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Il Milan espugna Genova tra i veleni e scavalca l’Inter in vetta. La Juve vince il derby ed è terza

FIRSTonline

Sorpasso in vetta. Negli anticipi del sabato l’Inter frena in casa col Bologna e il Milan, corsaro a Genova in una partita dal finale folle (gol contestatissimo di Pulisic), ne approfitta, staccando i cugini di 2 punti. Al rientro, dopo la sosta per le Nazionali, la nuova capolista affronterà la Juventus, a sua volta vittoriosa nel derby col Torino e confermatasi a meno 4 dalla vetta: a San Siro sarà spettacolo puro, con Inzaghi che cercherà di approfittarne. Il tutto senza dimenticare Napoli e Fiorentina, avversarie odierne nel posticipo del Maradona: chi vince, infatti, resterà aggrappato ai bianconeri e dunque in piena corsa per lo Scudetto.

Genoa – Milan 0-1, rossoblu furiosi per il gol di Pulisic. Zangrillo: “Golia batte sempre Davide”

Vittoria importantissima per il Milan, che sbanca Genova al minuto 87 di una partita scivolata via tranquilla fino a quel momento, per poi impazzire letteralmente. Il gol di Pulisic, tanto per cominciare, scatena polemiche per un possibile controllo col braccio dell’americano: le immagini non chiariscono al 100%, ma lasciano davvero tanti dubbi. L’arbitro Piccinini, ad ogni modo, si attiene alle direttive del Var Di Paolo, a sua volta impossibilitato a intervenire per l’assenza di immagini “certe”. Da lì in poi è gazzarra pura, ma è in pieno recupero che succede di tutto e di più. Maignan esce alla disperata su Ekuban e lo travolge, Piccinini lascia correre ma poi, richiamato al monitor, estrae il rosso diretto: il francese lascia il Milan in 10 (salterà la Juve, così come il diffidato e ammonito Theo Hernandez) e siccome Pioli ha finito i cambi, in porta va Giroud. Sulla punizione seguente Gudmundsson colpisce la traversa (deviazione di Tomori) e mentre i rossoneri stanno andando in contropiede Martinez, salito in attacco alla disperata, si prende il secondo giallo per fallo su Musah: l’arbitro ferma così Leao lanciato verso la porta sguarnita… Ma le emozioni non sono ancora finite, perché all’ultimo respiro Puscas si trova solo davanti a…Giroud e il “portiere” riesce a fermarlo con un’uscita da vero esperto del ruolo. “Un finale così è difficile da ricordare, è stata una partita in cui abbiamo fatica, ma ci abbiamo creduto – ha esultato Pioli -. Grande merito ai giocatori che hanno finito al meglio questo periodo, disputando una partita con grande voglia di vincere: Giroud in porta è lo specchio della nostra mentalità. Il gol di Pulisic? Non so, anche l’arbitro è stato costantemente bloccato. Se hanno deciso che è gol si vede che è giusto così, lo avranno rivisto tante volte…”. “Sono stati due minuti a rivederlo, le regole dicono che, quando non c’è certezza, dovrebbe rimanere la prima decisione – ha ribattuto Alberto Zangrillo, presidente rossoblu -. Stiamo rovinando un gioco, sono qua per invocare il rispetto per i quasi 35.000 allo stadio. È chiaro a tutti quello che è successo: quando non c’è certezza, noi soccombiamo sempre, siamo in un mondo in cui Golia vince sempre su Davide”.

