L’Inter inciampa, le altre provano ad approfittarne. Il pareggio dei nerazzurri contro il Parma regala a Milan, Napoli e Juventus la chance per allungare in classifica, senza dimenticare l’Atalanta corsara di Crotone (2-1, doppietta di Muriel e gol di Simy) e le due romane, pronte ad avvicinarsi pericolosamente. Inutile girarci attorno, il 2-2 di San Siro è quasi una sconfitta e l’averlo agguantato nel finale, dopo essere stati sotto di due gol, serve solo a renderlo un po’ meno amaro. All’Inter mancava Lukaku, d’accordo, ma gli errori visti ieri vanno al di là dell’assenza del belga, comunque pesantissima per il sistema di Conte, tanto più con un Lautaro Martinez in piena crisi.
A tradire, ancora una volta, la fase difensiva, ieri messa alle corde dal Parma di Liverani, ma soprattutto da Gervinho, autore di una splendida doppietta (46’, 62’) che aveva fatto pensare addirittura al colpaccio. Poi però i nerazzurri, complice l’inevitabile abbassamento dei ducali a difendere il doppio vantaggio, sono riusciti quantomeno a non perderla grazie alle reti di Brozovic (64’) e Perisic (92’) e nell’ultimo minuto di recupero hanno addirittura sfiorato il 3-2 con Vidal, il cui colpo di testa è finito fuori di un soffio. Alla fine invece è solo pareggio, un po’ perché non è sempre possibile compiere rimonte infinite (all’Inter era già riuscita con la Fiorentina), un po’ per via della Lukaku-dipendenza (Lautaro ed Eriksen hanno nuovamente tradito), un po’ perché gli arbitri ce la stanno mettendo tutta per non utilizzare il Var al meglio: il contatto tra Balogh e Perisic (67’) è sembrato rigore a tutti tranne che a Piccinini e a Maresca, scatenando l’ira del club nerazzurro.
“Non cerchiamo alibi perché per vincere bisogna fare gol, ma questo episodio era palese, evidente, chiarissimo – ha tuonato Marotta -. Si trattava di una valutazione molto semplice, gli arbitri e il Var devono fare molta più attenzione”. “Condivido ciò che ha detto il club e non aggiungo altro – ha proseguito Conte, prima di parlare della partita -. Per l’ennesima volta abbiamo sbagliato tantissimo, non va bene, servono più cattiveria e determinazione. Non è la prima volta che accade, potevamo fare molto meglio”. La palla passa dunque a tutte le altre big, Milan in testa. Saranno proprio i rossoneri a inaugurare la domenica con il lunch match di Udine (ore 12.30), consapevoli che una vittoria li manterrebbe al comando della classifica con 5 punti di vantaggio sull’Inter.
“Stiamo vivendo un momento positivo e dobbiamo sfruttare questo entusiasmo – ha spiegato Pioli in conferenza stampa -. Le partite però non si vincono sulla carta, tutte valgono tre punti. Siamo in testa e vorremo rimanerci, ma dobbiamo dimostrare che siamo competitivi gara dopo gara”. Il Milan, reduce da 23 risultati utili consecutivi (9 vittorie e 1 pareggio in questa stagione), sa bene che questa partita può fare da spartiacque: arrivasse un altro successo, infatti, sarebbe difficile continuare a nascondersi. Pioli, dopo aver fatto riposare alcuni titolari in Europa League, tornerà al 4-2-3-1 tipo con Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Romagnoli e Hernandez in difesa, Bennacer e Kessie a centrocampo, Saelemaekers, Calhanoglu e Leao a supporto di Ibrahimovic. Gotti risponderà con un 4-3-3 con Musso tra i pali, Stryger Larsen, De Maio, Nuytinck e Ouwejan nel reparto arretrato, De Paul, Arslan e Pereyra in mediana, Deulofeu, Okaka e Lasagna in attacco.
