Da solo al comando. Il Napoli di Antonio Conte spazza via il Monza e si prende la vetta della classifica in solitaria, complice la vittoria della Lazio sul campo del Torino. Gli azzurri balzano così davanti a tutti, anche se non si può assolutamente parlare di fuga: il campionato continua a viaggiare sul filo dell’equilibrio, visto che dal Napoli primo alla Roma nona ci sono solo 4 punti, con in mezzo Juventus, Milan, Inter, Torino, Empoli, Lazio e Udinese. Nel gruppone entrano anche le romane, vittoriose contro Toro e Venezia e aggrappate alla classifica più corta degli ultimi anni.
Napoli – Monza 2-0: Conte vola al comando con Politano e Kvaratskhelia
Il segnale dato dal Napoli è comunque importante, a prescindere dall’effettivo valore dell’avversario. Il Monza, infatti, è molto lontano dai fasti del passato, come si evince da una classifica che lo vede al penultimo posto con soli 3 punti, peraltro a rischio sorpasso in caso di successo odierno del Cagliari a Parma (ore 20:45), ma gli azzurri lo hanno schiantato senza il minimo problema, mostrandosi concentrati e cattivi proprio come il loro allenatore. La mano di Conte è sempre più evidente e non solo per il cambio di sistema, ormai passato stabilmente al 4-3-3: quel che più colpisce è l’anima della squadra, totalmente rinata rispetto alla scorsa stagione. Se qualcuno temeva un approccio molle ha dovuto subito ricredersi, perché il Napoli è entrato in campo come una belva feroce, pilotato da un comandante assettato di vittoria come pochi.
La resistenza brianzola, ovvero difesa a oltranza, è durata solo 22’: tanti, o pochi a seconda dei punti di vista, ne sono bastati a Politano per freddare Turati e dare il via alla festa del Maradona. Il raddoppio è arrivato 11 minuti più tardi con Kvaratskhelia, bravo a gettarsi su un pallone vacante e a scagliarlo in rete, dopodiché gli azzurri si sono calmati, limitando la ricerca del terzo gol (sfiorato da McTominay con un colpo di testa a fil di palo) ad alcuni sporadici episodi. Il Monza ha tentato di riaprire la partita, ma gli unici tentativi degni di nota sono stati una zuccata di Djuric e una punizione di Maldini: decisamente troppo poco per spaventare un Napoli a immagine e somiglianza di Conte, dunque proiettato verso un campionato di vertice assoluto.
Conte vola basso: “Scudetto? Altri sono più competitivi di noi”
“Abbiamo il vantaggio di allenarci per tutta la settimana, ma anche lo svantaggio di non avere una rosa competitiva per l’Europa – ha puntualizzato Conte -. Scudetto? Noi lavoriamo per alimentare i sogni, la realtà però dice che siamo molto lontani dal fare voli pindarici. Dobbiamo stare coi piedi per terra e sudare partita dopo partita, la realtà è che dobbiamo lavorare molto, tante squadre sono davanti a noi. Dobbiamo riportare il Napoli dove compete, dunque non a 40 punti dall’Inter come nella scorsa stagione. Lukaku non ha segnato? L’importante è che partecipi attivamente facendo quello che deve fare per raggiungere l’obiettivo finale, sta lavorando anche con carichi superiori rispetto alla media perché è arrivato in condizioni non perfette. Può spostare sempre qualcosa in positivo durante una partita, ha dato tanto per la squadra”.
Roma – Venezia 2-1: i giallorossi la ribaltano con Cristante e Pisilli
Domenica di sorrisi anche per la Roma, seppur al termine di una grande sofferenza. Battere il Venezia, infatti, non è stato per nulla facile, anzi l’Olimpico ha temuto a lungo di tornare a casa con il classico cerino in mano. Merito della squadra di Di Francesco, passata in vantaggio per prima e più volte vicina al raddoppio, colpa di quella di Juric, confusa, arruffona e imprecisa, quasi schiacciata dalla pressione di dover vincere per forza. Il clima dello stadio, inoltre, non aiuta, perché se è vero che il popolo romanista continua ad affollare gli spalti (tutto esaurito sia ieri che giovedì), lo è anche che i fischi piovono copiosi, evidentemente figli di quanto accaduto con De Rossi.
