Il Napoli ci ha preso gusto. Nel vincere, alla luce del percorso netto di queste prime cinque giornate di campionato, ma anche nel farlo per 4-0, visto che dopo quello di Udine ne è arrivato un altro anche a Genova. Due trasferte insidiose, almeno sulla carta, che si sono rivelate invece due passeggiate di salute, sicuramente più per merito degli azzurri che per colpe degli avversari. Tante le qualità della squadra di Spalletti, dalla solidità difensiva all’ampiezza della rosa, ma ciò che impressiona maggiormente è la facilità nel creare occasioni da gol, in particolare quando riesce a trovare spazi aperti.
Ieri a Marassi, contro una Sampdoria reduce da 4 punti nelle ultime due partite, il Napoli ha fatto la voce grossa sin dall’inizio, per nulla appesantito dalla pressione, per giunta per la seconda volta consecutiva, di giocare dopo le milanesi. A sbloccare il match, proprio come a Udine, è stato Osimhen, che prima ha fallito una ghiotta occasione a tu per tu con Audero, poi si è rifatto su assist di Insigne, approfittando di un errore del portiere blucerchiato (10’). Il gol ha permesso a Spalletti di fare esattamente la partita che voleva, ovvero approfittare di una Samp inevitabilmente scoperta a caccia del pareggio.
Non che gli azzurri non abbiano sofferto, anzi Ospina s’è guadagnato un posto sul podio dei migliori salvando i suoi in diverse occasioni, su tutte un tiro di Silva destinato all’incrocio e un colpo di testa di Yoshida molto insidioso. Ma se la Samp ha sprecato lo stesso non si può dire del Napoli, che al 39’ ha trovato il raddoppio con Fabian Ruiz, autore di uno splendido sinistro dalla distanza. Nella ripresa poi gli uomini di Spalletti hanno addirittura dilagato, prima segnando il 3-0 ancora con Osimhen (50’), poi firmando il poker con Zielinski (59’). Una goleada che fa sognare la città, sempre più convinta di poter sognare addirittura lo scudetto.
“Godiamo del coinvolgimento e dell’affetto che c’è da parte della città nei nostri confronti, ma continuiamo a lavorare con tranquillità – ha glissato il tecnico azzurro – Negli ultimi anni per entrare in Champions sono serviti almeno 85-87 punti, quindi ce ne mancano ancora 72: c’è tanta strada da fare e bisogna vincere su molti campi difficili”.
Il percorso è lungo per tutti, anche per la Roma di Mourinho, tornata a vincere dopo il passo falso di Verona. L’1-0 sull’Udinese porta la firma di Abraham (36’), al primo gol in campionato all’Olimpico, dopodiché i giallorossi hanno saputo difendersi al meglio, resistendo a un secondo tempo di stampo friulano. Successo in perfetto stile Mourinho, insomma, l’ideale per presentarsi al meglio al derby di domenica, se non fosse che macchiato dall’espulsione per doppio giallo di Pellegrini, che dunque non sarà a disposizione. Decisione, quella dell’arbitro Rapuano, che fa molto discutere, visto che la seconda ammonizione è apparsa molto severa: pane per la vena polemica di Mou, che nel post-partita non le ha certo mandate a dire.
“Un rosso ridicolo – ha tuonato lo Special One – Abbiamo avuto una riunione educativa con il signor Valeri, ci ha spiegato tutto il regolamento per due ore, poi arriviamo alla partita e ci arriva un rosso così, non posso dire niente se non che sia ridicolo. Se ci sono dei meccanismi legali per farlo giocare ci dobbiamo provare, dobbiamo fare di tutto, perché il secondo giallo non è meritato”.
L’assenza di Pellegrini peserà, su questo non c’è dubbio, ma di certo la Roma arriverà al derby meglio della Lazio, costretta a rimandare nuovamente l’appuntamento con la vittoria che manca dalla seconda giornata. Sarri, anzi, deve quasi festeggiare per l’1-1 di Torino, arrivato in pieno recupero grazie a un rigore di Immobile (91’), visto che i granata non sono riusciti ad andare oltre al gol di Pjaca (76’) solo grazie a un grande Reina, decisivo nel salvare i compagni in diverse occasioni, su tutte un colpo di testa di Sanabria e un destro dello stesso trequartista croato.
Il “Sarrismo”, insomma, stenta a decollare e il derby di domenica è una pericolosa arma a doppio taglio: dovesse andar bene potrebbe tramutarsi nella miccia decisiva, viceversa il malcontento della piazza diventerebbe molto difficile da gestire.