Il Napoli torna a volare, il Milan cade ancora. La domenica di campionato regala il trionfo degli azzurri, che onorano la memoria di Maradona battendo la Lazio con un 4-0 senza discussioni, ma anche l’inaspettato tonfo dei rossoneri, sconfitti a San Siro dal Sassuolo e scivolati al secondo posto. L’Inter di Inzaghi può così ringraziare Dionisi ma non certo Sarri, annichilito da Spalletti con una prova di grande carattere e qualità, perfetta per dimostrare che le assenze, per quanto pesanti, non possono inficiare l’ottimo lavoro fatto sin qui. Il match di Napoli si presentava equilibrato, invece gli azzurri lo hanno chiuso in meno di un tempo, chiudendo la prima frazione con un 3-0 meritatissimo, figlio di un inizio scintillante che ha visto i gol di Zielinski (7’), e Mertens, autore di una doppietta tra il 10’ e il 29’.
La Lazio ha provato a rientrare in corsa, ma un super Ospina ha prima negato la rete a Luis Alberto, poi si è ripetuto su Immobile, certificando la grande serata dei compagni. Nella ripresa però non c’è più stata storia e il Napoli s’è limitato a gestire il pallone, risparmiando così le energie per la trasferta di Reggio Emilia di mercoledì, quando dovrà vedersela con il ritrovato Sassuolo. All’85’, giusto per dare un senso al secondo tempo, gli uomini di Spalletti hanno segnato anche il quarto gol con Fabian Ruiz (85’), bravo a battere Reina con un bel sinistro dalla distanza, finalizzando così il poker che vale il primo posto in solitaria. “
È la mia vittoria più bella da quando sono qui, anche perché venivamo da 2-3 risultati un po’ particolari e soprattutto da prestazioni sottotono – ha esultato il tecnico azzurro – Riprendere a macinare gioco e a fare tanti gol contro una grande come la Lazio è stato importante. Siamo stati bravi a ritagliarci gli spazi dove loro erano in difficoltà, hanno faticato a trovare la palla sulle aggressioni, mentre noi trovavamo sempre l’uomo libero tra le linee… Insomma, tanta roba, davvero tanta roba”.
Un disastro del tutto inaspettato quello del Milan, soggiogato da un Sassuolo più fresco e in palla, capace di annullare le fonti del gioco avversario e di sfruttare le occasioni avute. Alla lunga, probabilmente, le fatiche europee hanno fatto la differenza, perché il Diavolo ha finito per spegnersi alla distanza, incapace di reagire alla maggior freschezza dei neroverdi. Nella prima mezzora, infatti, erano stati gli uomini di Pioli ad avere la meglio, tanto da trovare il vantaggio con Romagnoli, bravo a sfruttare un angolo di Theo Hernandez e segnare l’1-0 (21’).
Sembrava il segnale di una vittoria tranquilla, invece il Sassuolo reagiva, eccome se reagiva, realizzando prima l’1-1 con Scamacca (24’), poi l’1-2 con un autorete di Kjaer, propiziata ancora dallo stesso centravanti neroverde (33’). Il Milan accusava il colpo, perché alla pressione dettata dalla classifica si aggiungeva la stanchezza post Madrid, tanto più che il Sassuolo non arretrava di un centimetro, creando anzi nuovi problemi a Maignan.
E così nella ripresa, invece che assistere a un assedio degli uomini di Pioli, erano ancora quelli di Dionisi a rendersi pericolosi, fino al l’1-3 targato Berardi, bravissimo a saltare Romagnoli e battere il portiere rossonero (66’). La metamorfosi del capitano milanista si completava al minuto 77’, quando stendeva Defrel lanciato in porta, rimediando un inevitabile cartellino rosso che lo costringerà a saltare l’infrasettimanale di Genova. Il match, di fatto, finiva lì e le conclusioni di Kjaer e Messias fuori di poco ribadivano, se ancora ce ne fosse bisogno, il difficile pomeriggio rossonero.
“La Champions non c’entra niente, abbiamo sbagliato troppi palloni semplici, dando coraggio ad una squadra veloce, tecnica: quando dico che 7 goal sono troppi vuol dire che sono preoccupato – ha ammesso Pioli – È un rallentamento inaspettato, abbiamo fatto troppe scelte sbagliate. A inizio secondo tempo abbiamo provato con carattere a riprendere la partita, ma non l’abbiamo fatto con qualità, solo i nostri tifosi non hanno mollato fino alla fine”.
Il ko di San Siro accorcia così la classifica e non solo per quanto riguarda la vetta. Anche chi sta dietro, infatti, torna a sperare di potersi avvicinare, tipo l’Atalanta di Gasperini o la Roma di Mourinho, ieri vittoriosa contro il Torino e di nuovo in scia alla zona Champions. Successo sofferto quello dei giallorossi, in un match combattuto fine alla fine, nel quale l’1-0 segnato da Abraham al 32’ è rimasto l’unico gol, sufficiente per indirizzare i 3 punti nella Capitale. I granata hanno provato a cambiare l’inerzia, così come la Roma a segnare la rete che avrebbe chiuso ogni discorso, ma alla fine il risultato è rimasto invariato e Mou ha potuto festeggiare la terza vittoria consecutiva tra campionato e coppa, fondamentale per mantenere alte le aspettative stagionali.
“L’importante era difendere bene perché un gol sarebbe arrivato, anche se forse me ne sarei aspettato uno in più – le parole dello Special One – È una vittoria importante per noi anche se arrivata in un modo diverso, senza dominare come le ultime partite. Ho un gruppo forte, a me vincere così piace tanto, più di un 5-0 perché ho visto lo sforzo, la sofferenza e la voglia del gruppo”.
Non c’è tempo però di godersi la classifica, perché da domani sarà di nuovo campionato: questo il turno infrasettimanale, infatti, ha tutta l’aria di essere piuttosto importante, alla luce delle tante squadre che dovranno riscattarsi, pena rischiare di compromettere un’intera stagione.