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Il Milan crolla e la Lazio riconquista la zona Champions scavalcando la Juve che stasera cercherà il riscatto contro il Verona

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Il crollo continua. Il Milan perde anche con la Lazio (1-2) e sprofonda al nono posto in classifica, scavalcato pure dalla Roma (2-1 sul Como) e ormai lontanissimo dalla zona di vertice, tanto da mettere a rischio qualsiasi partecipazione alla prossima Europa. La Lazio, dal canto suo, si prende tre punti fondamentali e torna al quarto posto, almeno fino a stasera quando la Juve, reduce dalla figuraccia contro l’Empoli, riceverà il Verona in uno Stadium piuttosto ostile (ore 20.45), anche se con la prospettiva di rendere la classifica piuttosto interessante.

Milan – Lazio 1-2: Baroni espugna San Siro al 98’, Conceiçao sprofonda

Fischi a San Siro. Questo Milan non sa proprio come rialzarsi, tanto da rimediare la terza sconfitta consecutiva nel giro di una settimana, dopo quelle con Torino e Bologna. Stavolta è toccato alla Lazio banchettare sui resti del Diavolo, al termine dell’ennesima partita folle, decisa da un rigore di Pedro al 98’. Un pareggio, forse, sarebbe stato il risultato più giusto, ma a conti fatti i biancocelesti non hanno rubato nulla, anzi hanno avuto il merito di crederci fino alla fine, aiutati anche dalla superiorità numerica. Già, perché per la settima volta in stagione (!) I rossoneri sono rimasti in dieci per l’espulsione di Pavlovic, a testimonianza di una squadra poco lucida, ormai demotivata dal disastro generale. Il match era iniziato senza l’apporto della Curva Sud, vuota per il primo quarto d’ora in segno di protesta, e la Lazio aveva provato subito ad approfittarne con Dia (due volte) e Nuno Tavares. Poi, proprio quando il Milan sembrava essersi assestato, ecco il gol di Zaccagni, rapace nell’avventarsi su un tiro di Marusic respinto da Maignan (28’). Conceiçao, costretto all’ennesimo tentativo di rimonta, non aspettava nemmeno l’intervallo per il primo cambio, togliendo l’irritante Musah per il più offensivo Joao Felix. La mossa sembrava pagare, ma il portoghese, dopo un inizio promettente (tiro alto di poco all’inizio della ripresa), finiva per spegnersi e adattarsi alla confusione generale.

La Lazio andava vicina al raddoppio ancora con Zaccagni, il Milan rispondeva con Reijnders; poi, nel momento più equilibrato del match, ecco l’espulsione di Pavlovic (68’, fallaccio su Isaksen) a sparigliare nuovamente le carte. Là però ai biancocelesti veniva il cosiddetto “braccino”, anche perché Conceiçao, ormai senza nulla da perdere, alzava addirittura il baricentro, buttando nella mischia pure Chukwueze e Jovic, assieme a Gimenez, Leao, Joao Felix e Reijnders. La mossa della disperazione sembrava pagare al minuto 85, quando Chukwueze trovava il pari con un bel colpo di testa su assist di Leao. San Siro sognava la clamorosa rimonta, ma al 94’ ecco la doccia gelata, l’ennesima della stagione: fallo di Maignan su Isaksen e rigore trasformato da Pedro, a certificare sia l’apoteosi laziale che lo sprofondo rossonero.

Conceiçao: “Il momento non è facile, ma possiamo uscirne solo col lavoro”

“Il momento non è per niente facile, lo sappiamo – ha sospirato Conceiçao -. I giocatori sentono ciò che c’è attorno al club: l’unica strada è lavorare con orgoglio, difendendo i colori che rappresentiamo. Dobbiamo lavorare quotidianamente, poi sicuramente ci sono episodi durante la partita che sono negativi per noi e positivi per gli avversari… Parliamo sempre delle stesse cose. Noi abbiamo avuto poco tempo per preparare la partita, inoltre si è sentito un ambiente strano. I giocatori lo percepiscono: quando è così, le scarpe sono bollenti e non è facile. L’avversario arriva, fa un gol e ti ritrovi sotto. La squadra, però, ha dimostrato di avere carattere e, anche in inferiorità numerica, ha prima pareggiato e poi creato situazioni che ci avrebbero portato alla vittoria. Poi il rigore ha segnato la gara. I ragazzi comunque lavorano giorno dopo giorno e non solo sul piano tattico e fisico, ma si giocano ogni tre giorni partite decisive, non è facile”.

