Il Milan sale in vetta alla classifica, la Juventus riacciuffa la zona Champions. La domenica di Serie A regala il sorpasso dei rossoneri sui cugini dell’Inter, ma anche il pareggio in extremis dei bianconeri sul campo dell’Atalanta. Due risultati molto diversi tra loro, eppure altrettanto importanti: di certo non ci siamo annoiati, presi da un campionato sempre più avvincente, in ogni sua zona.
Vittoria importantissima quella del Diavolo, ottenuta con il minimo sforzo, anche se l’1-0 finale non rende giustizia a quanto visto in campo. La squadra di Pioli, infatti, ha avuto molte occasioni per rimpinguare il risultato, ma l’imprecisione degli avanti rossoneri, uniti alla grande giornata di Falcone, ha fatto sì che il gol di Leao restasse l’unico della partita. È stato il portoghese, infatti, a colorare i 3 punti di rossonero, in coabitazione con Maignan: il portiere però non si è reso protagonista di parate, bensì dell’assist vincente per il collega, proprio come nella gara d’andata.
Già, perché la Sampdoria è riuscita nell’impresa di subire due reti fotocopia nello stesso campionato, con l’insolito schema portiere-attaccante: a Marassi era stato Diaz a beneficiare del lancio di Magic Mike, ieri invece a godere è stato Leao, splendido nel controllo di palla che ha bruciato Bereszynski e nel destro dell’1-0 (8’).
Da lì in poi il match si è messo in discesa, anche perché i blucerchiati sono rimasti chiusi proprio come se il risultato fosse ancora fermo sullo 0-0: paura di prendere nuove infilate, d’accordo, ma anche incapacità di creare problemi al Milan. Che invece, dopo un primo tempo soporifero, ha cercato più volte di trovare il 2-0, senza però riuscirci nonostante le tante occasioni avute. Il risultato è rimasto così in bilico fino alla fine, dopodiché il Diavolo ha potuto esultare per 3 punti di platino che valgono il sorpasso sull’Inter, seppur con una partita in più.
“È stata la settimana perfetta – il commento soddisfatto di Pioli – Ci attendevano incontri difficili e delicati per la classifica, aver centrato la vittoria in tutti e tre è un ottimo segnale. Mancano tante partite ovviamente… Ora recuperiamo le energie, poi ricominciamo a pensare a una partita per volta, come se fosse l’esame più importante. Se da tifoso crederei nello scudetto? Se facessi il tifoso sarei sugli spalti, io cerco solo di lavorare tanto per realizzare i sogni che faccio la notte”.
Da ieri la lotta al titolo è ancora più aperta, ma quasi sicuramente resterà un affare per tre. La Juventus, infatti, già staccata di diversi punti, non è riuscita a vincere lo scontro diretto con l’Atalanta, conditio sine qua non per provare la clamorosa rimonta. Allegri, anzi, deve ringraziare Danilo per il colpo di testa che, in pieno recupero (90+1’), gli ha evitato una brutta sconfitta, che gli avrebbe complicato, pure di parecchio, l’assalto al quarto posto, tornato nelle mani della Dea: dovesse vincere il recupero col Torino, infatti, sarebbe nuovamente in zona Champions.
Bella partita quella del Gewiss Stadium, intensa, vibrante, mai banale, proprio come da previsioni. Il fatto che il risultato si sia sbloccato solo al 76’ non è che una delle tante stranezze del calcio, perché le occasioni era state numerose sin dall’inizio, con due squadre decise a darsi battaglia per prendersi l’intera posta. Invece il pallone, un po’ per l’imprecisione collettiva, molto per il caso, non è mai entrato in porta fino al gol di Malinovskyi, subentrato poco prima a uno spento Muriel, non ha trovato lo splendido gol dell’1-0 con una punizione da urlo.
La Juve ha traballato, rischiato di prendere la seconda rete (traversa di Hateboer), poi però si è rialzata proprio a un soffio dalla fine con Danilo, volato in cielo su un corner di Dybala per trovare il preziosissimo pareggio. “Sarebbe stato un dispiacere perdere una partita giocata bene tecnicamente, abbiamo avuto diverse occasioni e sbagliato tanti gol – l’analisi di Allegri – Nel primo tempo abbiamo rischiato solo tre minuti, mentre nella ripresa abbiamo fatto bene anche se Malinovskyi è stato bravo, però ci abbiamo creduto fino alla fine pareggiando con Danilo. Lo scudetto? Pensiamo al quarto posto, quello lo vince l’Inter e lo dico con tutto il rispetto per Milan e Napoli”.
Molto diverso il clima in casa Atalanta, dove prevale la rabbia per aver perso la vittoria proprio nel finale, oltre che per qualche episodio arbitrale contestato. “È stata un’ottima partita per l’Atalanta, c’è stato sempre lo spirito giusto ed è mancata solo un po’ di fortuna – ha spiegato il dg Marino – Poi però ci sono anche stati due situazioni dubbie, Szczesny doveva essere espulso e ci manca un rigore per un mani di De Ligt”.
A completare la giornata di campionato anche il pareggio tra Sassuolo e Roma, Che vede Mourinho nuovamente con l’amaro in bocca. Certo, il 2-2 agguantato al fotofinish è comunque meglio che niente, ma l’idea di sfruttare lo scontro diretto di Bergamo per rosicchiare qualche punto è naufragata mestamente, in perfetta sintonia con il resto della stagione. E dire che i giallorossi erano riusciti a passare in vantaggio con un rigore di Abraham sul finire del primo tempo (45+1’), scenario più che favorevole contro un Sassuolo spuntato dalle assenze di Scamacca e Raspadori.
Invece, a inizio ripresa, ecco il ribaltone propiziato da Traoré, prima con un cross deviato da Smalling (47’), poi con un gol tutto suo su assist del solito Berardi (73’). In pieno recupero la Roma, in superiorità numerica per l’espulsione di Ferrari, è riuscita a pareggiare con Cristante (90+3’), ma il bicchiere resta comunque mezzo vuoto. “Alla vigilia non avrei firmato, ma ovviamente è meglio pareggiare che perdere, almeno restiamo imbattuti da quattro turni – le parole di Mourinho – In questi giorni ho letto tante bugie, si può dire che siamo scarsi e abbiamo limiti, ma non che il gruppo non è unito”.