Inter – Bologna 2-2, Inzaghi: “Sono arrabbiato, persi due punti sanguinosi”

Passo falso inatteso invece per l’Inter di Inzaghi, soprattutto per come si era messa la partita. Dopo 13’, infatti, i nerazzurri erano già in vantaggio di due gol e sembravano potersi regalare un pomeriggio di festa, senza alcun tipo di grattacapo. Ma il Bologna ha avuto il merito di non uscire dalla gara, anche perché poco dopo le reti di Acerbi (11’) e Lautaro (13’) è arrivato l’episodio che ha riaperto i giochi: trattenuta di Lautaro su Ferguson, rigore (richiamato dal Var) e 2-1 firmato Orsolini (19’). A quel punto la sfida è diventata reale, con l’Inter meno brillante rispetto all’inizio e il Bologna più sul pezzo, a lottare su ogni pallone e a creare potenziali pericoli alla porta di Sommer. Una crescita che si è concretizzata al 52’ quando Zirkzee ha controllato un lancio di Ferguson e battuto il portiere nerazzurro con un tiro sul primo palo, trovando il clamoroso 2-2. Lì è uscita tutta la rabbia della squadra di Inzaghi, fiondatasi a caccia della vittoria con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi: il tiro di Lautaro fuori di un soffio ha certificato il pareggio finale, reso ancor più amaro dal sorpasso del Milan. “Sono arrabbiato e lo sono anche i giocatori, è la seconda volta che andiamo in vantaggio e non vinciamo la partita – il commento del tecnico nerazzurro -. Nel primo caso abbiamo perso col Sassuolo, questa volta abbiamo pareggiato. Nel primo tempo abbiamo segnato due reti e potevamo farne altre, ma i due gol presi sono arrivati su due nostre disattenzioni, sul 2-2 poi è stato un monologo, però siamo stati imprecisi. Sul gol di Zirkzee potevamo chiudere prima e coprire meglio il campo, sono punti sanguinosi persi che non mi stanno bene”.

Juventus – Torino 2-0, Allegri eguaglia Trapattoni e rilancia: “L’obiettivo è la Champions, ma possiamo anche desiderare altre cose…”

Sorride invece la Juventus, tornata al terzo posto in solitaria (a 4 punti dal Milan e 2 dall’Inter) grazie alla vittoria nel derby di Torino. Ancora una volta la Signora si prende la Mole, al termine di una sfida equilibrata fino all’inizio del secondo tempo, quando Gatti l’ha sbloccata con una rete in mischia sugli sviluppi di un corner (47’). E sempre dalla bandierina è arrivato anche il raddoppio di Milik, entrato poco prima al posto di Miretti, rapace nell’anticipare Milinkovic-Savic in uscita e batterlo di testa (62’). Il derby, di fatto, si è chiuso lì, anche perché la reazione del Toro non è andata oltre uno stacco di Zapata e una splendida girata di Sanabria, terminata fuori per un soffio. Nel complesso la Juve ha vinto perché si è dimostrata più cinica e strutturata, cattiva al punto giusto quando il match non conosceva ancora un padrone, mentre i granata, ancora una volta, devono fare i conti con una stracittadina persa, per quella che ormai è diventata una vera e propria maledizione. Allegri, 13 derby vinti come Trapattoni, può sorridere, anche perché da ieri è diventato il tecnico con più vittorie in Serie A nell’era dei 3 punti (289, superato Spalletti). “Sono fortunato, perché ho allenato delle squadre forti che me lo hanno permesso – ha sorriso Max -. Ci aspettavamo una partita così bloccata, loro erano molto aggressivi e non riuscivamo ad andare a prenderli. Noi a due punti dall’Inter? L’obiettivo è sempre quello di entrare nelle prime quattro, ma questo non vuol dire non poter desiderare altre cose. Però rimaniamo coi piedi per terra, bisogna tornare a quella che per anni è stata la normalità della Juve, ossia vincere le partite. Abbiamo dimostrato di avere l’atteggiamento giusto, ai giocatori comunque bisogna ricordarlo ogni tanto… Soprattutto ora che ci sarà la sosta e al rientro avremo una sfida bella come quella col Milan”.

