Rotola il barile di petrolio e ne risentono anche i listini dei Paesi consumatori. La settimana si avvia alla chiusura con diffuse perdite per le Borse europee. A Milano l’indice Ftse Mib arretra dell’1,36%, a 18.940 punti. Fanno anche peggio Parigi (-1,59%) e Londra (-1,55%). Calano pure Madrid (-1,31%) e Francoforte (-1,27%).
Scende ancora il greggio, con il future del WTi tratta a 59,3 dollari il barile. Si riducono così i profitti delle Big Oil, al pari degli investimenti e a danno dei i fornitori di servizi. Eni perde l’1,7%, Tenaris -4% e Saipem -5%, ai minimi dall’agosto 2004. Data la situazione, il cane a sei zampe ha rinunciato alla vendita della società di oil equipment. Sembra quindi inevitabile un aumento di capitale.
Fiat Chrysler perde l’1%. La società ha comunicato stamattina che, tra collocamento di 100 milioni di azioni a 11 dollari ed emissione del bond convertendo, ha raccolto 3,89 miliardi di dollari. Le banche collocatrici hanno infatti esercitato l’opzione a loro riservata sulle azioni (13 milioni) e su un ulteriore tranche del convertendo (375 milioni). Per Equita, considerando anche la cessione dei titoli Ferrari, in Fca entreranno 4,5 miliardi di euro (contro la previsione iniziale di 4 miliardi).
StM -1%, Pirelli -1,6%. In evidenza Finmeccanica (+1,4%) dopo che il Pentagono ha scelto lo stabilimento Alenia di Cameri per la manutenzione (motori esclusi) di tutti gli F35 operanti in Europa dal 2018.