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Il Pd a Berlusconi: tempo sì, Consulta no. E il Cav deposita le carte per difendersi

Tempo sì, Consulta no. Con questa soluzione si risolve la spaccatura aperta nel Partito democratico da Luciano Violante, che ieri aveva espresso una posizione controversa sul destino di Silvio Berlusconi, subito ribattezzata “Lodo Violante”.

Il giurista e dirigente del Pd aveva detto che, “se ci fossero i presupposti”, sarebbe “legittimo il ricorso alla Corte costituzionale o alla Corte di giustizia del Lussemburgo” sulla legge Severino, che impone il voto per la decadenza dal Parlamento e impedirebbe al Cavaliere di candidarsi anche dopo aver scontato la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. 

Violante aveva anche sottolineato di parlare a titolo personale: “Certamente la posizione del partito è quella del segretario”. E la posizione del partito, in effetti, è un’altra. Il democratici intendono concedere a Berlusconi più tempo per svolgere la propria difesa, ma si parla di settimane. 

Il voto della Giunta per le Immunità (chiamata a esprimersi in merito alla decadenza del Cavaliere dalla carica di senatore) dovrà arrivare prima della decisione della corte d’Appello sulla durata dell’interdizione , attesa per ottobre. Al termine del processo Mediaset, infatti, la Cassazione aveva confermato la condanna a quattro anni dell’ex premier per frode fiscale, prescrivendo la rideterminazione della pena accessoria, inizialmente indicata in due anni.

Se la giunta dovesse attendere l’ulteriore pronunciamento della Consulta sulla costituzionalità della legge Severino, il voto rischierebbe di slittare ancora per diversi mesi. Senza contare che dovrebbe essere la giunta delle elezioni del Senato a sollevare la questione di costituzionalità. Una prospettiva inaccettabile dal punto di vista dei democratici: “Le sentenze vanno rispettate”, ha ribadito più volte dal segretario Pd, Guglielmo Epifani. 

Intanto, come difesa in riferimento al nodo della decadenza, i legali di Berlusconi hanno depositato oggi presso la giunta per le elezioni del Senato sei pareri di giuristi e costituzionalisti accompagnati da una breve lettera firmata da Berlusconi. Nel testo il Cavaliere annuncia anche il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo contro l’applicazione della legge Severino.

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Categories: Politica