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Il parco agrivoltaico di Engie in Sicilia: la svolta tecnologica che rispetta l’ambiente

Pixabay

Non sarà stato quel che si dice un caso, ma una scelta chiara- l’agrivoltaico- per tutti coloro che intendono tenere insieme sviluppo e biodiversità: il parco agrivoltaico di Engie, in Sicilia è stato inaugurato quattro giorni dopo la giornata mondiale della biodiversità. Ora va in esercizio e si aspetta di vedere il reale apporto alla decarbonizzazione del Paese. Sviluppo, ambiente e impiantistica costituiscono un’unica idea di sostenibilità, in pratica si può lavorare per non dissociarle. Ma cosa è stato costruito in questo pezzo di territorio all’estremità occidentale della Sicilia ? La più grande struttura di agrivoltaico italiana su un’area di 115 ettari tra Marsala e Mazara del Vallo. A spingere per l’investimento che ha una potenza di 66 MW è stato ,in qualche modo, addirittura Jeff Bezos, il patron di Amazon. Forse gli avranno detto che l’Italia è tra i Paesi che sta progredendo in questo campo e ha firmato un contratto di fornitura con Engie.L’impianto è stato progettato senza nuocere alle produzioni agricole. I pannelli sono posizionati in alto e i campi che si trovano sotto continueranno ad essere coltivati come prima con colture foraggere, viti, lavanda, piante aromatiche e officinali. A beneficiare della produzione di energia pulita, agrivoltaico, oltre ad Amazon sarà la rete elettrica italiana. Il colosso del commercio, e di tanto altro, ha sottoscritto un accordo che prevede la messa in esercizio (entro l’anno) di un secondo parco agrivoltaico a Paternò, in provincia di Catania. A regime ,i due parchi produrranno 104 MW di energia solare.

La Sicilia e la tradizione energetica

La Sicilia si conferma terra privilegiata per la catena energetica italiana. E’ un dato di fatto nella storia del Paese, sin dai tempi delle strategie di Enrico Mattei che, in verità, hanno poco a che vedere con il Piano Mattei di cui parla Giorgia Meloni. Quando Mattei morì nell’incidente aereo del 1962 rientrava proprio dalla Sicilia dove aveva fatto scavare pozzi. L’isola è dinanzi ad una fase nuova e di cambiamento per la produzione o l’importazione di fonti energetiche. Dati i tempi, si cerca di fare tutto nel rispetto dell’ambiente e dei territori. Va bene. Obiettivamente in passato non è andata così. In Sicilia arrivano due grandi gasdotti dall’Africa; a Gela e Siracusa ci sono le raffinerie degli anni del boom petrolifero accanto a spiagge e località turistiche. Le tecnologie di ultima generazione- ” verdi ” per definizione -sono state scelte da Engie per l’agrivoltaico per sfruttare in pieno la luce del sole. Nei campi sono stati installati pannelli solari bifacciali su inseguitori rotanti che “consentono di catturare dai terreni circostanti sia la luce diretta che quella riflessa, agevolando in questo modo la produzione di energia” spiegano i tecnici. Il parco è stato costruito in 2 anni e la Vice Ministro dell’Ambiente Vannia Gava, presente all’inaugurazione, avrà preso atto di quanto sia necessario snellire, a Roma, passaggi burocratici ed autorizzativi se si vuole procedere con la decarbonizzazione. In un certo senso Monica Iacono, CEO di ENGIE​ Italia, lo ha sottolineato nel suo intervento.

La transizione energetica non può essere ostacolata da firme e timbri

Il rapporto con i territori è fondamentale, ma c’è bisogno anche di un quadro normativo e regolatorio stabile e semplificato che deve essere definito al più presto. Nulla di polemico, ma la transizione energetica non può essere ostacolata da firme e timbri. “L’impianto agrivoltaico di Mazara del Vallo per ENGIE è​ ​coerente con la strategia di sviluppo in Italia e nel mondo” ha detto Iacono. “Attualmente contiamo su 500 MW di capacità installata rinnovabile e il nostro piano mira a raggiungere i 2 GW nel 2030 tra impianti eolici e fotovoltaici “. La Società ha calcolato che le due strutture ad Est ed Ovest della Sicilia contribuiranno al risparmio di oltre 62mila tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. Se in Italia si mantenesse un simile trend di efficienza saremmo utti più ottimisti. Dal lato di Amazon questa è una nuova occasione per rafforzare il ruolo di acquirente di energia rinnovabile. Nel mondo ha più di 400 progetti legati alle energie rinnovabili, mentre in Italia ha 19​ siti alimentati da fotovoltaico su tetto, per una capacità complessiva di 115 MW. Dalla consegna dei pacchi al calo delle emissioni di CO2, la linea operativa ispirata dal patron Bezos, viene confermata da Giorgio Busnelli, manager di Amazon Europa. “ Questo progetto ci consente di accelerare il nostro percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2040, contribuire alla transizione energetica del Paese e generare un impatto positivo nelle comunità in cui operiamo” ha detto. Vuoi vedere che faranno meglio loro ( ed altri clienti) con i contratti diretti Corporate PPA (Power Purchase Agreement) che il governo ?

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Categories: Economia e Imprese