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Il Napoli espugna Monza e per una notte affianca l’Inter attesa dalla difficile trasferta di Bologna

FIRSTonline

Aggancio riuscito. La vittoria di Monza (0-1, gol di McTominay), anche se molto più faticosa del previsto, consente al Napoli di raggiungere l’Inter a 71 punti, rendendo così ancor più interessante il match di Bologna. Questa sera, infatti, i nerazzurri saranno costretti a espugnare il Dall’Ara, in una sfida delicatissima anche in chiave Champions (ore 18). La corsa al quarto posto è altrettanto incerta e intricata: in attesa di Bologna-Inter, Milan-Atalanta (20.45) e delle gare di Juventus, Lazio e Fiorentina (tutte domani), si è avvicinata parecchio la Roma, grazie al successo di misura sul Verona (1-0, gol di Shomurodov).

Monza – Napoli 0-1: gli azzurri faticano, poi ci pensa il solito McTominay 

Missione compiuta insomma, ma che fatica! Il Napoli ha iniziato la partita con il freno a mano tirato, senza riuscire a imprimere subito ritmo e intensità. Nei primi minuti ha persino concesso qualche spazio di troppo alle ripartenze del Monza, rischiando grosso. La prima occasione degna di nota l’ha costruita su calcio di punizione di McTominay, ma Turati si è fatto trovare pronto e ha respinto con sicurezza. Con il passare dei minuti, la squadra di Conte ha cercato di salire di tono: Rrahmani è andato vicino al gol sugli sviluppi di un corner, mancando il bersaglio per una manciata di centimetri. Poi ci ha provato Lukaku di testa, ma la sua incornata è stata deviata sopra la traversa. Ma è stato il Monza a sfiorare il colpo grosso: al 29’ Castrovilli ha avuto una palla d’oro dopo un inserimento sulla destra, ma ha calciato debolmente e graziato Meret. Da lì in poi, i partenopei hanno ballato parecchio. Mota ha sfiorato il vantaggio con una deviazione ravvicinata che ha fatto tremare Meret, e poco dopo ha provato anche un colpo di tacco, che però non ha avuto la forza giusta per sorprendere il portiere azzurro. Il primo tempo si è così chiuso sullo 0-0, con il Napoli in evidente difficoltà.

Nella ripresa, Conte ha cambiato le carte buttando nella mischia Anguissa al posto di Gilmour, ma la musica non è cambiata. Il Napoli ha continuato a faticare nel trovare spazi e sbocchi offensivi, restando prevedibile e poco incisivo. A mezz’ora dalla fine, il tecnico azzurro ha deciso di rischiare, passando al 4-2-4 con l’ingresso di Raspadori. Ed è stato proprio lui, al 69’, a inventare la chance più ghiotta della serata: palla perfetta in profondità per Politano, che però si è fatto ipnotizzare da uno straordinario Turati, divorandosi l’1-0. Il gol, comunque, era nell’aria ed è arrivato poco dopo. Ancora Raspadori protagonista, questa volta con un cross telecomandato per la testa di McTominay, che ha incornato in rete approfittando della prima vera disattenzione della retroguardia monzese. Il Napoli ha dovuto stringere i denti fino al triplice fischio, ma alla fine ha portato a casa tre punti fondamentali. Vittoria pesante, che rilancia le ambizioni scudetto e mantiene viva la pressione sull’Inter.

Conte: “Sono aperto a restare, ma qui mi chiedono di vincere e non so se ci sono i mezzi”

