Il Milan manca la fuga, Juventus e Inter non ne approfittano. La “domenica delle grandi”, a conti fatti, sorride solo a Napoli e Roma, le uniche a conquistare i 3 punti delle prime 10 in classifica. Certo, Verona, Lazio e Atalanta non possono certo dirsi insoddisfatte, ragion per cui il rammarico riguarda soprattutto Pioli, Pirlo e Conte, seppur in modo diverso. Il tecnico rossonero infatti ha agguantato il pareggio nel finale, mentre gli altri due si sono fatti raggiungere: modi differenti di guardare il bicchiere, comunque lontano dall’essere pieno.
Il Milan voleva un successo per cancellare la sconfitta contro il Lille, ma soprattutto per guadagnare ulteriore terreno in classifica. Missione fallita, anche se il 2-2 finale, per come si erano messe le cose, è meglio di niente. Dopo neanche 20’ infatti la capolista era già sotto di due gol, uno fatto dal Verona (6’ Barak), l’altro, suo malgrado, da sé stessa (19’ autorete di Calabria). Sembrava un’altra serataccia, la seconda consecutiva dopo quella di giovedì, ma questa volta il Milan ha avuto il merito di non crollare, rimettendosi a giocare come se il risultato non fosse ancora compromesso. E in effetti non lo era, perché Magnani ha restituito il favore di Calabria, deviando nella sua porta un tocco senza particolari velleità di Kessié (27’), rimettendo i rossoneri in partita.
Certo, per vedere una pressione degna di nota si è dovuto attendere il secondo tempo, quando la squadra di Pioli ha chiuso quella di Juric nella sua metà campo, trovandosi però di fronte un grande Silvestri, autore di numerose parate decisive. Al 65’ l’episodio che poteva cambiare il match, ovvero il rigore fischiato a Kessié per un fallo di Lovato, ma Ibrahimovic, ultimamente, ha più di un problema dal dischetto, come dimostra quello di ieri calciato in curva, il terzo in stagione. Partita stregata per il Milan e per il suo uomo simbolo, che al 76’ colpiva l’incrocio dei pali sugli sviluppi di un corner e all’89’ si vedeva fischiare un tocco col braccio che cancellava a Calabria il gol del 2-2. Lo svedese però ha sette vite e così, al minuto 93’, ecco la zuccata che lasciava di sasso Silvestri, evitando quantomeno la sconfitta.
“Non siamo soddisfatti perché volevamo la vittoria, ma la stanchezza c’è e si fa sentire – l’analisi di Pioli – Però sono contento per la reazione da grande squadra: abbiamo tirato in porta 25 volte, creato occasioni, dimostrato ancora una volta di avere gli attributi”.
Domenica di grandi rimpianti, come detto in precedenza, anche per Juventus e Inter, fermate nel finale da Lazio e Atalanta. In particolare è l’1-1 di Roma a gridare vendetta, perché i biancocelesti lo hanno agguantato addirittura al 95’, sfruttando alla perfezione l’ultima palla della partita. E così la Signora, che già pregustava il successo firmato da Cristiano Ronaldo (7’), s’è dovuta accontentare dell’ennesimo pareggio, il quarto in sette giornate. La classifica ne risente e se oggi la Corte d’Appello Federale dovesse dare ragione al Napoli sui fatti dello scorso 4 ottobre (dunque cancellando il 3-0 a tavolino), diventerebbe ancora peggiore.
“Abbiamo fatto una buona partita, ma i campionati si vincono con i dettagli – ha spiegato Pirlo – Non siamo riusciti a gestire la palla nel finale, quando succede questo può capitare di prendere gol: dovevamo essere più cattivi”.
A peggiorare la situazione l’infortunio di Ronaldo, uscito al 76’ per un problema alla caviglia: gli esami delle prossime ore diranno se si tratta di una semplice botta o di qualcosa di peggio, ma nel frattempo la Juve, aggrappata più che mai alla sua stella, vive ore di ansia.
Lo stesso si può dire anche per la Lazio, felice per il risultato, preoccupata per l’inchiesta sul caos tamponi. Nel frattempo però Inzaghi continua a fare miracoli, l’ultimo ieri quando ha fermato la Juventus grazie al gol di Caicedo. “Il momento è davvero difficile, ma i ragazzi si sono superati – ha confermato il tecnico biancoceleste – Questa squadra ha un grande cuore, ora spero solo che la sosta ci aiuti a ritrovare alcuni giocatori”.
Meno rocambolesco, ma ugualmente vibrante, il pareggio tra Atalanta e Inter, che chiude un mese di ottobre davvero complicato per Conte. La sua squadra infatti ha vinto solo una delle otto partite giocate tra campionato e Champions, rimediando invece cinque pari e due sconfitte. Anche ieri sono stati i dettagli a fare la differenza, con l’Inter incapace di capitalizzare il gol di Lautaro (58’): Vidal e Barella avrebbero potuto raddoppiare e chiudere i giochi, invece è stata l’Atalanta a trovare la rete con Miranchuk (79’), buttato poco prima nella mischia da Gasperini.
“C’è un po’ di rammarico, ma siamo mancati solo a livello di risultato – il pensiero di Conte – Abbiamo fallito troppo sotto porta, ma a chi dice che sono più riflessivo e che ho meno furore agonistico consiglio di togliere il vino dalla tavola, i liquori e l’ammazzacaffè”.
Clima decisamente più sereno per Napoli e Roma, che hanno rispettivamente battuto Bologna e Genoa. Gattuso e Fonseca si portano così a quota 14, rilanciando le rispettive candidature in zona scudetto/Champions, ma soprattutto si apprestano a passare una sosta serena, cosa tutt’altro che scontata in due ambienti notoriamente elettrici. Gli azzurri hanno strappato i 3 punti al termine di una partita strana, gestita senza particolari problemi per 70’ e sofferta invece nel finale, con i rossoblu più volte pericolosi. Decisivo un colpo di testa di Osimhen al 23’, unico gol di una gara divertente e giocata su buoni ritmi da ambo le parti, fino ai brividi finali procurati da Orsolini e Palacio.
“Ci sono troppe polemiche, noi siamo una squadra forte – il commento di Gattuso – Quando si gioca male sono il primo che ci mette la faccia. Questa è una squadra che deve essere sempre sul pezzo, quando subisce delle legnate deve reagire subito. Sono soddisfatto di tutto quello che stiamo facendo”.
Giornata positiva, come dicevamo in precedenza, anche per la Roma, vincente e convincente in quel di Genova. Mattatore assoluto, nel giorno in cui mancava Dzeko, Henrikh Mkhitaryan, autore addirittura di una tripletta, la prima da quando gioca in Italia. L’armeno, sin qui uno dei migliori centrocampisti del campionato, ha demolito il Genoa al 47’, al 67’ e all’85’, vanificando così il momentaneo pareggio di Pjaca (50’) e lanciando i suoi nella zona alta della classifica. Anche qui, peraltro, vale il discorso fatto in precedenza per Juve e Napoli, visto che oggi verrà discusso pure il ricorso sullo 0-3 di Verona: dovesse passare la tesi giallorossa, ecco che Fonseca potrebbe contare su un punto in più.
“Dobbiamo pensare a una gara alla volta – ha glissato il tecnico – Il nostro obiettivo resta quello di far meglio della scorsa stagione, stiamo lavorando per questo”. Ora due settimane di sosta per le Nazionali, dopodiché il campionato tornerà nel vivo con un big match (Napoli-Milan) e tante altre sfide interessanti. Anche perché, come abbiamo ampiamente capito, quest’anno è meglio non dare nulla per scontato.