Da Shevchenko a Ibrahimovic. L’ultima volta che il Milan aveva espugnato il “Barbera” (26 febbraio 2006) la firma era stata dell’ucraino, uno capace di segnare 175 gol con la maglia rossonera. Per sbancare Palermo insomma serviva uno così, uno come Zlatan Ibrahimovic. Lo avevamo detto in fase di presentazione, lo svedese si presentava al “Barbera” carico e voglioso, con quel pizzico di arrabbiatura che, se non eccessiva, non guasta mai. Nessuno però poteva immaginare un simile tornado: tre gol nel primo tempo (e solo un miracolo di Viviano ha evitato il quarto) non si vedono tutti i giorni. E così la trasferta infernale di Palermo si è trasformata in una allegra passeggiata, che ha permesso al Milan di conquistare tre punti importantissimi, che valgono la prima minifuga della stagione: “Vincere qui era fondamentale, i ragazzi hanno fatto una grandissima partita – ha detto Allegri – abbiamo iniziato subito forte, poi Ibra ha fatto tre gol bellissimi”.
Il tecnico ha giustamente reso omaggio all’attaccante svedese, senza però dimenticare la prestazione degli altri. Complice anche un Palermo disastroso (a proposito, chissà come l’ha presa Zamparini!), il Milan ha offerto un’ottima prova complessiva: da Thiago Silva (per lui anche un gol) a Robinho, da Muntari a Emanuelson, da Abate a Nocerino, i rossoneri hanno davvero dato spettacolo. L’unica nota negativa della serata arriva ancora una volta dall’infermeria: Antonini (risentimento ai flessori) e Emanuelson (distorsione alla caviglia) hanno dovuto abbandonare il campo prima della fine. In attesa di capire l’entità degli infortuni (che non sembrerebbero gravi), il totale degli indisponibili rossoneri sale a 13: se non è record, poco ci manca! Archiviata nel migliore dei modi la trasferta siciliana, il Milan può tornare a concentrarsi sulla Champions League.
Martedì sera i campioni d’Italia se la vedranno con l’Arsenal, per chiudere un discorso qualificazione ampiamente sistemato all’andata, ma la storia del club suggerisce comunque una certa attenzione. Allegri lo sa ed è per questo che già da ieri sera è concentratissimo sui “Gunners”. “Non ho tempo di gufare la Juventus – ha detto il tecnico – devo pensare all’Arsenal…”. Sarà anche vero, ma immaginiamo che ieri, verso le 22.30, gli sia scappato più di un sorriso.