Tutto come prima. La domenica che doveva indirizzare il campionato si rivela invece interlocutoria, alla luce dell’1-1 tra Milan e Inter, ma anche di quello tra Napoli e Verona. E così gli equilibri in vetta alla classifica rimangono invariati, con azzurri e rossoneri al primo posto a quota 32 punti e i nerazzurri terzi a 25. A conti fatti, insomma, nella giornata in cui non vince nessuno, gli unici a poter sorridere davvero sono gli uomini di Pioli, che trasformano a loro favore un turno che, sulla carta, li vedeva in svantaggio rispetto alle concorrenti. È stato un derby equilibrato quello di San Siro, dove i botti sono arrivati tutti nei primi minuti, per poi andare a spegnersi piano piano, con un pareggio che, tutto sommato, andava bene a entrambe.
Ai punti l’Inter avrebbe probabilmente meritato di più, ma il Milan ha avuto il merito di crescere nel finale, sfiorando addirittura il gol del colpaccio. Tutto è cominciato dopo appena 8’, quando Kessié ha atterrato Calhanoglu in area, per il primo rigore fischiato da Doveri: sul dischetto è andato proprio il turco che, incurante dei fischi dei suoi ex tifosi, ha trasformato alle spalle di Tatarusanu, con tanto di esultanza provocatoria che ha fatto infuriare il San Siro milanista e anche gli ex compagni di squadra. Pochi minuti dopo però ecco il pareggio del Milan, propiziato da una punizione di Tonali che De Vrij ha deviato nella sua porta, nel tentativo di anticipare Tomori (17’).
Colpi di scena finiti? Nemmeno per sogno. Al 27’ Darmian ha preso il tempo a Ballo-Touré, inducendo Doveri a fischiare il secondo rigore di serata: questa volta però sul dischetto è andato Lautaro e Tatarusanu lo ha ipnotizzato con una gran parata, facendo esplodere il popolo rossonero. Lì il derby s’è leggermente calmato, anche se le due squadre hanno cercato di vincere in ogni modo. L’Inter ha fatto qualcosa in più, sfiorando il gol ancora con Lautaro, Barella e con il subentrato Vidal, il Milan però, dopo aver gestito la sfuriata nerazzurra, ha replicato con Bennacer, Ibrahimovic e Saelemaekers, quest’ultimo autore di un palo a botta sicura proprio al tramonto del match, su cui Kessié ha ribattuto tirando fuori di un soffio.
“È stata una partita complicata, difficile, abbiamo sofferto troppo nei primi 20′ del secondo tempo – l’analisi di Pioli – L’Inter è forte ma abbiamo dimostrato di esserlo anche noi, siamo stati coraggiosi, anche difensivamente. La reazione c’è stata, abbiamo dimostrato grande voglia di portare a casa un risultato positivo”.
“Il bicchiere è mezzo vuoto perché abbiamo creato tantissimo e sbagliato un rigore – le parole di Inzaghi – Meritavamo di più, ma abbiamo affrontato un’ottima squadra, prestazioni del genere ci danno consapevolezza della nostra forza. Contro Juve e Milan meritavamo di vincere, purtroppo rossoneri e Napoli stanno tenendo un ritmo incredibile, ma ci sono tempo e margine per recuperare”.
Vero, anche perché gli azzurri, nel frattempo, hanno fallito la ghiotta occasione di scappare, facendosi fermare al Maradona dall’Hellas di Tudor. Ancora una volta, proprio come il 23 maggio scorso, il Verona ha saputo bloccare il Napoli sull’1-1, anche se questa volta, evidentemente, i danni collaterali sono enormemente minori. Il sapore della beffa però rimane, perché gli azzurri non sono riusciti ad avere la meglio di un avversario sì tonico, ma comunque inferiore, che nel finale ha chiuso addirittura in nove per le espulsioni di Bessa e Kalinic.