Napoli – Fiorentina (ore 20.45, Dazn)

La domenica di campionato sposterà i riflettori sul centro sud, con il posticipo tra Napoli e Fiorentina in primo piano. Entrambe, seppur in modo diverso, cercano riscatto dopo i risultati europei, ma a prescindere dalle coppe si tratta di una sfida d’alta classifica, ancor più delicata alla luce dei risultati di ieri. Garcia vuole dare continuità ai successi con Udinese e Lecce, consapevole che il tris varrebbe tantissimo sia per quanto concerne la classifica che il morale, Italiano però non ha nessuna intenzione di fare la vittima sacrificale, a maggior ragione in uno stadio che gli porta piuttosto bene: nei tre precedenti al Maradona, infatti, il tecnico viola è uscito trionfatore per ben due volte, soccombendo solo nell’ultimo del 7 maggio scorso. La partita poi si preannuncia molto divertente, visto che le due squadre non amano speculare sull’avversario, facendo del gioco offensivo la propria forza. Questa volta la posta in palio è alta per entrambe, e chissà che la pressione non si riveli un fattore preponderante.

Garcia: “La Fiorentina è forte, ma noi vogliamo vincere per sistemare la classifica”

“La Fiorentina è un’ottima squadra, ma noi siamo il Napoli e dobbiamo continuare la striscia di vittorie con Udinese e Lecce – ha sottolineato Garcia -. Se riusciamo a fare tre vittorie di fila possiamo migliorare molto la classifica, siamo la squadra che subisce meno occasioni della Serie A e quindi diamo pochi tiri agli avversari, 7 di media, ma poi non finiamo spesso senza prendere gol e quindi possiamo migliorare su quel poco che concediamo. La gara più importante è sempre quella che arriva, siamo a pari punti, vogliamo blindare il terzo posto, l’obiettivo è battere una Fiorentina che ha iniziato bene e che ha grande qualità”.

Napoli – Fiorentina, le formazioni: Garcia col solito tridente, Italiano punta su Nzola

Il tecnico francese non ha nessun dubbio di formazione ed è pronto a riproporre la squadra che, pur perdendo, ha tenuto testa al Real Madrid. Il suo 4-3-3 vedrà così Meret in porta, Di Lorenzo, Ostigard, Natan e Olivera in difesa, Anguissa, Lobotka e Zielinski a centrocampo, Politano, Osimhen e Kvaratskhelia in attacco. Qualche rotazione in più per Italiano, costretto a fare i conti con gli acciacchi di Biraghi (in panchina): la sua Fiorentina giocherà con un 4-2-3-1 con Terracciano tra i pali, Kayode, Milenkovic, Martinez Quarta e Parisi nel reparto arretrato, Arthur e Duncan in mediana, Nico Gonzalez, Bonaventura e Brekalo alle spalle dell’unica punta Nzola.

Cagliari – Roma (ore 18, Dazn)

La gara di maggior tensione è sicuramente quella di Cagliari e non solo per la situazione di classifica di sardi e giallorossi, molto deficitaria per entrambi. Ad agitare ulteriormente la vigilia ci si è messo il Corriere dello Sport, che a firma del direttore Zazzaroni ha riportato (in prima pagina) una notizia shock: Mourinho sarà esonerato in caso di sconfitta. Al suo posto, secondo il quotidiano romano, arriverebbe il tedesco Flick, già contattato nei giorni scorsi da Dan Friedkin in persona. L’indiscrezione, come vedremo tra poco, è stata smentita, ma è chiaro che il clima non è sereno, a prescindere dalle vittorie ottenute con Frosinone e Servette. Anche il Cagliari di Ranieri non se la passa affatto bene: l’ultimo posto con soli due punti, infatti, è ben al di sotto delle aspettative d’inizio stagione. Urgono punti per entrambi, il che trasforma la sfida della Unipol Domus in una sorta di dentro o fuori sia per Sor Claudio (romanista dichiarato) che per lo Special One.