Partita da non sbagliare anche per la Juventus, obbligata a battere lo Spezia (ore 15) per rilanciarsi dopo le delusioni con Verona e Barcellona. “Non siamo contenti dei risultati, ma dell’approccio dei giocatori sì – ha ribattuto Pirlo -. Bisogna trovare l’affiatamento tra i giocatori, ci vuole tempo anche per capirsi e trovare le giuste distanze. Ora ci aspetta una partita tosta contro una neopromossa che sta facendo bene, Dovremo fare una bella prestazione e portare a casa punti, perché è importante per il nostro percorso”. A dare una mano ci sarà anche Cristiano Ronaldo, di nuovo abile e arruolato dopo il tampone di venerdì, anche se non dall’inizio. Il tecnico bianconero infatti lo lascerà in panchina in virtù di un 4-4-2 (o 3-4-1-2, a seconda dell’impostazione) che vedrà Szczesny in porta, Cuadrado, Demiral, Bonucci e Danilo in difesa, Kulusevski, Arthur, Rabiot e Chiesa a centrocampo, Dybala e Morata in attacco.
Classico 4-3-3 invece per Italiano, che proverà a fermare i campioni d’Italia con Provedel tra i pali, Ferrer, Chabot, Terzi e Marchizza nel reparto arretrato, Bartolomei, Ricci e Pobega in mediana, Agudelo, Nzola e Gyasi nel tridente offensivo. Alle 18 invece sarà la volta di Napoli e Roma, entrambe in casa contro Sassuolo e Fiorentina. Al San Paolo andrà in scena un interessantissimo confronto tra Gattuso e De Zerbi, ma soprattutto tra due squadre che giocano bene e segnano tanto. Certo, la pressione è soprattutto sugli azzurri, che in caso di vittoria andrebbero a quota 14 punti: non male, tanto più che i 4 che mancano all’appello potrebbero tornare il 9 novembre, quando il Tribunale d’Appello Federale discuterà il ricorso sui fatti di Juventus-Napoli.
Vincere insomma aprirebbe scenari interessanti, ragion per cui Gattuso tornerà al 4-2-3-1 tipo con Ospina in porta, Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Hysaj in difesa, Fabian Ruiz e Zielinski a centrocampo, Politano, Mertens e Lozano alle spalle di Osimhen. De Zerbi, costretto a rinunciare a tre pezzi da novanta come Caputo, Berardi e Djuricic, risponderà con lo stesso sistema di gioco con Consigli tra i pali, Muldur, Chiriches, Ferrari e Kyriakopoulos nel reparto arretrato, Obiang e Locatelli in mediana, Traore, Maxime Lopez e Boga sulla trequarti, Raspadori in attacco. Match molto interessante anche tra Roma e Fiorentina, così come tra Torino e Lazio (ore 15). I giallorossi cercano uno squillo dopo i pareggi con Milan e Cska Sofia, il primo accolto positivamente, il secondo molto meno.
“Vogliamo fare meglio della scorsa stagione, ma dobbiamo pensare una partita alla volta – ha commentato Fonseca -. Questa con la Fiorentina sarà difficile, la ritengo una squadra di qualità che può arrivare tra le prime sette”. Per i giallorossi invece l’asticella è decisamente più alta, dunque bisogna cominciare a vincere a partire dal 3-4-2-1 di oggi, che vedrà Mirante in porta, Mancini, Smalling e Ibanez in difesa, Karsdorp, Pellegrini, Veretout e Spinazzola a centrocampo, Pedro e Mkhitaryan alle spalle di Dzeko. Iachini, rinfrancato dalla vittoria sull’Udinese ma non al punto da sentirsi saldo sulla panchina viola, replicherà con un 3-5-2 con Dragowski tra i pali, Martinez Quarta, Milenkovic e Caceres nel reparto arretrato, Lirola, Castrovilli, Amrabat, Bonaventura e Biraghi in mediana, Ribery e Kouamé in attacco.
Sarà una domenica meno difficile del previsto invece per la Lazio, che sembrerebbe (condizionale d’obbligo quando ci sono di mezzo i tamponi) aver superato l’emergenza infortuni, ora ridotta ai soli Luis Alberto, Lazzari, Vavro, Anderson ed Escalante (peraltro non si sa chi di questi sia positivo al Covid e chi semplicemente indisponibile). Un elenco comunque importante, certo, ma molto meno di martedì scorso, quando Inzaghi era stato costretto a partire per Bruges senza dodici giocatori. I tamponi di ieri però hanno rilevato ben sette negatività (Immobile, Fares, Leiva, Strakosha, Cataldi, Luiz Felipe e Patric) che, se confermate oggi, permetteranno al tecnico di affrontare il Torino con una formazione molto più competitiva.