Ma gli scaligeri di questi tempi sono avversari ostici per tutti, specialmente per via dello stato di grazia di Simeone, di nuovo in gol con una giocata di altissima scuola, che ha freddato Rrahmani e tutto il Maradona (13’). Lo spavento però è durato poco, perché il Napoli ha trovato subito il pareggio con Di Lorenzo (18’), prima di sfiorare il sorpasso in diverse occasioni, su tutte con Osimhen, fermato solo dal palo a Montipò battuto.
“Abbiamo fatto complessivamente una buona partita, si poteva avere fortuna in qualche episodio, ci sono stati cinque-sei ammoniti e due espulsi – ha spiegato Spalletti – Ci sono state tante perdite di tempo, però dobbiamo ammettere che non abbiamo fatto il massimo. La stanchezza può aver inciso, ma non andrei sempre a trovare degli alibi…”.
Nessun passo falso invece per la Lazio, che raccoglie una vittoria più che convincente contro la Salernitana. Il 3-0 dell’Olimpico vale il quinto posto in classifica, a meno 1 dall’Atalanta quarta e, più in generale, una bella iniezione di fiducia per una squadra ritrovata, finalmente in sintonia con il progetto tecnico del suo allenatore. A indirizzare il match sono stati i minuti dal 31’ al 36’, quando i biancocelesti hanno trovato il gol del vantaggio con Immobile (31’) e il raddoppio con Pedro (36’). Da lì in poi, nonostante la reazione della Salernitana (traversa di Djuric e palo di Ribery poco dopo), non c’è più stata partita, tanto che la squadra di Sarri ha realizzato addirittura il 3-0 con Luis Alberto (66’), fissando così il risultato finale.
“Finalmente dopo un vantaggio abbiamo continuato a giocare, con un atteggiamento molto più propositivo di altre volte – ha esultato il tecnico laziale – Non ci siamo mai fermati e abbiamo continuato a fare la partita, ora dobbiamo capire se quella delle ultime quattro partite è una reazione momentanea o è davvero un cambio di mentalità”.
Continua invece il momento no della Roma, sconfitta anche a Venezia e costretta a fare i conti con un malcontento generale che, per la prima volta dal suo arrivo, colpisce anche Mourinho. Le aspettative erano altissime e invece i giallorossi, almeno per ora, sono rimasti gli stessi della scorsa stagione, quando alternavano buoni risultati a scivoloni davvero clamorosi.
Nemmeno lo Special One sta riuscendo a cambiare l’inerzia, per quanto ci stia provando in tutti i modi: ieri ha rivoluzionato il classico 4-2-3-1 in virtù di un 3-4-2-1 del tutto inedito, con Shomurodov ed El Shaarawy a supporto di Abraham e due big come Zaniolo e Mkhitaryan in panchina. La mossa però non ha funzionato, perché se è vero che i giallorossi hanno segnato due gol con i suoi attaccanti (43’ Shomurodov, 45+2’ Abraham), lo è anche che ha concesso numerose occasioni al Venezia, finendo per subire tre reti (3’ Caldara, 65’ Aramu su rigore, 74’ Okereke) e perdere così la partita, nonostante il vantaggio all’intervallo.
“Abbiamo fatto una grande gara offensiva ed è incredibile che abbiamo segnato solo due gol – il commento amaro di Mou – Sul secondo gol loro non posso esprimermi (il rigore dubbio del 2-2, ndr), ma è arrivato in un momento importante del match. Magari un giorno capirò certi episodi, sono cose nascoste che magari si capiscono dopo anni…”.
Il campionato va ora in archivio per due settimane, nelle quali l’attenzione si sposterà sull’Italia di Mancini, chiamata a conquistare la qualificazione al Mondiale con Svizzera e Irlanda del Nord. Una bella boccata d’ossigeno per tutti, prima del tour de force tra novembre e dicembre che, inevitabilmente, indirizzerà buona parte della stagione.