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Il Nasdaq vola sopra il record della bolla ma in Europa la Grecia frena il Qe

FIRSTonline

Tappa importante oggi, ma non decisiva, per il destino della Grecia, al centro dell’Ecofin di Riga, in Lettonia. M le Borse oggi hanno ben altro da celebrare: è caduto l’ultimo record impossibile. Ieri sera il Nasdaq ha chiuso a 5.056,06 punti, sopra il livello stabilito nell’aprile del 2000 (5048, 62), al culmine delle dot.com. Il rally del listino tecnologico ha compensato la delusione per gli ultimi dati deludenti in arrivo dall’economia Usa (indice delle nuove case in netta frenata) e da quella europea (Pmi in Francia e Germania sotto le attese). Il Dow Jones ha chiuso a +0,11%, l’S&P +0,31%. L’aria di record non ha contagiato l’Asia, impegnata a consolidare i guadagni seguiti al taglio dei tassi cinesi. In ribasso di mezzo punto percentuale l’indice giapponese Nikkei, rallentano anche Shanghai (-0,8%) e Shenzhen (-0,2%). 

RISCHIO CRACK 2.0? I NUMERI DICONO NO

Il Nasdaq dovrà fare i conti oggi con le trimestrali di Google (utili in frenata), Amazon (in ripresa) ed altri colossi della tecnologia. Ma la domanda chiave dopo il nuovo record è: quanto è concreto il rischio dello scoppio di una bolla 2.0? Il listino, in realtà, è lontano parente di quello di inizio millennio, precipitato dopo lo sboom a 1.114,11 nel 2002. Il titolo leader si chiama Apple, che pesa per il 10% sulla capitalizzazione complessiva (8.500 miliardi), seguito da Google e Microsoft, titolo leader nel 2000. Il rapporto prezzo/utili è, in media, pari a 26 volte contro le 72 volte dell’aprile 2000 quando Cisco arrivò a valere 127 volte gli utili, Oracle 103, Yahoo! addirittura 418. 

EUROPA, ATENE FRENA L’EFFETTO QE. MILANO -0,5%

Clima più dimesso in Europa. Ieri a Milano l’indice FtseMib ha perduto lo 0,5% (a 23.199 punti). In calo anche Francoforte (-1,21%) e Parigi (-0,62%). In terreno positivo Madrid (+0,23%) e Londra (+0,36%). Hanno sofferto in particolare i titoli tech (Stoxx del settore -2,1%) e le assicurazioni (-1,6%). La spinta iniziale del Qe, a giudicare dal rallentamento della crescita delle economie, rischia di spegnersi prima del previsto sotto il peso del dossier Grecia. 

Il rendimento dei Btp è risalito, dopo la pubblicazione degli indici Pmi, dall’1,36% all’1,41%. Spread sotto o 140 punti in attesa di novità dal vertice Ue. Martedì 28 il Tesoro metterà all’asta 6,5 miliardi di Bot a 6 mesi (in scadenza titoli per 6,6 miliardi). 

Al termine dell’incontro di ieri con Angela Merkel il premier greco Alexis Tsipras ha auspicato un’accelerazione delle trattative con la Ue, richiesta che contrasta con la resistenza di Atene a fornire i dati più recenti ai funzionari europei (l’odiata trojka). Ma in attesa di segnali positivi dal vertice dei ministri finanziari di oggi i mercati, all’improvviso, hanno scelto la via dell’ottimismo. Lo spread decennale Grecia/Germania è sceso a quota 1.170 punti base, recuperando circa 150 punti base in due giornate. Il tempo comunque stringe. Atene deve rimborsare 770 milioni di euro al FMI entro il 12 maggio e in luglio deve restituire 3,8 miliardi di euro all’Unione Europea. 

L’ASSE UNICREDIT-SANTANDER OGGI AL TEST DI PIAZZA AFFARI

In modesto ribasso a Francoforte il titolo Deutsche Bank (-0,41%) dopo la multa di 2,5 miliardi di dollari inflitta dalle autorità di mercato americane ed inglesi mentre la sua filiale di Londra si dichiarerà colpevole di frode per la manipolazione del London interbank offered rate (Libor). Oggi si terrà il board che dovrà decidere tempi e modalità dello split e la successiva cessione di Post Bank. 

Grande attesa invece a Milano per la risposta del mercato all’accordo preliminare tra Unicredit, ieri -0,64%, e Banco de Santander, annunciato a Borsa chiusa. Pioneer e Santander Asset Management. Santander, assieme ad alcune società affiliate di Warburg Pincus e General Atlantic, hanno raggiunto un accordo preliminare non vincolante e in esclusiva per integrare Pioneer Investments e Santander Asset Management e dare vita a una società leader a livello globale nel settore del risparmio gestito. Con circa 400 miliardi di euro di masse gestite. La newco sarà guidata da Juan Alcaraz (fino a oggi ceo di Santander Asset Managemenet), mentre l’attuale ceo e cio di Pioneer Investments, Giordano Lombardo, ricoprirà il ruolo di global cio.

