Vincono tutte, tranne la Lazio. Le pretendenti alla zona Champions chiudono girone d’andata e anno solare con risultati importanti, confermando ciò che è ormai chiaro da tempo: per il quarto posto sarà bagarre fino alla fine. La partita più delicata era sicuramente quella del Milan e non solo per questioni di classifica. Un risultato negativo, infatti, avrebbe potuto scuotere prepotentemente la panchina di Gattuso, per quanto le dichiarazioni di Leonardo e Maldini alla vigilia avessero un po’ stemperato il clima. Battere la Spal restava comunque una priorità per i rossoneri, tanto più dopo i risultati del pomeriggio di Inter, Roma e Lazio, che li mandavano momentaneamente all’ottavo posto, con possibilità però di arrivare al quinto con un solo punto di distanza dal quarto.
Due opzioni molto diverse tra loro e il Milan, per sua fortuna, ha centrato quella migliore, seppur con la solita sofferenza. In condizioni normali, infatti, un 2-1 a San Siro contro la Spal in rimonta e con Romagnoli e Donnarumma decisivi nel finale verrebbe accolto malamente, ma questo, si sa, è un momento molto particolare e dunque non è il caso di fare gli schizzinosi. Meglio dunque prendersi tre punti e i gol che mancavano addirittura dal 2 dicembre e tornare a ridosso della Lazio: la sosta servirà a calmare gli animi e, magari, a rinforzare un po’ la rosa. Da ieri è tornato a circolare prepotentemente il nome di Muriel, che potrebbe arrivare in prestito dal Siviglia: soluzione che farebbe comodo a Via Aldo Rossi, costretta a muoversi con prudenza per non irritare l’Uefa e a Gattuso, bisognoso di una punta in più.
Anche se ieri Rino ha ritrovato Higuain e questa, assieme al risultato, è la notizia che più gli piace. Il Pipita, dopo un inizio nervoso condito da imprecisioni e qualche fischio di San Siro, s’è finalmente sbloccato con un gol di rapina e potenza, mettendo così fine a un digiuno che durava da otto partite e dando al Milan un successo fondamentale. Prima della sua rete (64’) un primo tempo di sofferenza, con la Spal subito in vantaggio con Petagna (13’, deviazione decisiva di Romagnoli) e i rossoneri a riagguantare il pareggio con Castillejo (16’, gran sinistro sotto l’incrocio), dopo invece espulsione di Suso (salterà la Supercoppa con la Juve del 16 gennaio) e, soprattutto, squadra di Semplici pericolosissima e fermata solo da un salvataggio del capitano del Milan su Petagna e da una grande parata di Donnarumma su colpo di testa di Fares. “Dopo essere andati sotto non era facile ribaltarla, soprattutto in questo periodo – l’analisi di Gattuso. – Mi è piaciuta la mentalità dei ragazzi, anche se forse avremmo dovuto chiuderla prima. Sono contento anche per Higuain, lui vive per il gol, è sempre stato un cecchino e ha vissuto male questo periodo. Il rigore sbagliato e l’espulsione contro la Juve è stata una mazzata per lui, ma è un giocatore che deve ritrovare precisione e gol: ci è mancato, speriamo si sia sbloccato anche a livello mentale”.
Vittoria importante e sofferta anche per l’Inter, che chiude così il 2018 in crescendo: il successo con l’Empoli arriva infatti dopo quello col Napoli e aiuta a rasserenare un po’ un ambiente in ebollizione continua, seppur per episodi che poco c’entrano col campo. Il match del Castellani non passerà di certo alla storia per il gioco e lo spettacolo ma ai nerazzurri poco importa: servivano i 3 punti e quelli sono arrivati. Decisivo, per una volta, non Icardi ma Keita Balde: l’ex Monaco, preferito a Perisic, ha siglato il gol vittoria (72’) proprio quando gli spettri del pareggio (e le conseguenti polemiche) cominciavano ad aleggiare minacciosi su Empoli.
“È un ragazzo splendido, nei modi di fare è sempre gioioso – lo ha elogiato Spalletti. – Queste sono partite che possono mettersi male se non le affronti nel modo giusto. Nel primo tempo non siamo stati brillanti, nella ripresa invece siamo andati meglio. Ora ci aspettano un campionato e un’Europa League importanti, poi c’è la Coppa Italia dove se fai bene la prima partita arrivi vicino a giocarti la finale”.
Tanti obiettivi ancora aperti per l’Inter, così come per la Roma. I giallorossi con il 2-0 di Parma hanno trovato la terza vittoria nelle ultime quattro partite, confermando una ritrovata solidità e, soprattutto, la fine della crisi. Espugnare il Tardini non era facile, tanto più senza subire gol, invece la squadra di Di Francesco c’è riuscita e ora, complice il passo falso della Lazio contro il Torino (1-1), può guardare al 2019 con più ottimismo. Il quarto posto, obiettivo imprescindibile per Pallotta, è a soli due punti e questo grazie al colpaccio di Parma, molto più complesso di quanto non dica il risultato finale. Fino al colpo di testa spacca-equilibrio di Cristante (58’) il match era stato equilibrato, con occasioni da una parte e dall’altra. Poi però, dopo il gol dell’ex Atalanta, il Parma ha dovuto necessariamente scoprirsi e la Roma ne ha approfittato con Under (75’) per il 2-0 finale. “Nelle ultime due gare ho visto tanta qualità in campo – il commento soddisfatto di Di Francesco. – Abbiamo ritrovato la nostra identità, cambiando ritmo nella ripresa e creando molte occasioni per far male agli avversari”.