“Avevamo studiato un piano gara per impossessarci della partita, all’inizio col doppio play l’abbiamo fatto ma non riuscivamo a riempire abbastanza l’area – l’analisi di Conte -. Nel secondo tempo, con l’ingresso di Anguissa e Raspadori, abbiamo cambiato alcune situazioni, sfruttando un altro tipo di piano. Sono partite sulla carta facili, ma la posta in palio è talmente alta che la pressione è fortissima e io l’avverto. Per molti ragazzi è la prima volta che vivono un testa a testa, stare lì è qualcosa di inaspettato e straordinario per tutto quello che stiamo facendo. Onore a questi ragazzi, è merito loro se continuiamo a dare fastidio. Io a Napoli ci sto benissimo, la mia famiglia si è integrata molto bene, si mangia alla grande, c’è sempre il sole e i tifosi sono fantastici. Noi dobbiamo vivere il presente sapendo che da parte mia ci sono tutte queste cose favorevoli, ma la gente vuole vincere, ha ambizione. Da parte mia c’è grande apertura, qui ho trovato una piazza che mi dà emozione e per me è molto importante, però chi mi prende sa che porto aspettative e devi lottare per vincere lo scudetto. Io posso fare da garante su tutto, però non sono stupido se non ci sono i mezzi necessari per fare questo”.

Roma – Verona 1-0: decide Shomurodov, giallorossi a meno 2 dalla zona Champions 

La Roma non si ferma più. All’Olimpico, davanti a oltre 62 mila spettatori in delirio, le è bastato un gol di Shomurodov nel primo tempo per avere la meglio su un buon Verona e continuare a cullare il sogno Champions. I giallorossi sono tornati alla vittoria dopo i due pareggi con Juve e Lazio, hanno allungato a 17 la striscia di risultati utili consecutivi (Ranieri ha eguagliato il record di Spalletti del 2015-16 e di Garcia del 2013-14) e si sono portati momentaneamente a -2 dal quarto posto occupato dalla squadra di Tudor, in attesa delle sfide di domani. Ranieri ha puntato su Shomurodov (preferito a Dovbyk), supportato sulla trequarti dai “giocolieri” Soulé e Baldanzi.

Dall’altra parte, Zanetti ha schierato sulle fasce Thatchoua e Bradaric, recuperando Sarr in avanti. E proprio Sarr ha avuto subito la palla buona: lanciato in profondità da Duda, si è trovato solo davanti a Svilar, ma ha calciato sull’esterno della rete. Poco male per la Roma: l’arbitro Pairetto aveva comunque segnalato il fuorigioco. Scampato il pericolo, la Roma ha subito trovato il vantaggio: Soulé, ispirato da Cristante, si è infilato in area, ha provato il tocco sotto su Montipò, e sulla palla vagante in mezzo all’area si è avventato Shomurodov, che ha insaccato tra Coppola e Ghilardi, colpevolmente in ritardo (4’). Settima rete stagionale per l’uzbeko, la quarta in campionato. La Roma ha continuato a spingere, e a un certo punto Ranieri ha anche accentrato Baldanzi da falso nove per sfruttare la lentezza dei centrali veronesi.

Prima dell’intervallo, i giallorossi hanno avuto un’altra occasione: sul cross dalla sinistra di Saelemaekers, Mancini ha mancato la porta di testa da pochi passi. Nella ripresa, il Verona è partito forte, mentre la Roma ha faticato a riprendere il controllo del gioco. Zanetti ha inserito Serdar e Suslov, a sostegno di Sarr e Mosquera. Ranieri ha risposto con Pisilli per alzare il baricentro della squadra. Il duello in mezzo al campo è diventato acceso, con Koné e Duda protagonisti di un confronto intenso e maschio. Per cambiare l’inerzia, Sir Claudio ha deciso di gettare nella mischia anche Dovbyk, schierandolo in coppia con Shomurodov. Zanetti ha risposto con Livramento, mentre tra i giallorossi sono entrati Rensch ed El Shaarawy. Negli ultimi minuti, la Roma si è chiusa a protezione del vantaggio e si è portata a casa tre punti pesantissimi. La Champions resta difficile, ma da ieri sera, forse, anche Ranieri ci crede un pochino di più.

