Serie AA n. 000001, non è la ricevuta di una vincita milionaria a una lotteria della fortuna, è molto di più, e difatti è conservata in una cornice al pari di una reliquia, esposta a tutti i visitatori che si recano negli uffici del consorzio. Perché quella fascetta testimonia, nel tempo, l’inizio del percorso identitario di uno dei più importanti vini italiani. E’ la prima fascetta in assoluto con cui nel 1980 il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste identificava una denominazione vinicola “garantita” (D.O.C.G.). E questo onore è spettato al Vino Nobile di Montepulciano. Si apriva così una nuova era per il vino italiano.
Un grande risultato per il quale sono occorsi circa 11 anni di riunioni, incontri, richieste da quando, nel lontano 1969, il Consorzio, primo fra tutti aveva fatto richiesta della Docg.
Quella fascetta verrà riproposta ovunque come una giusta e meritata onorificenza nell’ambito di tutte le manifestazioni e iniziative previste per celebrare i 40 anni della D.O.C.G. del Vino Nobile di Montepulciano che oggi può vantare anche il fatto dell’obbligo di inserire in etichetta il termine geografico “Toscana”.
Il Vino Nobile di Montepulciano è uno indubbiamente uno dei vini più antichi d’Italia.
I “quarti” di nobiltà della sua denominazione gli derivano da un documento del settembre 1787 in cui si legge che Il Governatore del Conservatorio di San Girolamo, in un viaggio a Firenze, consegnò in omaggio al Conservatorio fiorentino detto Il Conventino, 28 fiaschi di “Vino Nobile”.
Denominazione che si ritrova nel XIX secolo in una etichetta scritta di primo pugno da un produttore, Adamo Fanetti in occasione della partecipazione alla Mostra Mercato dei vini svoltasi a Siena, denominazione in seguito ripresa da altre cantine. Fino al 1930 e oltre, il vino si chiamava ufficialmente “Vino rosso scelto di Montepulciano” ma il tenace Adamo aveva il pallino di denominare quello che produceva lui con l’appellativo di Nobile.
Nel 1925, Adamo Fanetti produsse circa 30 quintali di vino Nobile, quasi tutto imbottigliato e venduto a due lire la bottiglia ed ebbe larghi consensi. Il successo accrebbe in occasione della prima mostra mercato dei vini tipici svoltasi a Siena nel 1931, organizzata dall’Ente Mostra-Mercato Nazionale dei Vini Tipici e Pregiati, tanto che Tancredi Biondi-Santi, amico ed estimatore di Adamo Fanetti, pronunciò questa frase profetica: “questo vino avrà un avvenire”.
Fanetti deve essere considerato, a tutti gli effetti, il primo produttore di Vino Nobile di Montepulciano del secolo XX. Proprio alle Cantine Fanetti si deve il lancio, la promozione, la veicolazione del Vino Nobile negli anni successivi alla prima guerra mondiale, e negli anni del “miracolo economico” italiano del secondo dopoguerra. L’esempio fu seguito da altre aziende -che fino a quel momento producevano per lo più Chianti- e nel 1937 viene fondata una cantina sociale (Vecchia Cantina di Montepulciano) con l’intento di creare una struttura per la commercializzazione del vino prodotto anche dai piccoli coltivatori.
In realtà le origini del vino sono molto più antiche. In un documento del 789, citato da Emanuele Repetti nel Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, il chierico Arnipert offre alla Chiesa di San Silvestro a Lanciniano sull’Amiata un terreno coltivato a vigna e situato nel castello di Policiano; in un altro documento del 17 ottobre 1350, sempre citato dal Repetti, si stabiliscono le clausole per il commercio e l’esportazione di un vino prodotto nel distretto di Montepulciano.
Infine nel 1685 il Vino Nobile di Montepulciano viene citato anche dal poeta Francesco Redi il quale, oltre ad elogiarlo nell’opera Bacco in Toscana (Montepulciano d’ogni vino è il Re!), scrisse un’ode al Conte Federico Veterani dedicata esclusivamente all’elogio delle grandi qualità di questo vino.
Forte di questa storia e del valore del suo vino il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano in fase di realizzazione la nuova immagine con un nuovo progetto grafico. Un progetto di recupero della storia e dell’identità passata, a partire dalle indagini sul nome stesso della Docg più antica d’Italia.
Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è nato nel 1965 con l’obiettivo di tutelare e promuovere l’immagine del Vino Nobile di Montepulciano in Italia e nel mondo e, successivamente, anche quella del Rosso e del Vin Santo. Attualmente i viticoltori soci del Consorzio sono 230 e rappresentano oltre il 90% della superficie vitata, ovvero quasi la sua totalità. Gli imbottigliatori soci sono 72 su un totale di 89.
Il Vino Nobile di Montepulciano può essere ottenuto solo da uve coltivate nella zona di produzione prevista dal disciplinare, utilizzando i vitigni: di Sangiovese, denominato a Montepulciano Prugnolo gentile: minimo 70% e altri vitigni, idonei alla coltivazione nella regione Toscana, per un massimo del 30%, purché i vitigni a bacca bianca non superino il 5%.
Sono esclusi i vitigni aromatici ad eccezione della Malvasia Bianca Lunga.
Il Vino Nobile di Montepulciano deve essere sottoposto a un periodo di maturazione di almeno due anni, a partire dal 1º gennaio successivo alla vendemmia. Tale maturazione può avvenire, a scelta del produttore: per 24 mesi in legno, per 18 mesi minimo in legno più i restanti mesi in altro recipiente, per 12 mesi minimo in legno più 6 mesi minimo in bottiglia più i restanti mesi in altro recipiente.
La zona di produzione comprende i terreni collinari compresi tra i 250 ed i 600 metri sul livello del mare del comune di Montepulciano in Provincia di Siena.
I fattori climatici nel periodo aprile-settembre condizionano la qualità di ogni singola annata e, talvolta, a livello locale possono crearsi condizioni di microclima tali da differenziare anche notevolmente le caratteristiche di vini prodotti nello stesso anno in zone molto vicine tra loro.
Tra le annate eccellenti sono da ricordare quelle del 1958, 1970, 1975, 1985, 1988, 1990, 1995, 1997, 1999 (una delle migliori in assoluto della storia), 2006 e 2012.