Un pareggio che lascia tutto immutato e un altro, che invece, rischia di avere conseguenze piuttosto pesanti. Nelle previsioni della vigilia il match in grado di spostare gli equilibri sembrava essere Lazio-Milan, mentre in pochi pensavano lo stesso di Napoli-Chievo: risultato? Tutto il contrario. Già, perché lo “spareggio Champions” è terminato con un pari che, sostanzialmente, lascia invariata la classifica, invece lo 0-0 del San Paolo porta la Juve a +8 sugli di Ancelotti, costretti, a questo punto, più a guardarsi le spalle dall’Inter che a pensare allo scudetto.
Ad accomunare le partite di Roma e Napoli è la sorpresa per il risultato finale: se nessuno, infatti, dava credito al Chievo di Di Carlo, erano in pochi a fare lo stesso anche col Milan di Gattuso. E invece c’è mancato poco che i rossoneri riuscissero addirittura a vincere, in barba all’infinita lista di infortuni e alla squalifica di Higuain.
Va detto che i 3 punti sarebbero stati troppo generosi: al di là di aver trovato il pareggio in pieno recupero (Correa al 94’) era stata la Lazio a giocare meglio e ad avere le occasioni più nitide (su tutte le grandi parate di Donnarumma su Wallace e Immobile), mentre il Milan si era limitato a un palo di Calhanoglu e al gol di Kessie (77’), peraltro su fortunata deviazione dello stesso Wallace.
Subire un pari oltre il 90’ fa male ma il risultato resta più che buono per Gattuso, eppure i critici non si sono fatti attendere, su tutti Matteo Salvini. “Cosa aspettava a cambiare qualcuno? – le parole al vetriolo del Ministro dell’Interno. – Avevamo alcuni giocatori stanchi morti, non capisco la sua testardaggine. Non serviva certo un allenatore esperto, ci sarei arrivato anch’io senza patentino e pure chi era a casa e non stava preparando la pasta al sugo”.
“Con tutti i problemi che ha l’Italia lui ha tempo di chattare e parlare del Milan, qui c’è qualcosa che non va – la replica del tecnico rossonero. – Pensasse al Paese che siamo pieni di guai…”. Clima teso che però non cancella il buon punto raccolto, seppur col rammarico di essersi fatti raggiungere proprio alla fine.
Di certo la domenica di Ancelotti è andata peggio: col Chievo non si doveva sbagliare e invece è arrivato un pareggio che sa tanto di sconfitta. Lo 0-0 del San Paolo, oltre alla squadra di Di Carlo, fa sorridere solo gli altri: la Juve, che si porta così a +8 in classifica e l’Inter, tornata ad avere legittime ambizioni di secondo posto.
Il risultato è figlio di una certa sfortuna (pali di Insigne e Koulibaly) ma anche di una prestazione al di sotto delle aspettative, nella quale è emersa più la fase difensiva di un sorprendente Chievo che quella offensiva del Napoli. Sotto accusa poi il turnover di Ancelotti, tanto elogiato in passato quanto eccessivo ieri: lasciar fuori Fabian Ruiz, Allan, Hamsik e Mario Rui non ha pagato.
“Il problema è che siamo preoccupati poco prima della partita – ha spiegato il tecnico azzurro. – Penso che questa gara sia un buon test per prepararsi a quella di mercoledì con la Stella Rossa, troveremo pochi spazi dunque è il caso di saperlo prima. La classifica, invece, non mi preoccupa: quella la guarderò solo alla fine del girone d’andata”.
I verdetti non sono definitivi, ci mancherebbe, eppure la domenica del Napoli ha un sapore piuttosto amaro. E la Juventus, intanto, sorride sempre di più.