Ranieri: “La Champions è un sogno, ci proveremo. Il futuro? Non resto ed è giusto così”

“È stata una partita difficilissima come ce la immaginavamo – ha spiegato Ranieri -. Sapevamo che loro sono un rullo compressore, che giocano in avanti e poi ti vengono a pressare, però bene per noi perché siamo riusciti a sbloccare subito il risultato. Bene Soulé e il cambio gioco di Cristante che è stato meraviglioso. Bene anche Shomurodov, tutti quanti, non mi piace fare delle classifiche. Volevamo i tre punti, sono arrivati e ora ci facciamo una buona Pasqua noi e i tifosi. La Champions? Io accetto scommesse, ho il salvadanaio, datemi i soldi (ride, ndr). Noi ci proviamo, c’è il sogno, benissimo, c’è il pensiero e poi c’è l’azione. Adesso c’è da lavorare perché abbiamo delle partite bellissime, non sarà una passeggiata tra i boschi. Il futuro? Non resto perché basta, è giusto così. Bisogna lasciare al nuovo allenatore il tempo di capire il gruppo, plasmarlo e cominciare a salire in classifica. Un altro anno con me sarebbe perso e io non voglio che la Roma perda altro tempo. Abbiamo tanto da lavorare, per cui è giusto che io mi faccia da parte e arrivi un nuovo allenatore che sappia ciò che vuole e come ottenerlo”.

Bologna – Inter (ore 18, Dazn e Sky)

Una sfida che può decidere la stagione. Bologna-Inter non è una finale, ma ci assomiglia parecchio. In palio, del resto, ci sono punti pesanti sia in chiave scudetto che Champions, perché se è vero che i nerazzurri si giocano un bel pezzo di tricolore, il discorso vale anche per i rossoblu, costretti a fare punti per non perdere terreno nella lotta al quarto posto. Gli occhi puntati sul Dall’Ara saranno tantissimi, a cominciare da quelli di Conte: il tecnico si affida a Italiano per fermare, o quantomeno rallentare, la corsa della capolista, agganciata momentaneamente dopo il successo di Monza. La trasferta, del resto, presenta un coefficiente di difficoltà piuttosto alto, sia per il valore del Bologna che per le fatiche post Bayern, inevitabili dopo una notte di Champions di quel tipo. L’Inter sa di trovarsi di fronte a un “trappolone” bello e buono, ma anche di essere superiore all’avversario. Certo, le gambe cominciano a pesare parecchio e anche la testa, al di là delle dichiarazioni di facciata, è indubbiamente affaticata. Ricaricare le pile ogni tre giorni non è affatto semplice, tanto più al cospetto di squadre che hanno potuto prepararsi per tutta la settimana. D’altra parte, la sconfitta di Bergamo ha dimostrato che questo Bologna, per quanto accattivante, non è imbattibile, anzi potrebbe soffrire la pressione di dover fare punti per forza, pena rischiare di doversi “accontentare” delle coppe minori. L’Inter, costretta a rinunciare a Thuram per affaticamento muscolare (potrebbe saltare anche il derby di mercoledì), non potrà affidarsi al solito turnover, quantomeno nelle dosi massicce degli ultimi tempi. Il tecnico mischierà le carte senza stravolgimenti, cambiando solo due giocatori rispetto all’undici anti-Bayern: si tratta di Dimarco, appena rientrato dall’infortunio e, appunto, Thuram. Al loro posto spazio a Carlos Augusto e Correa, per un’Inter in campo con la miglior formazione possibile. 

Bologna – Inter, le probabili formazioni 

Bologna (4-2-3-1): Ravaglia; Holm, Beukema, Lucumì, Miranda; Freuler, Aebischer; Orsolini, Odgaard, Ndoye; Dallinga

In panchina: Bagnolini, De Silvestri, Lykogiannis, Erlic, Moro, El Azzouzi, Fabbian, Pobega, Cambiaghi, Dominguez, Pedrola, Castro

Allenatore: Italiano

Indisponibili: Calabria, Ferguson, Skorupski, Casale

Squalificati: Nessuno

Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Carlos Augusto; Correa, Lautaro

In panchina: Martinez, Di Gennaro, De Vrij, Bisseck, Zalewski, Dimarco, Asllani, Frattesi, Arnautovic, Taremi

