Il pacchetto di disposizioni in materia energetica che, in base alla bozza circolata nei giorni scorsi, sembrava destinato a confluire nel maxiemendamento alla legge di stabilità è stato invece messo da parte e non approderà in aula al Senato. I provvedimenti riguardanti l’energia saranno inseriti in due decreti ministeriali, uno per l’elettricità e l’altro per la parte termica, come ha confermato in queste ore il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia.
La Commissione Bilancio di Palazzo Madama ha, infatti, lavorato su un testo che non prevede riferimenti alle questioni energetiche. La bozza diffusa di recente prevedeva, con lo scopo di abbassare i costi delle bollette, che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas fosse incaricata di verificare che “i sistemi di remunerazione e incentivazione delle attività di competenza di soggetti regolati risultino in linea con i valori medi, ove esistenti, praticati in ambito europeo per analoghe attività”.
Questa ipotesi aveva innescato l’avversità delle maggiori aziende regolate in campo energetico (Snam Retegas, Terna, Enel, A2A e Acea) che avrebbero subito penalizzazioni dalla nuova normativa. L’intervento era stato attaccato anche da sindacati, associazioni delle imprese, dei consumatori e del mondo ambientalista. I dubbi avanzati riguardavano soprattutto il possibile blocco degli investimenti, in relazione ai cantieri e alle infrastrutture energetiche, con possibili ricadute sul fronte del lavoro e delle commesse alle imprese.
Bisogna quindi ancora verificare il futuro di oltre 25 miliardi di euro di investimenti per i prossimi dieci anni: è questa la cifra stimata dagli esperti circa l’intero ammontare degli investimenti dei soggetti regolati per il piano di sviluppo per la sicurezza e l’efficienza della rete elettrica nazionale.