio di un colossale prestito obbligazionario da cinque miliardi di dollari – Grecia e Spagna tengono però in ansia banche, Borse e bond – Telefonica e il Brasile pesano su Telecom Italia.

Il petrolio risorge e Apple lancia cinque mega-bond, ma occhio a Grecia e Spagna

Risorge il petrolio e traina con sé i titoli dell’energia. Ieri il greggio Wti è tornato sopra la barriera dei 50 dollari con un balzo superiore al 10% nelle ultime due sedute, mentre il Brent è risalito a 53 dollari (+11%). Il rimbalzo del greggio, assieme a quello delle altre materie prime, ha favorito il rimbalzo dei listini.

A Tokyo l’indice Nikkei ha messo a segno un rialzo dello 0,3% seguito dalle altre Borse asiatiche. Più forte la reazione di Wall Street: l’indice Dow Jones avanza dell’1,14%, S&P 500 +1,3% e Nasdaq +0,89%. A sostenere le Borse Usa ha contribuito l’annuncio del lancio da parte di Apple di un nuovo prestito obbligazionario in 5 tranche da 5 miliardi di dollari. Una cifra inferiore alle maggiori emissioni concluse dalla società, ma superiore all’ultimo collocamento di novembre. 

Hanno chiuso in terreno positivo Parigi (+0,5%) Francoforte (+1,2%) e Londra (+0,49%). Piazza Affari ha azzerato le perdite sul finale della seduta e ha chiuso sulla parità una giornata incerta, condizionata dai problemi dell’Europa mediterranea. Sui mercati continua a pesare l ’effetto innescato dalle elezioni in Grecia. Ieri mattina la paura ha contagiato la Borsa di Madrid, impressionata dalla manifestazione di sabato del movimento Podemos. A fine mattinata Bankia e Bankinter cedevano il 4%, -2,8% per Santander e Banco Bilbao. La giornata si è chiusa con una perdita complessiva dello 0,9%.

Meglio ha fatto a Borsa di Atene (+4,6%), sull’onda delle dichiarazioni a Londra del ministro delle Finanze Yannis Varoufakis, che ha detto di esser ottimista su un accordo con la Ue. La proposta di Syriza, secondo il Financial Times, prevede la sostituzione del debito attuale con nuove obbligazioni agganciate, per quanto riguarda il rendimento, ai profitti degli investimenti così finanziati. Il bond decennale della Grecia ha perso terreno, con il rendimento salito al 10,65%.

L’euro si rafforza nei confronti del dollaro a 1,134 (da 1,129) e a 1,05 verso il franco svizzero (da 1,03). 

Dall’economia italiana giungono finalmente segnali positivi. L’indice Pmi del settore manifatturiero è salito a gennaio a 49,9 da 48,4 del mese precedente, mentre le previsioni non andavano oltre 48,8. Il Pmi si basa su un’indagine fra i direttori degli acquisiti delle aziende (in questo caso dell’industria) che si esprimono su cosa si aspettano nei prossimi tre/sei mesi. Un dato superiore a 50 indica crescita, inferiore contrazione. Il Pmi della zona euro è rimasto invariato a quota 51, in linea con le attese. 

Sul mercato dei titoli di Stato il rendimento del Btp decennale è poco mosso a 1,61%, da 1,59% di venerdì. Il rendimento del Bund è stabile a 0,30%, il minimo storico segnato venerdì. 

La riscossa del greggio ha risvegliato anche il comparto energia di Piazza Affari. L’Eni guadagna l’1,2%, Saipem +5,1%, Tenaris +2,7%. Gli operatori si interrogano sulla natura dell’improvvisa inversione di tendenza del greggio. Tra le cause si cita il calo superiore alle attese della chiusura di impianti di estrazione dello shale oil americano. Un ruolo rilevante l’ha avuto anche il contango, ovvero il fenomeno che si determina quando, come accade in questo periodo, i prezzi a breve sono più bassi di quelli dei futures su scadenze più lunghe. Gli operatori, secondo questa tesi, stanno vendendo a termine il petrolio acquistato a breve con guadagno sicuro.

Sotto tiro in mattinata le banche colpite dalla crisi del listino di Madrid. Nel pomeriggio il settore ha però recuperato posizioni: Unicredit +1,3%, Intesa -1,3%, MontePaschi +2,8%. Fra le banche popolari, Banca Pop.Milano -1,7%, Ubi +0,1%, Banco Popolare +1,7%. 

La maglia nera dell’Eurostoxx tocca al settore delle tlc. Anche in questo caso la tempesta arriva dalla Spagna: Telefonica arretra del 3,5% sull’onda delle indiscrezioni su un prossimo aumento di capitale, nell’ordine di almeno 5 miliardi per riequilibrare l’esposizione debitoria.

In forte calo anche Telecom Italia (-2,5%), non tanto per l’effetto di ritorno delle notizie su Telefonica quanto per un’intervista di Marco Patuano ad un giornale brasiliano: ci teniamo stretta Tim Brasil, ha detto il Ceo, ma non sussistono le condizioni per accordi con altri competitors sul mercato carioca. Svanisce così l’ipotesi di un’alleanza con Oì.

In calo infine i titoli industriali: Finmeccanica scende dello 0,3%, Pirelli -0,4%. Da segnalare il forte rialzo di Buzzi (+3%). Attesa oggi per le reazioni al brillante andamento del mercato dell’auto a gennaio (+10,91%): Fiat Chrysler (ieri +0,3%) aumenta la quota al 29%. 

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