Il secondo posto è sempre più azzurro. Con la vittoria di ieri a Torino il Napoli si avvicina prepotentemente all’obiettivo Champions, distante ormai solo 90’: nel prossimo turno basterà battere il Frosinone (già retrocesso) al San Paolo per tornare ufficialmente nell’élite europea. La Roma, nonostante la bella vittoria sul Chievo, resta aggrappata al filo della matematica ma è chiaro che solo un miracolo potrebbe cambiare la classifica: 3 punti contro il Milan rischiano di non essere sufficienti.
“Manca ancora una partita e non possiamo sbagliarla – ha tuonato Sarri in conferenza stampa. – Contro il Frosinone mi aspetto una mano dai nostri tifosi, il secondo posto sarebbe un’impresa e noi dobbiamo centrarla a tutti i costi. Solo dopo parleremo del mio contratto, farlo prima non avrebbe senso”.
Concetti insindacabili quelli del tecnico azzurro, anche lui però sa bene che il traguardo è davvero a un passo. Il suo Napoli infatti si trova a meraviglia nel catino amico del San Paolo, inoltre, dopo alcune settimane di calo, sembra aver ritrovato la gamba dei tempi migliori. L’approccio al match di Torino è stato semplicemente perfetto, tanto che il risultato era già sul 2-0 dopo appena 20’.
A sbloccarlo, ça va sans dire, Gonzalo Higuain, arrivato a quota 33 in campionato proprio come Angelillo: ora nel mirino c’è Nordahl e per raggiungerlo serviranno altri 2 gol, obiettivo più che raggiungibile contro un Frosinone già retrocesso in B. Dopo il Pipita è toccato a Callejon (20’, tap in a porta vuota su assist di Hamsik) matare il Toro, ritrovatosi solo nella ripresa grazie a un bel pallonetto di Bruno Peres (66’), per l’1-2 definitivo.
La Roma comunque il suo dovere l’aveva fatto. I giallorossi, evidentemente affamati vista l’ora di pranzo, si erano mangiati in un sol boccone il Chievo di Maran, spettatore non pagante di un evento più sentito per Totti che per la classifica. I 60mila dell’Olimpico infatti erano tutti per il Capitano, arrivato a quota 600 con la maglia giallorossa e pronto a firmare il rinnovo nel giro di pochi di giorni.
La partita comunque aveva una valenza importante: un passo falso avrebbe spento i sogni di rimonta prima ancora di fine giornata. “Abbiamo fatto quello che dovevamo, ci siamo giocati questa possibilità nel migliore dei modi – le parole di Spalletti. – Entrare in Champions senza preliminari sarebbe molto meglio anche per il mercato ma non dobbiamo vivere tutto ciò con stress: la nostra coscienza è a posto”.
Effettivamente è proprio così, almeno per quanto riguarda il tecnico attuale: a pensare ai punti buttati nella gestione Garcia, infatti, verrebbero in mente ben altri discorsi. Con Spalletti invece la cavalcata è stata ottimale, tanto da chiedersi cosa sarebbe successo se la squadra gli fosse stata affidata prima. Anche ieri la sua Roma ha dimostrato di avere una fisionomia ben precisa: 4-3-3 tutto tecnica, muscoli e velocità, per giunta senza dare alcun punto di riferimento agli avversari.
Il primo gol è arrivato al 18’ con Nainggolan (già 6 i suoi centri nell’era Spalletti), il secondo al 39’ con Rudiger, e così il match era già archiviato prima ancora dell’intervallo. Per il punto esclamativo s’è dovuto attendere l’85’, quando Totti (entrato da una mezzora scarsa e letteralmente travolto dall’affetto dell’Olimpico) ha pennellato uno splendido assist per Pjanic, ovviamente trasformato in rete.
Un 3-0 che rischia di non bastare alla Roma: il Napoli, come detto in precedenza, è padrone assoluto del proprio destino. Il calcio però insegna che è bene non dare nulla per scontato, nemmeno quando sembrerebbe esserlo davvero.