Allenatore: Inzaghi

Indisponibili: Thuram, Dumfries, Zielinski

Squalificati: Nessuno

Milan – Atalanta (ore 20.45, Dazn)

Questione di prospettive. Milan e Atalanta si apprestano alla sfida odierna con punti di vista opposti. Se per la Dea, infatti, si tratta di uno snodo importantissimo in chiave Champions, per i rossoneri è soprattutto un test in vista del 23 aprile, giorno del ritorno della semifinale di Coppa Italia contro l’Inter. Non solo un derby, ma anche la strada più agevole per rientrare in Europa dalla porta principale. In campionato, infatti, il Diavolo si è complicato la vita al punto da dover rincorrere un’impresa: otto i punti di distanza dal quarto posto, quello che vale la qualificazione alla prossima Champions League, obiettivo minimo dichiarato a inizio stagione. Un gap che, a sei giornate dalla fine, appare quasi incolmabile. E nemmeno le posizioni utili per Europa League o Conference sono attualmente a portata: la Roma sesta dista sei lunghezze, la Lazio settima cinque. Diverso il discorso in Coppa Italia, dove basterebbero due vittorie per staccare il pass europeo. Sulla carta sembra semplice, ma l’ostacolo Inter (capolista in Serie A e in corsa per la finale di Champions) impone un’altra impresa. Eppure, finora, il bilancio stagionale dei derby sorride ai rossoneri, che hanno saputo imbrigliare i nerazzurri sia con Fonseca che con Conceiçao. A Udine, il tecnico portoghese ha deciso di cambiare spartito e sperimentare con successo il 3-4-3, sistema che verrà riproposto anche stasera, in quella che sembra a tutti gli effetti una prova generale in vista del derby: dovessero arrivare risposte positive, sarà difficile tornare sui propri passi e ripristinare la vecchia linea a quattro.

Sull’altro fronte, l’Atalanta arriva a San Siro con un solo obiettivo: fare punti pesanti in ottica Champions. Il focus della squadra di Gasperini è tutto sulla sfida odierna, perché il futuro della Dea passerà anche da qui. Il successo col Bologna ha restituito certezze a un gruppo che cercava fiducia: la coppia Retegui-Pasalic ha riacceso il motore offensivo e, soprattutto, la squadra sembra aver ritrovato quella tenuta mentale che serve per reggere fino alla fine. L’obiettivo stagionale (al netto del sogno scudetto svanito nello scontro diretto con l’Inter) resta la qualificazione alle coppe europee. Una volta raggiunta la certezza aritmetica, il club potrà pianificare con maggiore serenità la prossima stagione. Resta però da sciogliere il nodo principale, ovvero il futuro di Gian Piero Gasperini. Il tecnico ha ancora un anno di contratto e le parti si siederanno presto a discutere. Non è escluso che si vada avanti fino alla naturale scadenza, ma prima servirà trovare un’intesa su visione e obiettivi comuni.

Milan – Atalanta, le probabili formazioni 

Milan (3-4-3): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Jimenez, Fofana, Reijnders, Hernandez; Pulisic, Jovic, Leao

In panchina: Sportiello, Torriani, Terracciano, Florenzi, Thiaw, Bartesaghi, Bondo, Musah, Chukwueze, Joao Felix, Sottil, Abraham, Gimenez

Allenatore: Conceiçao 

Indisponibili: Walker, Loftus-Cheek, Emerson Royal

Squalificati: Nessuno

Atalanta (3-4-1-2): Carnesecchi; Toloi, Hien, Djimsiti; Bellanova, Ederson, De Roon, Zappacosta; Pasalic; Retegui, Lookman

In panchina: Rui Patricio, Rossi, Kossounou, Ruggeri, Samardzic, Sulemana, Cuadrado, Brescianini, Maldini, Vlahovic 

Allenatore: Gasperini

Indisponibili: Scalvini, Scamacca, Kolasinac, Posch, Palestra, De Ketelaere 

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Squalificati: Nessuno

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