Continua il rally di fine anno sui mercati asiatici, e l’indice regionale MSCI Asia Pacific inanella un altro aumento, portando la salita dall’inizio dell’anno al 13%. La migliore performance è quella del Giappone, dove il Nikkei ha guadagnato un altro 2% portandosi, per la prima volta dall’aprile scorso, oltre quota 10mila. Dal 14 novembre, quando furono annunciate le elezioni che avrebbero riportato al potere il partito liberaldemocratico, il Nikkei è salito del 16%: la politica monetaria si farà più accomodante e inonderà il Giappone di liquidità – pensano i mercati – fino a forzare l’inflazione verso il 2-3%, cancellando il ‘segno meno’ della deflazione che sfibra l’economia.
Anche altri fattori hanno contribuito. La Standard & Poor’s ha innalzato il rating della Grecia, dopo l’ultimo accordo di ristrutturazione del debito, mentre negli Usa si avvicina l’accordo sul ‘fiscal cliff’. L’euro si rafforza e lo yen si indebolisce, mentre l’oro, dopo lo scivolone, rimane sul livello di 1675 $/oncia.
