Ora comanda il Napoli. Il poker di Udine regala a Spalletti una notte in cima al campionato, in solitaria e a punteggio pieno, ma soprattutto lancia un messaggio forte e chiaro alle avversarie, milanesi su tutte: per lo scudetto bisognerà fare i conti anche con gli azzurri. La gara di ieri era un banco di prova molto atteso, perché la pressione di giocare dopo gli altri c’era e pure piuttosto forte. Ebbene, la risposta è stata estremamente positiva, tanto che l’immagine del Napoli esce molto rafforzata da questo Monday night, oltretutto contro un’Udinese che, fino a ieri, aveva concesso poco o niente a chiunque.
Sugli scudi Luciano Spalletti, bravissimo ad archiviare le fatiche di Leicester e presentare in campo una squadra quadrata e brillante, in grado di impadronirsi della Dacia Arena sin dai primi minuti, mostrando una superiorità tecnica addirittura disarmante. Il gol spacca-equilibrio è arrivato al 24’ dall’uomo più atteso, ovvero quell’Osimhen grande protagonista in Europa League e invece ancora a secco in campionato: casella riempita con una zampata di rapina, tanto da “rubare” la rete a Insigne, il cui tiro, probabilmente, sarebbe entrato da solo.
Da lì in poi non c’è stata più partita, anche perché il Napoli ha avuto il merito di raddoppiare quasi subito con un colpo di testa di Rrahmani (35’) e di triplicare agli albori della ripresa con Koulibaly, autore di un gran gol con un esterno destro da urlo (52’). Il secondo tempo si è così trasformato in un allenamento, con gli azzurri a cercare ripetutamente la quarta rete, sfiorandola con Osimhen e Politano, per poi trovarla con Lozano al minuto 84’ grazie a un destro a giro che ha battuto Silvestri per l’ennesima volta. Napoli in testa da solo, proprio come nel marzo del 2018: la città inizia a sognare, ma Spalletti, da vecchio pompiere navigato, non vuole lasciarsi trascinare dai facili entusiasmi.
“Quello che conta è dare seguito al buon inizio, è inutile partire bene se poi non riesci a costruirci un futuro sul lungo periodo – ha spiegato il tecnico azzurro – C’erano stati dei segnali importanti con il Leicester, la squadra ha capito di avere qualità, sa stare in campo e sa dove vuole arrivare. La Juve a -10? Il nostro riferimento è la storia del Napoli, non le altre squadre: questo club ha già vinto il campionato in passato, il riferimento è quello”.
Archiviata la quarta giornata è già tempo di pensare alla quinta, in calendario tra stasera, domani e giovedì. Si parte subito con Fiorentina-Inter (ore 20.45), match interessantissimo che mette di fronte due delle squadre più convincenti del campionato, ma anche con Atalanta-Sassuolo (20.45), sfida che promette gol e spettacolo. I riflettori, ovviamente, sono puntati anzitutto sul Franchi, con i nerazzurri che puntano a riprendersi il primo posto, seppur in attesa di tutte le altre. Per farlo però occorrerà battere la squadra di Italiano, sin qui rivelazione assoluta del torneo, a sua volta decisa a vincere per confermare la sua candidatura alla zona Europa.
Inzaghi, nuovamente in silenzio proprio come prima del Bologna, ha ancora negli occhi la goleada di sabato, ma sa bene come questa sera l’asticella si alzi vertiginosamente. Il tecnico nerazzurro, costretto a rinunciare a Correa e Vidal, tornerà dunque a schierare il miglior 3-5-2 possibile con Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Dumfries (ballottaggio con Darmian), Barella, Brozovic, Calhanoglu e Perisic a centrocampo, Lautaro e Dzeko in attacco.
“L’Inter sta bene fisicamente e mentalmente, se le concedi qualcosa ti punisce perché ha un cinismo esagerato – il pensiero di Italiano – Se però ci presentiamo in campo come nelle ultime gare possiamo impensierirla e metterla in crisi, non dobbiamo sbagliare atteggiamento ma presentarci con attenzione e concentrazione”.
Il tecnico viola punterà su un 4-3-3 con Dragowski tra i pali, Odriozola, Milenkovic, Igor e Biraghi nel reparto arretrato, Bonaventura, Torreira e Duncan in mediana, Nico Gonzalez, Vlahovic e Callejon nel tridente offensivo.
Grande attenzione anche sull’Atalanta di Gasperini, chiamata a dare continuità al successo di Salerno contro il Sassuolo di Dionisi. Entrambe sono lontane dagli standard dello scorso campionato: i bergamaschi, anche all’Arechi, hanno mostrato una condizione fisica ancora precaria, i neroverdi sono reduci da un doppio ko con Roma e Torino.
I due allenatori faranno dunque ricorso al turnover, con Gasp che si affiderà a un 3-4-2-1 con Musso in porta, Djimsiti, Demiral e Palomino in difesa, Zappacosta, De Roon, Freuler e Gosens a centrocampo, Pessina e Malinovskyi alle spalle dell’unica punta Zapata. Qualche cambio anche nel 4-2-3-1 di Dionisi, che risponderà con Consigli tra i pali, Toljan, Chiriches, Ferrari e Kyriakopoulos nel reparto arretrato, Harroui e Maxime Lopez in mediana, Berardi, Djuricic e Boga sulla trequarti, Raspadori in attacco.