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Il petrolio dà energia alla Borsa che sfiora i massimi dal 2008 ma poi frena

Pixabay

“Un’Italia viva e forte, che ha tanta voglia di ripartire”: il ritratto dipinto oggi per il Belpaese da Mario Draghi, in visita al distretto ceramico di Fiorano Modenese, descrive bene anche l’andamento di Borsa, dove il Ftse Mib, in seduta, è tornato per qualche momento oltre i 25.500 punti, ai livelli del 2008, prima del tracollo dovuto al fallimento di Lehman Brothers. 

Nel finale Piazza Affari si è allontanata da quel traguardo, per chiudere in rialzo dello 0,6% e consolidare la sua posizione oltre i 25mila punti a 25.321. Sulla cresta del listino stanno i titoli petroliferi, industriali, le banche, in un’atmosfera di fiducia alimentata dai dati sulla ripresa economica e diffusa anche nel resto d’Europa e negli Stati Uniti. Francoforte ha aggiornato il suo record intraday, per fermarsi in rialzo dello 0,94%, Parigi ha rivisto i massimi toccati nel 2000; Londra +0,82%. Oltreoceano Wall Street si sta muovendo in cauto progresso, prossima ai suoi livelli record.

A incoraggiare gli acquisti ha contribuito il rally del petrolio, che si avvantaggia della ripresa  in atto e della debolezza del dollaro, anche se l’Opec+, in una riunione lampo tenuta oggi, ha stabilito di confermare l’impegno preso ad aprile di ridurre gradualmente i tagli alla produzione decisi lo scorso anno e di ricominciare a immettere sul mercato tra maggio e luglio circa 2 milioni di barili al giorno. Dopo questa notizia il future Brent agosto 2021, ha ridimensionato il suo progresso ma resta oltre i 70 dollari al barile.

Per quanto riguarda i dati macro si segnala la ripresa del manifatturiero per la zona euro, con l’indice salito a maggio a 63,1 punti, oltre le attese. L’Italia viaggia a ritmi record, un livello che gli analisti di Ihs Markit definiscono “strepitoso”: 62,3 punti. A dare un forte impulso, afferma Markit, è “l’Indice destagionalizzato dei nuovi ordini, che ha raggiunto un record storico e ha mostrato un rapido aumento del volume generale dei nuovi ordini”.

L’Istat rivede inoltre le stime del primo trimestre e segnala che il pil tra gennaio e marzo è salito dello 0,1% e non è calato dello 0,4% come si pensava a fine aprile. Tornano utili anche in questo caso le parole del premier“grazie ai sacrifici degli italiani e alla forte accelerazione della campagna vaccinale, abbiamo davanti una fase nuova. Una fase di ripresa e fiducia, su cui costruire un paese più giusto e più moderno. E liberare le energie che sono rimaste ferme in questi anni”. Ma attenzione avverte Draghi: “l’opportunità che ci viene data oggi non è tornare a una costruzione istituzionale che era quella prevalente prima della pandemia, perché noi prima della pandemia crescevamo molto poco e il grande timore che abbiamo è che, finita la pandemia e avviatasi una forte ripresa, questa non sia duratura e torniamo su quel sentiero di crescita molto modesto degli ultimi anni”. 

Tornando al quadro macro: sale l’inflazione. La stima flash di Eurostat indica il 2% dopo 1,6% ad aprile. È la prima volta che la zona euro supera l’obiettivo della Bce dal 2018. Un fatto – sostiene il Financial Times – che può complicare le decisioni dei responsabili politici sugli stimoli in atto. Fino a oggi le banche centrali hanno rassicurato gli investitori, sul mantenimento delle loro politiche, parlando di fiammate temporanee, non destinate a durare, continuerà così? 

La risposta arrivata dai mercati dei titoli di Stato dell’area oggi è stata positiva, perché sono rimasti stabili. Il rendimento delle obbligazioni decennali italiane ha raggiunto il minimo di tre settimane, un segnale di fiducia nel fatto che la Banca centrale europea non deciderà di rallentare il ritmo degli acquisti di obbligazioni quando si riunirà il 10 giugno. In chiusura lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata è 102 punti base (-1,94%) e il tasso del titolo tricolore +0,85%.

Si vedrà cosa accadrà negli Stati Uniti questa settimana, perché sono in calendario appuntamenti importanti, che offriranno un quadro più aggiornato dell’andamento dei fondamentali nella principale economia del mondo. L’evento più atteso è la pubblicazione del rapporto sull’occupazione di maggio, in programma venerdì. Prima, ci saranno il Beige Book della Fed e il dato Adp sull’occupazione nel settore privato (domani), oltre al consueto dato settimanale (giovedì) sulle richieste dei sussidi di disoccupazione.

Oggi intanto i dati sul manifatturiero mostrano un’attività manifatturiera in fermento in maggio, ma alle prese con carenza di materie prime e manodopera. In questo quadro resta sotto pressione il dollaro. L’euro si apprezza leggermente contro il biglietto verde e tratta in area 1,24. Cala invece la sterlina, messa sotto pressione da una recrudescenza di contagi di Covid in GB a causa delle varianti. Tornando in Piazza Affari, la top ten dei titoli a maggior capitalizzazione è guidata da Saipem +3,98%; Tenaris +2,7%, Eni +2,37%.

In alta classifica Poste +2,03%; Cnh +1,66%; Pirelli +1,4%. Fra le banche si mettono in luce Intesa +1,2% e Banco Bpm +1,03%, mentre tra gli assicurativi Unipol +1,16; al centro dell’attenzione dopo l’incremento della quota nella Popolare di Sondrio. Bene Atlantia, in vista della cessione di Aspi a Cdp. Generali si apprezza dello 0,68%, all’indomani della notizia dell’Opa totalitaria su Cattolica Assicurazioni (+0,43%). In calo Diasorin -1,8%; Moncler -1,14%: Amplifon -0,8%; Inwit -0,65%.

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