Finale di settimana all’insegna dell’orso. A far scattare il ritorno delle vendite a Wall Street, con immediata ricaduta sui listini del Vecchio Continente, sono state le novità in arrivo dall’Asia. Innanzitutto, i dati del surplus della bilancia commerciale cinese, meno effervescente del previsto (anche se il saldo, 13,1 miliardi è comunque del 19% superiore a dodici mesi fa). Ancor di più l’aumento a sorpresa di un quarto di punto del tasso di riferimento della Corea del Sud. Al di là degli effetti macroeconomici, Wall Street teme che la discesa dell’indice di Shangai, dove le azioni di tipo B hanno ceduto il 2,7% dopo una perdita del 7,9% nella seduta di gioved,ì possano avere un’immediata eco sui titoli cinesi quotati nella Borsa americana dove non mancano, a detta degli analisti, le società dalla dubbia solidità.
Infine, una notizia lanciata da Cnbc ha peggiorato gli umori: la Federal Reserve ha intenzione di lanciare un nuovo round di stress test per 35 banche Usa. Una notizia che forse spiega, a posteriori, il malumore di Jamie Dimon nei confronti di Ben Bernanke.
FRANCIA, TRIPLA A A RISCHIO
TORNA LA PAURA A MADRID
In Europa, le preoccupazioni per la frenata della locomotiva cinese (confermate dal calo dell’import di ram) si sono combinate con le solite preoccupazioni sulla crisi greca. In mattinata, il Parlamento di Berlino aveva sì approvato il via libera a nuovi aiuti ad Atene, ma lo stesso Wolfgang Schauble, ministro delle Finanze, aveva replicato a distanza a Jean-Claude Trichet, ribadendo che, a detta di Berlino “rischi ed oneri del caso Grecia vanno ripartiti tra Stati ed investitori privati”. Intanto, a pesare sugli umori dell’eurozona, è arrivato il warning di S&P sulla finanza pubblica francese: in assenza di riforme strutturali, recita una nota dell’agenzia di rating, Parigi potrebbe perdere la tripla A. L’allarme, al solito, ha prodotto immediate reazioni sul mercato dei debiti sovrani: il differenziale dei rendimenti dei bond decennali dei Paesi periferici si allarga nei confronti del bund tedesco. Il governativo italiano sale a 182 punti base, lo spread del decennale spagnolo sale a 250 punti, il massimo da gennaio. A complicare il quadro per la Spagna ci ha pensato una notizia in arrivo da Londra: metà del prestito da 1 miliardo di euro lanciato sull’euromercato dal Santander per conto delle principali regioni spagnole (Madrid,Catalogna, Valencia e così via) è stato sottoscritto solo a metà.
L’euro è in calo a 1,438 contro il dollaro, da 1,451 della chiusura di ieri sera. Dopo tre giorni di rialzo inverte rotta il petrolio: il future sul Wti tratta a 99,13 dollari il barile (-2,7%).
PARIGI MAGLIA NERA D’EUROPA PER COLPA di S&P (E DEL LUSSO)
MILANO CONTIENE LE PERDITE (-1,33%). NEL MIRINO BPM
Il risultato di questi influssi negativi ha prodotto una battuta d’arresto un po’ ovunque. Alla Borsa di Milano, in particolare, il ribasso si è venuto accentuando nel pomeriggio: l’Ftse Mib ha comunque contenuto le perdite all’1,33%. E’ andata peggio a Parigi (-1,90%), colpita dal warning di S&P, a Londra (-1,55), un po’ meglio Francoforte -1,25. Sia Nasdaq che Dow Jones, accusano a metà seduta ribassi attorno all’1,3-1,4%., trainati all’ingiù dai financials: Wells Fargo è sotto dell’1,9%, Sun Trusts perde l’1,7.
La mattinata si era aperta sotto auspici positivi per il settore bancario. A favorire una partenza positiva aveva contribuito l’”overweight” del Credit Suisse su Commerzbank, dopo l’esito positivo dell’aumento di capitale. Una promozione che, indirettamente, premia anche Banca Intesa. A proposito dell’istituto di Ca’ de Sass, tra l’altro, va segnalto l’acquisto di azioni da parte del direttore generale Marco Morelli, che ha scommesso sul suo istituto 114.212 euro. Ma nel pomeriggio, il settore financial ha invertito la rotta anche in Piazza Affari, dove la marcia al ribasso è partita, al solito, dalla Bpm (-3,46%) che di qui all’assemblea del 25 giugno (e, probabilmente, anche oltre) sembra destinata a vivere giornate davvero calde. Ieri il titolo (-3,64% il peggiore del Mib 40) ha patito sia nuove rivelazioni sulla crisi di liquidità dello scorso inverno, sia il no degli amici di Bpm all’aumento delle deleghe in vista dell’approvazione dell’aumento di capitale da 1,2 miliardi (contro una capitalizzazione di poco più di 700 milioni).
Inverte la rotta anche Fondiaria Sai (-1,19%) dopo una mattinata al rialzo. E correggono al ribasso anche i titoli industriali, compresa Fiat e Prysmian, con una punta negativa per Stm (-2,76%), esposta alla frenata dei consumi da parte di alcuni big dell’elettronica . Si spegne anche l’attenzione su Poltrona Frau, dopo una mattinata effervescente. Il titolo passa da +3,4% a -0,38% nel giro di poche ore, causa un raffreddamento delle attenzioni sul settore lusso. In mattinata, infatti, si era sparsa la voce di un prossimo blitz di Lvmh su Hermès, poi oggetto di una smentita ufficiale.