Non solo Grecia, principale punto di sofferenza della finanza globale. Ma anche il tracollo drammatico delle Borse cinesi e la debolezza delle materie prime, petrolio in testa. Si moltiplicano gli ingredienti di una stagione bollente. Stamane a Tokyo è in forte discesa l’indice Nikkei (-1,5%). In rosso anche Sidney (-1,3%). Pesantissima la situazione a Hong Kong (-5,1%), sotto la pressione della catastrofe dei listini cinesi. Il titolo dello Stock Exchange perde oltre il 9%. Non subisce contraccolpi Prada che stamane limita le perdite allo 0,66%.
CINA, CONGELATI 2.800 MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE
Non accenna a calare intanto la pioggia di vendite che ha investito Shanghai e Shenzhen, che fin dalle prime battute hanno accusato un calo dell’indice nell’ordine dell’8%. Ma il dato più drammatico riguarda il black out di prezzi e scambi su una fetta crescente del mercato: 1.476 titoli non hanno nemmeno preso parte alla seduta. Risulta così “congelata” una capitalizzazione pari a 2.800 miliardi di dollari, quasi sette volte Piazza Affari. E’ così congelato circa il 50% del mercato.
Risultano per ora vani gli sforzi di Pechino che, attraverso la finanziaria pubblica Csf, sta comprando titoli a piene mani. Vacillano anche i colossi come Petrochina, scesa in giornata anche del 10%. Una catastrofe che può fornire opportunità d’acquisto: Goldman Sachs prevede stamane che i titoli cinesi possano crescere del 25% nei prossimi dodici mesi.
BENE WALL STREET, MILANO -2,97% SOTTO I 21 MILA PUNTI
In mezzo alla turbolenza Wall Street fa storia a sé: dopo un avvio stentato, in parte legato all’andamento della bilancia commerciale, gli indici hanno recuperato in scia al report del Fmi che invita gli Usa a non alzare i tassi nel 2015. Alla fine l’indice Dow Jones ha recuperato il rosso iniziale e chiuso in guadagno dello 0,54%, lo S&P 500 circa dello 0,5% e il Nasdaq dello 0,11%.
E’ fallito, dopo un timido tentativo in mattinata, il rimbalzo delle Borse europee, ormai ostaggio della situazione tragica, al limite dell’assurdo, della questione greca. Milano continua ad essere la Borsa che soffre di più: l’indice FtseMib ha chiuso la seduta in ribasso del 2,97% a quota 20.958 punti. Le Borse di Parigi e Francoforte perdono rispettivamente il 2,3% e il 2%.
Solido come una roccia, invece, il mercato del debito sovrano, sotto la vigile tutela della Bce. Il Btp decennale ha chiuso la giornata con un rendimento del 2,28% contro il 2,38% della vigilia. Sale lo spread a quota 164 bp per effetto della discesa del Bund allo 0,64% dallo 0,76%. L’euro si è leggermente indebolito scendendo a 1,095 contro il dollaro, da 1,105 di ieri.
GRECIA, OGGI TSIPRAS BATTE CASSA. DOMENICA SCATTA L’ORA X
La giornata non ha portato novità sul fronte greco. Alexis Tsipras, per l’ennesima volta, ha deluso l’attesa dei mercati rinviando la presentazione di una nuova proposta ai creditori europei. L’appuntamento è ora con il discorso che il premier greco presenterà al Parlamento europeo riunito a Strasburgo. Ma il nuovo piano greco sarà sostanzialmente una richiesta di finanziamenti all’Esm, il Fondo salva-stati europeo, per 7 miliardi. Angela Merkel ha replicato: “Servono prima impegni a lungo termine. Poi si potrà parlare di soluzioni a breve. Dietro impegni”.