Baroni: “Grande vittoria, abbiamo giocato con personalità”

“Ho sempre detto che siamo una bella squadra, con un buon gioco, e che dobbiamo lavorare – il pensiero di Baroni -. Ci servono queste partite, serviva una gara di personalità, come siamo noi. Abbiamo fatto 20 tiri, 5 falli solamente, ma dobbiamo crescere nella consapevolezza, nel credere. Sono contento per la prestazione e per la vittoria meritata, anche se in superiorità numerica avremmo dovuto fare meglio: quando parlo di crescita, mi riferisco proprio alla gestione delle gare. Nel primo tempo avremmo dovuto segnare più di un gol perché abbiamo avuto tante occasioni, ma la squadra non deve pensare in modo conservativo, bensì propositivo: quando lo fa, arrivano i risultati. Sono contento perché ci serviva una vittoria così, era importante. Il rigore di Pedro? Era giusto che lo calciasse lui, è straordinario quando gioca, quando si allena, pure quando non gioca. Doveva tirarlo lui quel rigore e io ero fiducioso perché in allenamento non sbaglia mai, anche se mi dice sempre che i rigori vanno segnati negli stadi importanti, di fronte alla gente”.

Roma – Como 2-1: Saelemaekers e Dovbyk ribaltano Fabregas, Ranieri vede l’Europa

Fa sul serio la Roma, giunta all’undicesimo risultato utile consecutivo in campionato. La vittoria sul Como, quarta di fila dopo quelle con Monza, Parma e Venezia, vale un meno 2 dalla zona coppe, quasi un miracolo considerando il punto di partenza dell’era Ranieri, oltre che un bel viatico in vista della sfida con l’Athletic Bilbao di giovedì prossimo. L’Europa League resta l’obiettivo primario per i giallorossi, ma anche la Serie A, alla luce degli ultimi sviluppi, sta assumendo contorni sempre più interessanti. Battere i lariani di Fabregas non era facile, a maggior ragione dopo un primo tempo complicato, chiuso sotto di un gol (Da Cunha al 44’) e senza riuscire mai a rendersi davvero pericolosi. Nella ripresa, dopo aver provato a rianimare i suoi con l’ingresso di El Shaarawy e Dovbyk al posto degli evanescenti Pellegrini e Shomurodov, Ranieri ha azzeccato la mossa vincente inserendo Saelemaekers, inizialmente lasciato a riposo in vista di giovedì. Il belga ha impiegato appena 2 minuti per lasciare il segno, trovando la rete del pareggio su assist di Celik, seppur con una deviazione che ha beffato Butez (61’). Classica sliding door della partita, perché da lì in poi è cambiato tutto: Kempf, già ammonito, ha ricevuto il secondo giallo, lasciando il Como in dieci e costringendo Fabregas a rivedere i suoi principi di gioco. Al 76’ ecco la giocata decisiva sull’asse Cristante-Rensch (altri cambi indovinati da Ranieri) con la rifinitura di Dovbyk, in gol al rientro dopo l’infortunio delle ultime settimane. C’è stato ancora spazio per un palo del Como (Vojvoda) e un’occasionissima di El Shaarawy, ma il risultato non è più cambiato, consentendo alla Roma di mettere un’altra tacca al suo “piano rimonta”.

Ranieri: “È stata una partita difficile, il Como diventerà un top club”

“La partita è stata difficile, l’avevo detto ai ragazzi perché il Como è in salute e gioca bene – l’analisi di Ranieri -. Non ci siamo stati a perdere, abbiamo reagito e fatto una grande gara. Al palo di Vojvoda avevo già detto ai ragazzi di rallentare i ritmi, perché se continui a cercare il gol della serenità aumenti la voglia degli avversari di segnare: va bene cercare la rete, ma con raziocinio. Ho detto a Fabregas che per me raggiungerà livelli importanti, è giovane e fa giocare con qualità. È destinato ai top club, anche se il Como diventerà una big come il Parma degli anni Novanta. Dovbyk? Deve capire un po’ il calcio italiano, come posizionarsi perché a volte non riesce a essere tra la palla e l’avversario, sono cose che in Spagna non faceva e si sta adattando. Non l’ho schierato dall’inizio perché non è stato bene, ma sapevo che la squadra avrebbe fatto un secondo tempo così. Ora possiamo pensare all’Europa League, con l’Athletic sarà difficilissima ma bella, perché vogliamo passare il turno. Ce la giocheremo a viso aperto”.

