Fonseca esonerato! La notizia diventerà ufficiale solo oggi, ma di fatto lo è già: al suo posto arriva Sergio Conceiçao, che dovrà guidare il Milan a partire dalla semifinale di Supercoppa contro la Juventus. La notizia, figlia dell’1-1 con la Roma, fa passare in secondo piano tutto il resto, nonostante una domenica ricchissima di spunti: la vittoria del Napoli sul Venezia che vale l’aggancio all’Atalanta in testa alla classifica, l’ennesimo pareggio della Juventus, beffata nel finale dalla Fiorentina.
Milan – Roma 1-1: Fonseca esonerato, al suo posto arriva Sergio Conceiçao
Fine dei giochi. L’avventura di Paulo Fonseca sulla panchina del Milan è terminata ieri sera, dopo un pareggio con la Roma molto negativo sia per la classifica (fallita l’opportunità di recuperare punti a Lazio, Fiorentina e Juventus) che per il gioco espresso, alla luce dell’ennesima prestazione da “montagne russe”. Ancora una volta il Diavolo ha fallito la chance per fare il salto di qualità, o quantomeno per iniziare una risalita verso un piazzamento Champions, distante 8 punti e con ben tre squadre davanti. Certo, addossare tutte le colpe all’allenatore sarebbe quantomeno riduttivo, ma è chiaro che il rapporto, per tanti motivi, non funziona più: lui stesso, a differenza di molte altre volte, ha mostrato un nervosismo evidente, facendosi espellere per proteste già nel primo tempo.
Al suo posto arriverà Sergio Conceiçao, uno dei nomi inseguiti in estate, con cui è stato raggiunto un accordo fino al termine della stagione (un milione d’ingaggio) con opzione (solo in favore del club) per la prossima. Scommessa azzardata secondo alcuni, mossa della disperazione per la maggioranza, visto e considerato che l’ex allenatore del Porto (un passato in Italia, da giocatore, con le maglie di Lazio, Parma e Inter) avrà solo un paio di giorni per conoscere la squadra e preparare la semifinale di Supercoppa con la Juventus.
Fatale, dunque, questo pari con la Roma, in una partita tra due squadre con evidenti difficoltà, ma che i giallorossi avrebbero potuto portare a casa grazie a un secondo tempo migliore, se solo avessero sfruttato le occasioni avute. Al Milan, passato in vantaggio con il solito Reijnders (16’) e fattosi raggiungere da Dybala (23’), non resta che recriminare per un rigore negato (contatto evidente tra Pisilli e lo stesso olandese, ignorato sia dall’arbitro Fabbri che dal Var), ma l’1-1 finale sta più stretto a Ranieri, tradito da Dovbyk e Pellegrini (a cui va aggiunta una gran parata di Maignan su El Shaarawy).
Fonseca “ufficializza” l’esonero: “Sono uscito dal Milan, ma ho la coscienza a posto”
Quasi tragicomica la situazione in casa Milan, con Fonseca mandato in conferenza stampa prima di ricevere la comunicazione dell’esonero, arrivata solo dopo il confronto con i giornalisti (ma in assenza di qualsiasi dichiarazione ufficiale).
“Non ho parlato con nessuno, non è successo niente e non posso commentare certe voci – le parole del tecnico -. Mi sento solido sulla panchina, perché non dovrei? Mi hanno chiesto se ho avuto un confronto duro con Ibra, invece non l’ho incontrato e non ho visto nessuno della società: non posso dire niente di più, non mi posso inventare cose che non sono successe. Mai nella mia vita ho avuto paura nel calcio e continuo così. Per me è importante avere sempre la coscienza pulita: lavoro, sono onesto con chi lavora con me, è la cosa più importante e per questo non ho paura di niente. Se mi aspetto di essere in panchina in Supercoppa? Non ho nessun segnale del contrario”. Ma poco dopo, intercettato dai media all’uscita dello stadio, s’è lasciato andare a un’amara confessione. “Sì, sono uscito dal Milan, la vita è così – ha confermato a Sky -. Ho la coscienza calma, ho fatto tutto quello che potevo fare”.
Ranieri: “Pareggio giusto, ora pensiamo al derby”
“Tutto quello che ci hanno fatto loro nel primo tempo, lo abbiamo fatto noi a loro nel secondo tempo, ma incredibilmente entrambe le squadre non hanno più segnato – l’analisi di Ranieri -. Loro meglio nel primo tempo, noi nella ripresa: il pareggio è un risultato giusto ed ha fatto divertire i tifosi del Milan e della Roma. Adesso recuperiamo le energie spese. La Lazio sta facendo un gran campionato e complimenti a loro e a Baroni per l’ottimo lavoro, ma il derby esce fuori da ogni concetto, il derby è il derby. Dybala? Si sta allenando con continuità e questo ci rende felici. Quando Paulo sta così, è bello pagare il biglietto per questo tipo di campioni”.
Juventus – Fiorentina 2-2: super Thuram illude, ma nel finale arriva la beffa di Sottil
Primo tempo a due volti quello dell’Allianz Stadium, con la Juve partita meglio e la Fiorentina uscita alla distanza. Il punteggio è andato di conseguenza: prima il vantaggio bianconero con Thuram (20’), poi il pareggio viola con Kean (38’), temutissimo ex della sfida. Thiago Motta aveva sorpreso tutti lasciando in panchina sia Yildiz che Nico Gonzalez, preferendo puntare su Thuram e Mbangula, mentre le scelte di Palladino erano state in linea con le previsioni, dunque 4-2-3-1 di stampo offensivo con Colpani, Gudmundsson e Sottil alle spalle di Kean.
