Il MUSE – Museo delle Scienze – di Trento, progettato dall’archistar Renzo Piano, ha da poco compiuto cinque anni. Dal 29 luglio 2013 – quando il Museo delle Scienze di Trento ha aperto la sua sede – al 30 giugno 2018, i visitatori sono stati oltre 3 milioni. La presentazione dei dati è stata occasione anche per comunicare un nuovo importante investimento in cultura: il Planetario digitale del MUSE che inaugurerà nella primavera del 2019.
Tre milioni e 200 mila è il numero di visitatori che hanno visitato le strutture che fanno parte della rete MUSE dalla sua inaugurazione. Si tratta dei visitatori del Museo delle Scienze disegnato da Renzo Piano e delle sue strutture territoriali: Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, Museo delle Palafitte di Ledro, Giardino Botanico Alpino delle Viote, Terrazza delle Stelle del Monte Bondone, Stazione Limnologica del Lago di Tovel, Museo Geologico di Predazzo e il recente Centro Visitatori Udzungwa in Tanzania. Si tratta di un trend positivo e costante nel tempo di oltre mezzo milione di visitatori all’anno che testimonia la capacità del MUSE di essere una struttura rilevante per il turismo culturale, per le numerosissime attività educative, per l’occupazione e per lo sviluppo locale.
Anche per il 2017 – a confermare le percentuali degli anni precedenti – la provenienza dei visitatori si scompone in un 24% di visitatori provenienti dal Trentino Alto Adige, 69% dalle altre regioni italiane, 7% dall’estero. Tra le regioni limitrofe che si confermano maggiormente affezionate al Museo il Veneto con un 26% di provenienza, 20% Lombardia e 12% Emilia Romagna. Per l’estero, il 38% proviene dalla Germania e l’11% dall’Olanda. Dati che parlano di una capacità del museo di essere punto di riferimento e attrazione non solamente per il pubblico locale, ma anche nazionale e internazionale; un’eccellenza trentina che ben figura a livello internazionale, basti pensare che l’ottima affluenza di pubblico colloca il Museo nella top ten dei musei italiani più visitati e 1° per numero di visitatori tra i musei scientifici.
Tra i visitatori, l’apporto dato da gruppi e scolaresche corrisponde al 40% del totale. In 5 anni, l’utenza scolastica ha sfiorato il milione di presenze, con scuole che provengono, oltre dal Trentino, principalmente da Veneto, Emilia Romagna e Lombardia.
La macchina MUSE è inoltre fonte di impiego, soprattutto giovanile: ogni anno più di 250 persone vi trovano occupazione e/o occasione di alta formazione. Circa l’85% del personale è laureato e l’età media è di 37 anni. La diversità di genere, inoltre, per il Museo costituisce una ricchezza: tra le persone impiegate infatti il 57% sono femmine, il 43% maschi. Piace segnalare infine che, nel 2017, il MUSE ha ottenuto il certificato Family Audit Executive, una certificazione che ha lo scopo di rendere compatibile l’impegno lavorativo con esigenze familiari e personali.
Dal punto di vista economico, il MUSE ha raggiunto una capacità di autofinanziamento che si aggira attorno al 46%, un dato unico sul territorio nazionale e rilevantissimo anche a livello europeo, con un indotto sul sistema economico provinciale pari a circa 7,5 milioni di euro all’anno.
Tra le collaborazioni, in questi 5 anni, il MUSE ha lavorato attivamente con 142 istituzioni in Italia e all’estero: ben 95 realtà con sede in Trentino, 10 in Alto Adige, 26 nelle restanti regioni italiane e con 11 realtà internazionali con sede in Italia. Collaborazioni internazionali anche per quanto riguarda la ricerca, con oltre 80 partner internazionali tra istituti, enti di ricerca, fondazioni ecc.