Juventus – Verona (ore 20.45, Dazn e Sky)

Vietato sbagliare. La Juventus torna allo Stadium dopo il disastro contro l’Empoli, a caccia di tre punti importantissimi che aprirebbero scenari impensabili fino a poco tempo fa, oltre che paradossali visto il momento tutt’altro che positivo. Vincere vorrebbe dire tornare al quarto posto a spese della Lazio, ma anche portarsi a soli 6 punti dalla capolista Inter. Battere il Verona, ad ogni modo, sarebbe fondamentale a prescindere dalla classifica: l’eliminazione dalla Coppa Italia, infatti, ha scoperchiato definitivamente il vaso della Pandora bianconera, liberando tutti quei malumori (in alcuni casi veri e propri litigi) che stanno scandendo la gestione Thiago Motta. “Proprio non lo sopporto, e non sono l’unico” ha rivelato un giocatore (anonimo, per ora) al Corriere della Sera, confermando uno spogliatoio in agitazione, poco incline ai metodi (e al carattere) del proprio allenatore. Giuntoli ha provato a spegnare le polemiche con alcune dichiarazioni pubbliche, ma la conferma è apparsa troppo tiepida per calmare le acque. In molti inoltre, ricordano ancora le stesse frasi riferite ad Allegri, smentite poi clamorosamente dai fatti: ecco perché Thiago Motta non è più così solido, a prescindere dall’eventuale conquista del quarto posto. Il tecnico ha capito di essere ormai nel mirino del suo stesso direttore, ragion per cui dovrà rimboccarsi le maniche e produrre un finale di stagione convincente, nei risultati e nel gioco, altrimenti il suo progetto sarà destinato a chiudersi a giugno. Il toto-allenatore, del resto, è già partito, con i nomi di Gasperini, Mancini, Tudor e, ça va sans dire, Conte a occupare le pagine dei giornali. Vedremo quel che succederà, intanto però è lecito attendersi una bella riposta già contro il Verona, in questo Monday Night da non fallire per nessun motivo, altrimenti il clima diventerebbe davvero incandescente.

Thiago Motta: “Giorni non facili, ma sento la fiducia di squadra e società”

Non sono stati giorni facili, ma è nostro dovere pensare alla prossima partita ed essere pronti ad affrontare gli avversari al massimo – ha ammesso Thiago Motta -. Affrontare il Verona sarà complicato, però allo stesso tempo abbiamo una grande energia e una grande voglia di trasformare questa nostra arrabbiatura e dimostrare, in campo, di essere superiori e fare tre punti. La delusione che provano i tifosi la proviamo anche noi, la stessa rabbia. Questo va trasformato in qualcosa di positivo per non ripetere quanto successo in Coppa Italia. Mi aspetto una partita complicata, lo sono tutte in campionato: se ci sarà un ambiente ostile, noi dovremo combattere ancora di più. Mancano ancora 12 giornate, la nostra ambizione è sommare punti di tre in tre e conquistare vittorie per raggiungere il nostro obiettivo con impegno, sacrificio e ambizione. Con l’Hellas dovremo fare una grande gara, sia tecnica che fisica per portarla dove vogliamo e prenderci la vittoria”.

Juventus – Verona, le probabili formazioni

Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio; Weah, Gatti, Kelly, Cambiaso; Locatelli, Thuram; Nico Gonzalez, McKennie, Yildiz; Kolo Muani
In panchina: Perin, Pinsoglio, Costa, Kalulu, Rouhi, Koopmeiners, Mbangula, Vlahovic
Allenatore: Thiago Motta
Indisponibili: Milik, Bremer, Cabal, Veiga, Savona, Douglas Luiz, Conceiçao
Squalificati: Nessuno

Verona (3-4-1-2): Montipò; Dawidowicz, Coppola, Valentini; Tchatchoua, Niasse, Duda, Bradaric; Suslov, Livramento; Sarr
In panchina: Perilli, Berardi, Ghilardi, Okou, Faraoni, Bernede, Oyegoke, Lazovic, Cisse, Kastanos, Mosquera, Lambourde, Ajayi
Allenatore: Zanetti (squalificato, in panchina Bertolini)
Indisponibili: Harroui, Serdar, Slotsager, Tengstedt, Frese
Squalificati: Nessuno

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