Il Milan scappa. I rossoneri battono anche il Torino, vanno a +3 sul Napoli e prolungano a 6 la striscia delle vittorie consecutive in campionato, che salgono a 9 in 10 giornate totali. Numeri da capogiro, che spiegano meglio di tante parole la situazione di classifica attuale, con la squadra di Spalletti vera rivale del momento. Certo, per arrivare a tanto servono anche le cosiddette “vittorie sporche”, visto che è impossibile giocare sempre al massimo e quella di ieri è stata l’esempio ideale della categoria, alla luce di una prestazione molto meno brillante di altre, sintetizzabile nel gol di Giroud e nella parata di Tatarusanu su Sanabria. Milan di sostanza, insomma, attaccato al risultato proprio come ogni grande squadra che si rispetti, in Italia e altrove.
“Sono molto soddisfatto di come abbiamo interpretato la gara, l’abbiamo controllata rischiando poco – l’analisi di Pioli – Non siamo stati dinamici, ma siamo stanchi e giocare contro questo Toro non è semplice, mi è piaciuta la voglia dei ragazzi di vincere questa sfida. Ogni tre giorni siamo in campo allenandoci male, prepariamo quasi solo la parte tattica, ma i giocatori hanno la voglia di interpretare le partite. Sapevamo che avremmo dovuto fare tanti duelli e sono soddisfatto che molti li abbiamo vinti, restando sempre in partita e con voglia di soffrire. Siamo stati compatti anche nel momento di difficoltà, portando a casa tre punti importanti”.
E così, dopo tante gare al cardiopalma, il Diavolo porta a casa una vittoria per 1-0, decisa da un gol di Giroud al 14’ (tap-in vincente su assist di testa di Krunic dopo un corner) e da una buona fase difensiva, attuata da tutta la squadra, nessuno escluso. Il Toro, infatti, pur tentando di alzare il baricentro, non è riuscito a schiacciarlo come avrebbe voluto, limitandosi a vivere sugli episodi, anche se questi avrebbero tranquillamente potuto portarlo al pareggio. Il primo è avvenuto al minuto 76’ con Sanabria, lanciato nello spazio da Praet e fermato da un Tatarusanu, finalmente, decisivo, il secondo invece è giunto all’84’ con lo stesso Praet, il cui tiro, deviato da Bakayoko, ha colpito la parta alta della traversa, il terzo infine ha infiammato il recupero, con un corner su cui Sanabria non è riuscito a deviare in porta la palla del pareggio. Ad ogni modo il Milan si porta a casa 3 punti di platino, che gli permettono di guardare tutti dall’alto in basso e sedersi in poltrona a guardare le altre partite senza particolari patemi d’animo.
Oggi, dunque, la palla passa all’Inter, chiamata a riallacciare il filo con la vittoria in casa dell’Empoli (ore 20.45). I 3 punti diventano fondamentali, ancor più dopo il successo dei cugini: il campionato è ancora lungo, per carità, ma fallire oggi potrebbe avere risvolti molto preoccupanti, sia per la classifica che per il morale. Inzaghi, squalificato dopo l’espulsione rimediata con la Juve, sa di non potersi permettere passi falsi, ma anche che il calendario è serrato (Udinese, Sheriff e Milan nella prossima settimana) e che per sfangarlo c’è bisogno di tutta la rosa. Nel club si respira ancora una grande delusione per il pareggio con la Juve, considerato un passo falso alla luce di come si era messa la partita, ragion per cui battere l’Empoli diventa assolutamente obbligatorio, pena fare i conti con una parola, crisi, mai nemmeno messe in preventivo.
Inzaghi chiede una prova di carattere e per ottenerla si affiderà a un po’ di turnover, per un 3-5-2 con Handanovic in porta, Skriniar, Ranocchia e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Brozovic, Vecino e Dimarco a centrocampo, Sanchez e Lautaro in attacco. Andreazzoli, rinfrancato dal successo di Salerno, tenterà il colpaccio con un 4-3-2-1 con Vicario tra i pali, Stojanovic, Ismajli, Luperto e Marchizza nel reparto arretrato, Haas, Ricci e Bandinelli in mediana, Bajrami e Henderson alle spalle dell’unica punta Pinamonti.