Vittoria e poco altro. Il Milan batte la Sampdoria 1-0 e si rialza in classifica, almeno fino a oggi pomeriggio. Non è stato certo un successo trascendentale, ma di questi tempi in casa rossonera non è proprio il caso di fare gli schizzinosi. “Era una gara difficile perché vincere era molto importante – ha ammesso Massimiliano Allegri. – E poi, finalmente, non abbiamo subito gol. Ci siamo difesi bene e abbiamo messo in campo il cuore, i ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro in un momento di stanchezza e difficoltà numerica”. Vero, e non a caso l’eroe della partita è stato Valter Birsa, uno che, in estate, sembrava destinato al massimo al ruolo di comparsa, se non addirittura al prestito. E invece lo sloveno, complici le numerose assenze, è diventato un fedelissimo di Allegri. D’altronde il tecnico toscano ha una predilezione per i giocatori di quantità, specie se ad essa abbinano tempi d’inserimento e qualche gol. Esattamente quello che ha fatto lui, trasformatosi man of the match a secondo tempo appena iniziato.
“E’ un buon giocatore con una discreta tecnica – ha dichiarato Allegri. – Già con Napoli e Bologna aveva mostrato le sue doti, può stare tranquillamente nella rosa del Milan”. Soprattutto in quella attuale, che non brilla certo per qualità. In questo bailamme di ritmi bassi e giocate orizzontali, emerge la classe di Robinho, uno che non si ammazza certo di fatica durante gli allenamenti, ma sa indubbiamente dare del tu al pallone. Estro, fantasia e visione, dopo la buona prova di Bologna il brasiliano si ripete anche a San Siro, peccato solo che, nelle specialità della casa, non ci sia il senso del gol. Incredibile quello sbagliato al 50°, quando Robinho, invece di depositare il pallone nella porta sguarnita, lo cicca regalandolo di fatto a Da Costa. E poi tanta paura, al punto di salvaguardare l’1-0 quasi fosse merce rara e preziosa, e non certo per meriti della Sampdoria. Comprensibilmente però Allegri prende e porta a casa: “Dopo un primo tempo in cui abbiamo sbagliato diverse situazioni, nel secondo abbiamo fatto bene. Non era un problema d’impegno, ma di riuscire a trovare una vittoria che avremmo già meritato contro Napoli e Bologna”.
Il tecnico toscano è soddisfatto anche perché l’emergenza infortuni sta per finire. Montolivo ed El Shaarawy sono pronti a rientrare e ieri c’è stato anche un pizzico di turnover utile a far rifiatare Abate e, per un tempo, Muntari. Complice poi l’inconsistenza della Sampdoria, Zaccardo e Constant (non certo due terzini di spinta) hanno giocato quasi da ali aggiunte, permettendo alla squadra di trovare qualche sbocco in più. Nel finale poi gloria anche per Niang, a cui le panchine degli ultimi tempi sembrano aver fatto decisamente bene. Il francese non segna, però ci va vicino, inoltre lotta, combatte e corre. Più difficile la serata (ma più in generale il momento) di Matri, sempre costretto a giocare spalle alla porta e a fare a sportellate con i difensori avversari. Ai fini della manovra si rivela indubbiamente utile, ma San Siro vuole i gol, altrimenti si spazientisce.
A proposito di stadio, da monitorare con attenzione eventuali segnalazioni degli ispettori di Lega. Ieri gli ultras rossoneri si sono ritrovati fuori dai cancelli per protestare contro la chiusura della curva. Fin qui niente di nuovo, e anche i cori contro Napoli, seppur evitabili, erano quantomeno prevedibili. Diverso però quanto accaduto dentro San Siro, questa volta nel primo anello blu. Che, sostituendosi alla curva, ha intonato un coro anti-Napoli subito stigmatizzato dallo speaker. Il risultato? Il canto è stato ripetuto. Intendiamoci, nulla di trascendentale, ma con le nuove regole il Milan rischia la chiusura dello stadio. Un problema in più, per una squadra che non ne aveva certo bisogno.