Big match in vista. Il posticipo della 16esima giornata non è certo di quelli interlocutori, visto che Lazio Inter (ore 20:45) può avere risvolti pesantissimi sia in chiave scudetto che Champions. All’Olimpico andrà in scena una sfida molto interessante, tra una delle squadre più in forma del momento e quella, rosa alla mano, più completa e competitiva. Vedremo quel che succederà, intanto la domenica di campionato ha visto le sconfitte di Fiorentina e Roma sui campi di Bologna (1-0, Odgaard) e Como (2-0, Gabrielloni e Nico Paz) e il pari tra Milan e Genoa (0-0), con contestazione annessa (in primis verso proprietà e dirigenza) nel giorno del 125esimo compleanno del club.
Milan – Genoa 0-0: festa amara a San Siro, la curva contesta la proprietà americana
Doveva essere una serata di festa, invece è finita tra la contestazione generale, dentro e fuori San Siro. Il pareggio contro il Genoa ha indispettito il pubblico milanista, evidentemente stufo di una squadra brutta e incostante, ormai lontanissima dall’Atalanta capolista (-14, anche se con una gara in meno) e pure dalla zona Champions, fondamentale per introiti e blasone. Per avere un quadro preciso bisognerà aspettare Lazio-Inter di stasera, ma già così la stagione del Diavolo è un pianto bello e buono: l’obiettivo dichiarato era lo scudetto, invece si rischia seriamente di entrare nemmeno tra le prime quattro. Fonseca, dopo lo sfogo post-Stella Rossa, ha cercato di dare la scossa facendo fuori Theo Hernandez (nemmeno subentrato) e lanciando i giovanissimi Jimenez e Liberali, complici gli infortuni di Pulisic e Musah e le condizioni precarie di Morata. Il risultato però è stato negativo e non certo per colpa dei ragazzi in questione, anche se il terzino spagnolo è apparso molto più pronto del trequartista brianzolo: il Diavolo ha certamente creato più del Genoa e ai punti avrebbe meritato i 3 punti, ma il calcio non è boxe e si vince solo segnando più gol degli avversari. I rossoneri ci hanno provato in tante occasioni, senza però trovare il bandolo per sbrogliare la matassa costruita da Vieira, nonostante le diverse soluzioni tentate da Fonseca. La palla gol più grossa l’ha avuta Morata nella ripresa (traversa clamorosa a Leali battuto), ma anche Abraham, Chukwueze e Emerson Royal hanno sprecato parecchio, vuoi per la bravura del portiere genoano, vuoi per la solita imprecisione sottoporta. Al fischio finale di Guida (a proposito: dubbi per due possibili rigori non dati, uno per parte) è esplosa la contestazione di San Siro, con proprietà e dirigenza nel mirino: cori e striscioni sono andati avanti anche dopo la partita, trasformando la festa per i 125 anni del club in una notte da dimenticare.
Fonseca controcorrente: “Abbiamo fatto una buona gara, ci è mancato solo il gol”
“Abbiamo fatto una buona partita e creato tanto, i ragazzi hanno giocato come una squadra che aveva voglia di vincere – il pensiero di Fonseca -. Ci è mancato solo il gol e anche un po’ di qualità nell’ultima scelta, però abbiamo giocato con una buona aggressività, recuperato tanti palloni alti e fatto 22 tiri: dovevamo solamente segnare… Mancanza di convinzione e poca cattiveria? Direi di no, la squadra ha voluto vincere la partita, siamo stati aggressivi senza palla e siamo arrivati tante volte vicino all’area del Genoa. Non credo sia una questione di fiducia, ma di qualità delle ultime scelte, perché la squadra ha avuto cattiveria. Onestamente penso che abbiamo dei buoni attaccanti: Abraham ha avuto una contusione e non ha potuto giocare il secondo tempo, Morata non si è allenato tutta la settimana. A volte si parla di attaccanti, ma nel gioco sono mancate qualità nei cross, nei tiri e negli assist… La contestazione? È normale che accada, volevamo vincere per i nostri tifosi, ma io sento che loro sono sempre stati con la squadra e oggi tutti noi possiamo riconoscere che hanno dato tutto per vincere. Sono insoddisfatto del risultato come loro, ma oggi vedo solo questo”.
Como – Roma 2-0: Ranieri cade nel recupero, giallorossi in zona pericolante
Domenica da dimenticare anche per la Roma, sconfitta a Como e tornata in una zona di classifica quantomeno preoccupante. Ora i punti sul Cagliari terzultimo sono solo 2, anche per via di un weekend che ha visto vincere Lecce, Verona e, appunto, Como e il pari del Venezia contro la Juve. Le piccole, insomma, si sono mosse, mentre i giallorossi sono caduti rovinosamente, interrompendo la striscia di due successi consecutivi che aveva ridato speranza alla squadra di Ranieri. Il tecnico deve fare i conti con la prima sconfitta senza alibi del suo percorso, perché cadere a Como è decisamente meno comprensibile rispetto a Napoli o Atalanta. Va detto che anche la Roma ha avuto le sue occasioni, ma si è trattato più che altro di giocate individuali, figlie dell’ottimo tasso tecnico di alcuni giocatori (Dybala su tutti).