Mai come in questo caso vale il detto “no news, bad news”. La prossima ora X è stata fissata per domenica quando si riuniranno ancora una volta i capi di governo: o ci sarà accordo oppure sarà default. Nel frattempo, l’incertezza sta intanto sgretolando la fiducia dei mercati finanziari. E ad Atene le banche, come la Borsa, resteranno chiuse anche oggi. E domani. L’unico riferimento con il mercato azionario è quello di National Bank of Greece, quotata anche a Wall Street: il titolo ha perduto ieri il 6%, lunedì aveva chiuso in ribasso del 12%.
ANCORA GIU’ IL PETROLIO. MAZZATA SU SAIPEM
La frenata della Cina si riflette sui prezzi delle materie prime: cadono i futures sul ferro (-8%), soffre il rame (-4,8%). Riprende intanto la discesa del petrolio, ai minimi dallo scorso aprile: Wti 52 dollari, Brent a 56,6. Il fronte del greggio è condizionato anche dall’evoluzione della situazione geopolitica.
Si avvicina l’accordo sul nucleare iraniano che potrebbe essere siglato venerdì. In quel caso verrebbe meno l’embargo sull’oil di Teheran. Di riflesso il grande nemico, l’Arabia Saudita, muove verso nuove alleanze: Riyad ha concesso un prestito di 10 miliardi di dollari alla Russia, tradizionalmente vicina all’Iran. A Wall Street i titoli petroliferi sono scesi del 2,5% con il greggio di nuovo in forte ribasso dopo la caduta di stanotte.
A Milano Eni è arretrata del 3,6%, Tenaris -3,3%. Saipem è caduta in ribasso del 6,7%, influenzata dal crollo della concorrente francese Technip (-8,2%), che ha annunciato un drastico piano di ristrutturazione con 6.000 licenziamenti.
MALE L’AUTO, MA FCA TIENE. PIRELLI -0,07% MIGLIOR BLUE CHIP
Sui listini europei le vendite si sono concentrate nell’Automotive (Stoxx del settore -2,9%). La corrente ha investito anche Fiat Chrysler (-2%), che fino a metà pomeriggio aveva beneficiato dell’intervista al Wall Street Journal del presidente John Elkann, che ha rilanciato l’ipotesi di un’aggregazione con General Motors.
Intanto Exor, in calo di un punto percentuale, ha migliorato l’offerta per la società di riassicurazione Partner Re.
Poco mossa Pirelli (-0,07%), sostenuta dal prezzo d’Opa. La Bicocca è comunque il miglior titolo del FTSE MIb. Negativi gli altri titoli industriali: Finmeccanica -2,6%, Prysmian -2,8%. StM , lunedì unico titolo positivo nell’indice milanese FtseMib, è caduta in ribasso del 5,4%. Meglio Infineon che la società italo-francese, hanno scritto gli analisti del Crédit Suisse.
BANCHE, CONTINUA IL CALVARIO DI MPS
Altra giornata di passione per il credito, tra non poche sospensioni per eccesso di ribasso. L’indice italiano del settore ha ceduto il 3,7%, circa il doppio di quello europeo (-1,85%). Monte Paschi (-7,48% a nuovi minimi storici) è stata ancora la più bersagliata dalle vendite, chiude in calo del 7,48%. Intensi i volumi, oltre il doppio delle ultime trenta sedute. Unicredit -3,8%, Intesa -2,8%, perdono anche Banco Popolare -4,1% e Ubi -3%. Pop.Milano -6,3%.
BMW SI AFFIDA A M.BRAMBILLA (+7,61%)
Da segnalare nell’Aim l’exploit della Modelleria Brambilla di Modena +7,61%, dopo la sigla di un contratto con Bmw (valore di mezzo milione di euro) per la produzione di stampi per una testata 4 cilindri con consegna a partire da ottobre 2015 fino all’anno successivo. Tra le big Cap Enel scivola in calo dell’1,9%. Poco mosse le altre utility: Terna -1%, Snam -1,5%. Telecom Italia perde l’1,8%. In calo, infine, i titoli del lusso, a partire da Ferragamo (-2,9%) e Tod’s (-2,6%).