Debole ieri il resto del settore: Bpm -1,8%, Intesa -0,91%. Monte Paschi -1,56%. In grande evidenza Banca Carige (+4,48%). L’ad, Piero Montani, ha affermato che nei primi mesi del 2015 c’è stata una forte ripresa dei prestiti; l’istituto ha messo in vendita sofferenze per un miliardo. Frena Fineco Bank nel giorno dell’assemblea che ha approvato un dividendo unitario di 0,2 euro in pagamento il giorno 29 aprile.

SAIPEM ALLUNGA IN ATTESA DI CAO

Spunti positivi sugli energetici, grazie alla ripresa del prezzo del petrolio, poi in altalena dopo i nuovi bombardamenti dell’aviazione saudita in Yemen. Il Brent ha segnato un massimo a 65.58 dollari ai massimi da dicembre, salvo poi frenare a 64, 65. In deciso rimbalzo Saipem (+1,82%), nonostante il broker Investec abbia oggi praticamente dimezzato il target price con giudizio ‘sell’. La società si appresta a celebrare il rientro nei ranghi del gruppo di Stefano Cao, in occasione dell’assemblea del giorno 29. Eni guadagna lo 0,47%. Tenaris avanza dell’1,25%.

Tra le utilities in lieve rialzo Enel (+0,38%). Equita Sim ha confermato sul titolo la raccomandazione buy mentre Credit Suisse ha alzato il prezzo obiettivo a 4,3 euro da 3,6 euro (rating neutral).

FINMECCANICA INCIAMPA IN ALGERIA, STOP PER STM

Tra i titoli in forte ribasso spiccano due partecipate del Tesoro. Finmeccanica cade in ribasso del 3,2% dopo la notizia di una nuova indagine per presunta corruzione internazionale relativa a una commessa per elicotteri della controllata AgustaWestland all’Algeria. I fatti si riferiscono agli anni 2009/2011 e vedono indagati manager ormai fuori dal gruppo.  Battuta d’arresto, dopo una lunga serie di rialzi, per Stm, frenata dai dati deludenti della trimestrale di Teas Instruments (- 7% dopo avere annunciato ieri notte una trimestrale che ha deluso le attese di Wall Street). 

FERRAGAMO FRENA, PER BARCLAYS IL PREZZO E’ GIUSTO 

Perde colpi nel lusso Salvatore Ferragamo (-3,74%). In un report dal titolo “prospettive interessanti, ma valutazione adeguata”, Barclays ha abbassato sull’azione la raccomandazione a equal weight da overweight e il prezzo obiettivo a 31,5 euro da 32 euro. Sale ancora invece Moncler (+0,6% a 16,64 euro). L’assemblea degli azionisti della società ha approvato il bilancio per l’esercizio 2014 e la distribuzione del dividendo proposto dal Cda pari a 0,12 euro/azione.

L’ESPRESSO, CONTI OK. ASSOGESTIONI BATTE CAIRO 2 -1 IN RCS 

Giornata campale per gli editoriali. L’Espresso chiude in rialzo del 2,1%, a 1,195 euro, dopo avere annunciato i risultati del primo trimestre 2015, chiuso con un utile netto pari a 12 milioni d euro, in forte crescita dai 2,1 milioni dello stesso periodo del 2014. Il risultato beneficia delle plusvalenze realizzate con la vendita di attività nel settore tv. I ricavi sono in calo a 146,6 milioni, con una flessione del 3,7%, rispetto allo stesso trimestre 2014. Al 31 marzo scorso il debito netto era ridotto a 11,2 milioni da 34,2 milioni al 31 dicembre 2014. 

Bene anche Rcs Mediagroup (+2,22%): l’assemblea di Rcs ha votato il nuovo Cda, che sarà composto dai sei membri indicati nella lista di maggioranza, da due consiglieri provenienti dalla lista di Assogestioni e da uno di quella di Urbano Cairo, azionista del gruppo con il 4,6%. Ernesto Mauri, ad di Mondadori, ha affermato che “la due diligence” su Rcs libri è ancora in corso. Ci sono sei settimane di tempo e siamo partiti circa tre settimane fa”.

JP MORGAN ALZA IL TARGET DI BUZZI

Nel resto del listino brilla Buzzi Unicem: +1,91% dopo che JP Morgan ha alzato il target price a 17 euro confermando il giudizio overweight. Il consenso Bloomberg si spacca esattamente in due: il 50% consiglia di comprare, il resto di tenere/vendere. Target price medio 14,50 euro. Gli analisti di Alphavalue hanno alzato a 14,2 euro da 13,3 euro il target price su Pirelli (invariata a 15,4 euro, sopra il livello d’Opa) confermando la raccomandazione reduce. Gli esperti hanno aumentato le stime sull’Eps 2015 del 27,5% a 0,91 da 0,71 euro e quelle sul 2016 del 24,9% a 0,99 euro da 0,79 euro.

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