La Roma smentisce il Corriere dello Sport: “Mou a rischio esonero? Fake news”

Il club, in una nota all’ANSA, definisce “fake” la ricostruzione di un possibile esonero di José Mourinho in caso di sconfitta contro la squadra di Claudio Ranieri. Dalla società giallorossa, inoltre, ribadiscono come non ci sarebbe mai stato alcun contatto tra la proprietà americana, in particolare Dan Friedkin, e il tecnico tedesco Flick per un eventuale dopo Mourinho. Che nel frattempo, pur evitando la conferenza stampa della vigilia (ma era già programmato prima delle voci sul suo esonero), ha rilasciato delle dichiarazioni a un programma arabo, ribadendo la sua posizione. “Sono concentrato sulla Roma e darò tutto fino al mio ultimo giorno qui – ha confermato lo Special One -. Poi nessuno conosce il futuro, però la mia convinzione è che lavorerò in Arabia: non so quando, ma sono piuttosto sicuro che lo farò certamente”.

Cagliari – Roma, le formazioni: Mou senza Pellegrini, Ranieri cambia il portiere

La vittoria di giovedì ha regalato tanti sorrisi in casa Roma, ma anche una bella tegola: Pellegrini si è nuovamente fermato, questa volta per un problema al flessore della coscia destra. Mourinho dovrà rinunciare al suo capitano (salta anche la Nazionale), che va ad aggiungersi a un elenco che vede anche Smalling, Renato Sanches e Llorente, oltre ai lungodegenti Abraham e Kumbulla. Il suo 3-5-2 vedrà così Rui Patricio in porta, Mancini, Cristante e Ndicka in difesa, Kristensen, Bove, Paredes, Aouar e Spinazzola a centrocampo, Dybala e Lukaku in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Ranieri, che risponderà con una grossa novità tra i pali: fuori il contestatissimo Radunovic, dentro Scuffet. Per il resto reparto arretrato con Wieteska, Dossena e Hatzidiakos, mediana con Zappa, Nandez, Prati, Makoumbou e Augello, coppia offensiva formata da Petagna e Oristanio.

Lazio – Atalanta (ore 15, Dazn)

Molto interessante anche il match dell’Olimpico, tra due squadre che attraversano momenti molto diversi, anche se rinfrancate dai successi europei. Se l’Atalanta, infatti, può dirsi soddisfatta di questo inizio di stagione, lo stesso non si può affermare per la Lazio, al centro di numerose discussioni sia per la classifica (16esimo posto con soli 7 punti) che per i rapporti tra Lotito e Sarri, mai così freddi come nell’ultimo periodo. La vittoria di Glasgow ha sicuramente fatto bene all’ambiente, ora però servono conferme anche in campionato e la missione è tutt’altro che semplice. L’Atalanta ha dimostrato a Lisbona di stare molto bene e di non temere nessun avversario, nemmeno in trasferta: ecco perché all’Olimpico è lecito attendersi una partita divertente, spettacolare e ricca di gol, proprio come da caratteristiche delle due squadre.

Lazio – Atalanta, le formazioni: Immobile non convocato, tocca a Castellanos

Sarri rinuncia a Immobile, alle prese con un affaticamento muscolare. L’attaccante sembrava aver recuperato almeno per la panchina, ma il tecnico ha preferito non rischiare, rimandando il suo rientro a dopo la sosta. Al suo posto ci sarà Castellanos, in un 4-3-3 con Provedel in porta, Marusic, Patric, Romagnoli e Hysaj in difesa, Guendouzi, Rovella e Luis Alberto a centrocampo, Pedro, il sopraccitato argentino e Zaccagni in attacco, con Felipe Anderson pronto a subentrare dalla panchina. Classico 3-4-1-2 invece per Gasperini, costretto a rinunciare all’infortunato Toloi (lesione al bicipite femorale): il tecnico risponderà con Musso tra i pali, Scalvini, Djimsiti e Kolasinac nel reparto arretrato, Zappacosta, De Roon, Ederson e Ruggeri in mediana, Koopmeiners alle spalle della coppia offensiva composta da De Ketelaere e Lookman.

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