Il Milan risorge, la Roma sprofonda. Domenica di Serie A in tinta rossonera quella appena trascorsa, con il Diavolo capace di battere i giallorossi nel big match di San Siro e blindare il terzo posto in classifica, a meno 9 dall’Inter capolista ma a + 9 sulla Lazio quinta.
La lotta al quarto posto è una delle più avvincenti del campionato, anche perché le pretendenti sono tutt’altro che continue: il pareggio della Fiorentina (2-2 con l’Udinese) e la sconfitta del Bologna (2-1 a Cagliari) lanciano la Lazio, vittoriosa sul Lecce (1-0), a meno 1 dalla zona Champions, in attesa di un’Atalanta che, in caso di successo sul Frosinone (ore 20.45), la aggancerebbe al quinto posto.
Milan – Roma 3 – 1, i francesi (Adli, Giroud e Theo Hernandez ) blindano il terzo posto, giallorossi sempre più giù
La sfida “senza margine d’errore” l’ha vinta il Milan, capace di prendersi i 3 punti al cospetto di una Roma mediocre, fiaccata dall’assenza di Dybala e dalla maggiore qualità dei rossoneri. Il Diavolo ha legittimato il 3-1 finale ben prima della sassata di Theo Hernandez (84’), utile soprattutto per scacciare i fantasmi della scorsa stagione, quando i giallorossi riuscirono a rimontare 2 gol in pieno recupero. Questa volta, nonostante il rigore di Paredes a 20’ abbondanti dalla fine (69’), non c’è stato nessun finale pazzo, anzi il Diavolo ha legittimato la vittoria con una sassata traversa-gol di Hernandez imparabile per il povero Svilar, lanciato dal primo minuto per scelta tecnica.
Il match, di fatto si è concluso in quel momento, ma è giusto sottolineare come il Milan abbia prima sbloccato la partita (Adli all’11’), poi raddoppiato (Giroud al 56’), infine gestito al meglio la sfuriata romanista, peraltro senza disdegnare qualche giocata potenzialmente pericolosa. La Roma? Non pervenuta, al netto di proteste con l’arbitro Guida (Mancini e Cristante, diffidati, sono stati ammoniti e salteranno la sfida col Verona, che non ha fischiato nessun episodio da matita rossa).
Pioli esulta: “Critiche immeritate! Dobbiamo dimostrare il nostro valore”
“Sul 2-1 si erano riaperti i giochi, avremmo dovuto chiuderla prima – ha spiegato Pioli -. Abbiamo gestito bene il momento, ma il terzo gol ci ha riportato serenità nel finale. Dovevamo avere qualche punto in più e paghiamo quelle quattro partite in cui abbiamo raccolto solo due punti pur non giocando così male. Inutile però pensare a quello che avremmo potuto fare, meglio concentrarsi su presente e futuro tra campionato ed Europa League. Non sono preoccupato né infastidito o permaloso su certe critiche, le aspettative ce le siamo alzate da soli col nostro percorso in questi anni. Normale che ci si aspettava di andare avanti in Champions o di vincere tutte le partite, quando certi obiettivi non arrivano sono normali le critiche, ma conta lavorare con serietà e trovare soluzioni e migliorie. La stagione è lunga per dimostrare il nostro valore. Toglieteci dalla lotta scudetto però, il nostro obiettivo è fare un girone di ritorno meglio di quello d’andata”.
Lazio – Lecce 1-0, Felipe Anderson porta i biancocelesti al quinto posto
L’altra vincitrice della domenica, a conti fatti, è la Lazio di Sarri, salita al quinto posto grazie al successo sul Lecce e ai contemporanei flop di Fiorentina e Bologna. L’1-0 firmato Felipe Anderson (58’) certifica il cambio di pelle dei biancocelesti, molto meno avvezzi allo spettacolo di prima, ma nuovamente efficaci quando si tratta di fare punti. Con quella di ieri le vittorie consecutive in campionato sono diventate quattro, un mini-filotto di tutto rispetto che ha ridato smalto a una classifica insoddisfacente; se a queste, poi, aggiungiamo il derby vinto in Coppa Italia, ecco spiegato il momento d’oro della Lazio, tornata a fare la voce grossa in zona Champions e decisa ad andare in Arabia per giocarsi le sue chances in Supercoppa. Significativo, inoltre, che a timbrare il cartellino sia stato Felipe Anderson, schierato da Sarri come falso nove: soluzione attuata molte volte nella scorsa stagione e da riproporre in attesa di riavere il miglior Immobile.
Sarri soddisfatto: “Giocare alle 12.30 era un’imboscata, l’abbiamo schivata bene”
“Era una partita difficilissima per tantissimi motivi, c’era il rischio down contro un avversario che ha sempre creato difficoltà, e per un tempo lo abbiamo pagato – il commento di Sarri -. Giocare a mezzogiorno e mezzo è stata un’imboscata, ma sarebbe stato difficile anche se avessimo giocato alle 21. Felipe Anderson? Quando ha giocato da falso 9 ha fatto quasi sempre bene e anche la storia del contratto in scadenza è tipicamente italiana: in Inghilterra è normale parlarne a fine stagione, ci sarà tempo per risolvere. La Supercoppa in Arabia? È la parentesi di un campionato che ha bisogno di soldi, ma che li cerca nei modi meno opportuni”.