Il Como, invece, è stato più squadra, rispondendo colpo su colpo nella prima parte e prendendo il sopravvento nella seconda, tanto da sfiorare il gol-vittoria ben prima di quando è arrivato. Il paradosso di questo 2-0, infatti, è che al minuto 93’ il risultato era ancora a reti bianche, ma proprio quando il pari sembrava ormai storia, ecco che è salito in cattedra Gabrielloni, prima battendo Svilar con un tocco da vero rapace d’area (90+3’), poi servendo l’assist del definitivo 2-0 a Nico Paz (90+7’), in quello che è stato l’ultimo pallone della partita.
Ranieri sconsolato: “Il Como ha avuto più voglia di noi”
“Abbiamo fatto bene nel primo tempo, poi nel secondo tempo la partita è completamente cambiata e il Como ha avuto più voglia di vincere – l’analisi sconsolata di Ranieri -. Abbiamo sbagliato in occasione del gol subìto lasciando un centrocampista contro un attaccante, un errore da non fare. Il Como ha fatto di tutto per vincere, noi non siamo stati bravi a creargli problemi. Può essere che ci fosse un po’ di stanchezza, ma non mi piace avere scuse: non abbiamo avuto la stessa voglia del Como, non siamo riusciti a interpretare la gara in un altro modo nella ripresa. In ogni caso sono soddisfatto di come stanno lavorando i ragazzi, ma se poi col mercato ci sarà l’opportunità di migliorare la rosa non mi tirerò indietro”.
Lazio – Inter (ore 20:45, Dazn)
Dulcis in fundo, il big match della 16esima giornata. Lazio – Inter è certamente il piatto principale del turno e assume ancor più significato dopo i risultati del weekend: ora l’Atalanta è a +6 su entrambe e solo una vittoria consentirebbe a una delle due di restare in scia. Partita difficile da pronosticare questa dell’Olimpico, tra una delle squadre più in forma del momento e quella con la rosa migliore.
La Lazio ha dimostrato anche in Olanda di essere in stato di grazia, tanto da sopperire a infortuni e squalifiche senza alcun problema. Baroni ha saputo coinvolgere tutta la rosa dando lustro ai titolarissimi, ma anche a giovani inizialmente poco considerati (Noslin, Tchaouna e Dele-Bashiru) e a “vecchi” considerati al tramonto (Pedro). I numeri sono dalla sua parte, ma è chiaro che per puntare al vertice serve continuare così per tutta la stagione, a prescindere dagli avversari. La doppia vittoria contro il Napoli ha dato un segnale fortissimo, ora però arriva l’Inter e l’asticella si alza vertiginosamente.
La sconfitta di Leverkusen ha sporcato una striscia di risultati utili che durava dal derby, senza però inficiare l’ottimo percorso europeo. In campionato, chiaramente, c’è molto meno margine, alla luce di una classifica cortissima e ingarbugliata dagli asterischi: i nerazzurri, virtualmente, potrebbero guardare tutti dall’alto in basso (assieme all’Atalanta), ma un risultato negativo creerebbe più di un problema. Da una parte il gioco offensivo e spensierato di Baroni, dall’altra la macchina (quasi) perfetta di Inzaghi, per un Lazio – Inter che promette fuochi d’artificio dall’inizio alla fine.
Inzaghi contro il suo passato: “Lazio da titolo, per me non è una partita come le altre”
“Sarà senz’altro una partita complicata contro una squadra che ha vinto 16 partite su 22 – ha sottolineato Inzaghi -. Anche quando non ha vinto ha sempre giocato ottime gare, bisognerà interpretarla nel migliore dei modi. Quella con la Lazio per me non sarà mai una partita come le altre, anche se non è la prima volta che torno all’Olimpico da avversario. Non dimentico il mio percorso tra campo e panchina, ma ora penso solo all’Inter: sto benissimo in nerazzurro e mi sento apprezzato da tutti, per quello sono orgoglioso di quanto sto facendo. Le partite europee portano via energie, però vale per tutte le squadre, compresi loro… Faremo il massimo come sempre, ma per lo scudetto è giusto considerare anche la Lazio perché ha una proposta di gioco ben organizzata e solida: Baroni sta facendo grandissime cose ed è giusto che venga sottolineato”.
Lazio – Inter, le probabili formazioni
Lazio (4-2-3-1): Provedel; Lazzari, Gila, Gigot, Tavares; Guendouzi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Noslin
In panchina: Mandas, Furlanetto, Marusic, Romagnoli, Patric, Tchaouna, Pedro, Milani, Di Tommaso, Dele-Bashiru
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Vecino, Pellegrini
Squalificati: Castellanos
Inter (3-5-2): Sommer; Bisseck, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro
In panchina: Martinez, Calligaris, Palacios, Carlos Augusto, Darmian, Asllani, Zielinski, Frattesi, Buchanan, Taremi, Arnautovic, Correa
Allenatore: Inzaghi
Indisponibili: Pavard, Acerbi, Di Gennaro
Squalificati: nessuno