La migliore notizia per Juric, bravo ad azzeccare i cambi e a correggere la squadra in corsa, è dunque il risultato, ma è giusto sottolineare pure la personalità dei suoi: potevano squagliarsi sotto i colpi del Venezia, invece sono rimasti in partita fino alla fine, ribaltandola al momento giusto. La doccia gelata era arrivata a pochi istanti dall’intervallo, con Pohjanpalo rapace a sfruttare una palla vacante nell’area giallorossa e a trafiggere Svilar per il clamoroso 0-1 arancioneroverde (44’). La ripresa cominciava così con la Roma a caccia del pareggio, ma a sfiorare il gol erano nuovamente i veneti, prima con Busio (fuorigioco di poco), poi con Oristanio, fermato solo dall’ottimo portiere serbo. Il match sembrava scorrere senza particolari scossoni, ma al 75’ ecco l’episodio decisivo: tiro di Cristante senza particolari pretese e deviazione decisiva di Busio per l’1-1. La Roma ritrovava verve e all’83’ completava la rimonta con Pisilli, entrato poco prima al posto di Koné: il giovane centrocampista, nato a San Basilio e con un passato in Curva Sud, faceva esplodere l’Olimpico con un bel colpo di testa, regalando a Juric 3 punti di platino.
Juric: “Secondo tempo fantastico, i cambi ci hanno aiutato”
“Nel secondo tempo abbiamo alzato il ritmo e giocato meglio, eravamo più freschi e abbiamo fatto bene – l’analisi di Juric -. Giovedì avevamo giocato una gara di grande intensità e ci sta che qualcuno sia entrato un po’ sotto ritmo. Con i cambi siamo passati a quattro e ci siamo trovati molto bene, interpretando al meglio la gara: quelli che sono entrati hanno dato una grande mano alla squadra. Ai ragazzi non manca la voglia di vincere e l’hanno dimostrato di nuovo, il secondo tempo è stato fantastico. Il gruppo lavora tanto e vuole crescere, sono molto fiducioso, anche perché abbiamo alcuni giovani con talento, gamba ed entusiasmo. Hanno tanta energia, sono belli e puri: Pisilli, Baldanzi e Soulè sono gente giusta”.
Torino – Lazio 2-3: biancocelesti corsari con Guendouzi, Dia e Noslin
Bella vittoria pure per la Lazio, che espugna Torino e torna a casa con 3 punti importantissimi per classifica e morale. I biancocelesti salgono a quota 10, dunque in piena bagarre Europa: obiettivo centrato grazie a un’ottima prestazione, nonostante un avversario ostico e le fatiche di Coppa. Passo indietro invece per il Toro di Vanoli, costretto a dire addio al primo posto conquistato appena una settimana fa. I granata avrebbero voluto fare ben altra partita, ma sono stati sorpresi dalla freschezza laziale, apparsa superiore sin dall’inizio. Il primo tempo, in particolare, è stato di chiaro stampo biancoceleste, anche in virtù del gol spacca-equilibrio trovato da Guendouzi (su bella iniziativa di Tavares, al quarto assist in altrettante partite) dopo appena 8’. Il clou è però arrivato nella ripresa, quando la squadra di Baroni ha raddoppiato con Dia (60’): a quel punto il Toro ferito ha abbozzato una reazione, trovando l’1-2 con un bel diagonale di Adams (67’), subentrato poco prima al posto di Tameze. Sembrava il preludio a un cambio di copione, invece la Lazio ha continuato a pungere, fermata solo dall’errore di mira di Castellanos, ipnotizzato da Paleari. Nel finale però i biancocelesti hanno trovato il terzo gol con Noslin (89’), chiudendo di fatto la partita: la splendida rete di Coco, infatti, è arrivata solo al 92’, troppo tardi per cambiare il corso della storia.
Baroni: “Complimenti ai ragazzi, ma possiamo migliorare ancora”
“Voglio fare i complimenti ai ragazzi, in settimana abbiamo viaggiato tanto ma sono rimasti concentrati – il commento entusiasta di Baroni -. Stiamo crescendo, dal punto di vista delle prestazioni ci mancano dei punti, però dobbiamo anche essere contenti per quanto creiamo e segniamo. I giocatori sono ricettivi, seguono la nostra linea e noi continuiamo a lavorare. Durante la settimana ci alleniamo bene, io dico sempre che si gioca di conseguenza, la squadra ha dato tanta disponibilità, poi devo essere il primo ad avere coraggio. A livello difensivo secondo me ci muoviamo bene, purtroppo subiamo tanto per delle non-azioni dell’avversario e possiamo migliorare ancora”.