INTERVENTI IN SINTESI
MARCO ANDREATTA – Muse, 5 anni di eccellenza
A cinque anni dall’apertura il Muse continua a incuriosire e affascinare, a stimolare il dibattito culturale, ad aumentare in tutti noi conoscenza e consapevolezza sui problemi della scienza. Da molti punti di vista rappresenta sempre più un unicum, un’eccellenza culturale in Italia e in Europa, che affronta temi di grande interesse e attualità quali la sostenibilità ambientale, il rispetto della biodiversità, l’accessibilità e la qualità della formazione, la collaborazione per il raggiungimento di obiettivi comuni. Temi centrali nelle agende politiche ed economiche del mondo, descritti tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 dell’ONU. Temi cari da tempo alla cultura e alla politica del nostro territorio, che li ha sempre trattati con grande serietà, spesso anticipando i tempi e influenzando positivamente le scelte di tutto il Paese. La creazione del Muse ha rappresentato un passo fondamentale nel processo di investimento in ricerca e innovazione sviluppato in Trentino negli ultimi 50 anni; per questo dobbiamo ringraziare tutti i trentini e i loro rappresentanti politici, ma anche le tante persone, scienziati, operatori della cultura, imprenditori, che hanno trasferito qui la loro attività per partecipare all’impresa.
Il Muse ha in atto cooperazioni importanti con enti di ricerca, formazione e divulgazione in tutto il mondo. Ad esempio, sta firmando un accordo quadro con l’Agenzia Spaziale Italiana, assieme alla quale vogliamo riflettere sui problemi dello spazio, dalla scoperta delle onde gravitazionali alle nuove missioni umane nello spazio.
I temi affrontati dal MUSE, spesso, dividono la società, sono “scottanti” come il riscaldamento globale, lo scioglimento progressivo dei ghiacciai e le nuove biotecnologie.
La sfida più difficile che il Muse dovrà porsi nei prossimi anni sarà il coinvolgimento, nel dibattito e nella formazione di una consapevolezza scientifica, di un ancor più ampio settore della società. Far comprendere che un’analisi scientifica dei problemi può solo aumentare la comprensione e non entra in conflitto con la sensibilità etica ed estetica individuale.
Oltre al contributo di scienziati e divulgatori, su questo tema, il Muse dovrà coinvolgere sempre più i cosiddetti stakeholder, dalle imprese agli operatori turistici, dai commercianti agli operatori sociali. Continuando a interessare e divertire i nostri alleati e fruitori che sono, accanto al mondo della scuola e della ricerca, il grande pubblico che ama la cultura, che vuole sapere e soprattutto capire, per assumere decisioni accorte sui difficili problemi del nostro tempo.
MICHELE LANZINGER – I primi cinque anni di vita come occasione per riflettere sul futuro.
Il Muse è un ente strumentale della Provincia autonoma di Trento e in questo ambito di ruoli e interdipendenze tra strutture viene declinata la nostra programmazione strategica. Alcuni passaggi fondamentali, alcune trasformazioni radicali che il Muse ha realizzato in questi anni sono da considerare un patrimonio da non disperdere; la capacità di generare conoscenza a partire dalla ricerca scientifica praticata in prima persona, ad esempio. La ricerca scientifica ha “illuminato” in questi anni il percorso culturale del museo con la concreta traduzione delle specifiche conoscenze in azioni di sviluppo locale. Per quanto riguarda il futuro, il Muse è stato tra i primi a livello internazionale ad aver posto al centro della propria visione i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, assunti come strategia globale da perseguire entro il 2030 dalle Nazioni Unite. Il MUSE li ha intercettati fin dalla loro enunciazione, portandoli progressivamente al centro del modo di intendere la nuova identità del museo e spostando la programmazione ben oltre l’antico trittico di conservare, studiare, esporre.
Accanto all’attenzione verso il patrimonio materiale o immateriale conservato, un compito che non può certamente essere dimenticato per i musei è quello di un’intensa partecipazione civica. Si tratta di una bellissima sfida per i musei che si trovano a poter rileggere e sperimentare un paradigma del tutto nuovo: essere luoghi di conservazione dei patrimoni e allo stesso tempo importantissimi laboratori di elaborazione di futuro. Si tratta quindi anche di un impegno super concreto per il MUSE che, nell’accingersi a compiere i suoi primi cinque anni di attività, si trova nelle condizioni di poter intervenire in questi nuovi e stimolanti ambiti.