L’approccio bianconero, come dicevamo in precedenza, è stato ottimo, ma l’1-0 ha fatto bene soprattutto ai viola, saliti in cattedra fino al giusto pareggio dell’ex attaccante juventino, bravo ad approfittare dell’errore di Kalulu e battere Di Gregorio. La ripresa è iniziata ancora nel segno di Thuram, trasformatosi in Marcus al minuto 48’: palla filtrante di Koopmeiners, deviazione sfortunata di Cataldi e gol da rapace d’area, proprio come il fratello interista. Momento positivo per la Juve, di nuovo padrona del campo rispetto a una Fiorentina stordita, basata quasi solo su verticalizzazioni alla ricerca di Kean. Palladino, capita l’antifona, ha provato a rivoltare la squadra inserendo Beltran e Mandragora al posto di Gudmundsson e Cataldi, mentre Thiago Motta ha risposto con Yildiz e Cambiaso per Mbangula e McKennie.
La gara, a carte rimescolate, è rimasta viva, anche perché la Signora, pur creando situazioni interessanti, non è riuscita a chiuderla: in questi casi, si sa, la beffa è sempre possibile e la Fiorentina l’ha servita con Sottil (87’), bravissimo nel freddare Di Gregorio con una botta al volo sotto la traversa, in un’azione nata però da una scivolata piuttosto goffa di Cambiaso. Il big match di Torino è finito così in parità, ma è evidente che il punto faccia più felice i viola che i bianconeri, sempre più staccati dalla zona di vertice del campionato.
Thiago Motta amaro: “Meritavamo di vincere, ma alla fine conta il risultato…”
“Era una partita da vincere – ha sospirato amaro Thiago Motta -. Sono molto contento perché abbiamo continuato ad attaccare per fare il terzo gol e chiudere la gara, ma non l’abbiamo fatto e abbiamo lasciato alla Fiorentina la possibilità di pareggiare. Dovevamo chiuderla, più che pensare all’errore difensivo: dietro abbiamo concesso poco, abbiamo meritato di più, ma alla fine conta il risultato… La classifica? Devo ragionare partita per partita, anche stavolta abbiamo avuto tanti momenti buoni in cui abbiamo fatto molto meglio di loro, ma dovevamo chiuderla. Sfortuna? Non ci credo, però dobbiamo migliorare la precisione perché abbiamo creato e potevamo fare meglio in fase realizzativa. Problemi a gestire il risultato? Abbiamo fatto altre partite in cui eravamo andati in vantaggio, come contro il City, gestendo bene con compattezza. Non è questione di atteggiamento, è solo che avremmo dovuto segnare il terzo gol”.
Napoli – Venezia 1-0: Raspadori scaccia i fantasmi, azzurri in vetta con l’Atalanta
Missione compiuta per il Napoli, che aggancia l’Atalanta al primo posto grazie alla vittoria sul Venezia. I 3 punti però sono stati tutt’altro che semplici, proprio come pronosticato da Conte alla vigilia: gli azzurri hanno sbattuto a lungo contro Filip Stankovic, figlio del ben più celebre Dejan, capace di parare quasi tutto, compreso un rigore a Lukaku. Già, perché il match avrebbe potuto prendere ben altra piega se Big Rom, al minuto 37, avesse trasformato il tiro dagli undici metri concesso per un braccio di Idzes, invece è salito in cattedra il serbo e il risultato è rimasto inchiodato sullo 0-0. Da lì la gara s’è impantanata e il Napoli, pur tenendo il pallino del gioco, ha faticato tantissimo a trovare il prezioso gol spacca-equilibrio. Prima le occasioni erano state tante, con Rrahmani, Kvaratskhelia e Anguissa vicinissimi alla rete, anche se è giusto sottolineare che pure il Venezia era stato piuttosto pericoloso con Yeboah, murato solo da un grande Meret. Nella ripresa Lukaku ha provato a rifarsi del rigore sbagliato, ma Stankovic gli ha detto di no con un vero e proprio miracolo: sembrava il timbro su una domenica storta, poi però è salito in cattedra Raspadori, buttato nella mischia da Conte e rivelatosi decisivo. Jack, in odore di cessione, ha sbrogliato la matassa con un sinistro chirurgico dopo una bella giocata di Neres, facendo esplodere il Maradona e regalando a Conte un Capodanno in vetta alla classifica, seppur in coabitazione con l’Atalanta.
Conte ribadisce: “Non firmo per obiettivi minimi, voglio vincere anche a carte con mia figlia”
“Dispiace essere arrivati a dieci minuti dalla fine con il punteggio bloccato, sembrava una partita stregata, tra rigori sbagliati e pali, una beffa non mi avrebbe meravigliato più di tanto – ha sottolineato Conte -. Il Venezia è una buona squadra che ci ha anche sorpreso con le scelte dal primo minuto: è stato bravo pure Meret in occasione del tiro di Yeboah. Dobbiamo essere bravi a fare qualche gol in più, ci eviteremmo attacchi cardiaci in panchina. Non firmerei mai per obiettivi minimi, voglio vincere anche se gioco a carte con mia figlia… Il nostro progetto è nuovo e gli obiettivi del club sono noti. Personalmente punto sempre al massimo, ritrovarci con 41 punti secondo me era difficile anche da pronosticare. La squadra è in crescita e lavora, partita dopo partita. Dobbiamo evitare infortuni, i ragazzi e i tifosi si stanno togliendo un sacco di soddisfazioni”.