Il Milan combina un disastro. I rossoneri, nella serata che poteva valere il sorpasso sulla Juve al secondo posto, crollano a Monza e interrompono la striscia positiva iniziata il 17 dicembre scorso, ironia della sorte, proprio contro la squadra di Palladino. Questa volta le cose sono andate in modo decisamente diverso e sul banco degli imputati, come sempre in casi del genere, finisce Stefano Pioli, reo di scelte di formazione quantomeno discutibili. E così, nella notte del possibile secondo posto, il Diavolo si ritrova a soli 5 punti dal Bologna quinto, capace di battere la Lazio e lanciare l’assalto alla zona Champions.
La domenica di campionato, oltre a Palladino e Thiago Motta, sorride anche a De Rossi, visto che la sua Roma, zitta zitta, è l’unica a restare aggrappata al treno del quarto posto.
Monza – Milan 4-2: i rossoneri (in 10) rimontano due gol, poi crollano nel finale
Il primo colpo di scena della serata brianzola è arrivato un’ora prima del match, quando è uscita la formazione ufficiale del Milan: fuori Giroud e Pulisic e questo si sapeva, ma soprattutto Leao, in virtù di Jovic, Chukwueze e Okafor. Intendiamoci, presi singolarmente i sostituti sono buonissimi giocatori, ma tutti e tre assieme, considerando anche la panchina di Reijnder, è quantomeno un azzardo. E infatti i rossoneri giocano un primo tempo pessimo senza automatismi né idee: l’unica cosa uguale alle altre partite è la fragilità difensiva, con il Monza che trova due gol a ridosso dell’intervallo con Pessina (45’ su rigore) e Mota Carvalho (45+6’). La situazione, già piuttosto complicata, diventa quasi irrimediabile a inizio ripresa quando Jovic si fa espellere per una manata a Izzo a palla lontana. Lì Pioli, già corso ai ripari con l’inserimento di Pulisic e Leao, si gioca la carta Giroud e il Milan si rimette a giocare come sa, nonostante il fardello del doppio svantaggio e dell’inferiorità numerica. Al 64’ il francese riapre la partita con un bel gesto acrobatico e i rossoneri tornano a crederci, poi, al minuto 88’, sale in cattedra Pulisic, che si inventa il pareggio con uno splendido sinistro sotto l’incrocio. Partita finita? Nemmeno per sogno. Ci si aspetterebbe un recupero all’insegna del Diavolo, invece la scena se la prende il Monza: prima con il gran gol di Bondo (90’), poi con quello che chiude ogni discorso di Colombo (90+5’). Pioli dice addio a qualsiasi residua speranza di scudetto e si prepara a una settimana bollente, in cui dovrà sfangare la trasferta di Rennes (non così scontata, visto il turnover di ieri) e, soprattutto, lo scontro Champions con la lanciatissima Atalanta di Gasperini.
Pioli: “Sconfitta che fa male. Troppo turnover? Leao e Pulisic non erano al top”
“Abbiamo commesso degli errori che hanno pregiudicato la partita e anche dopo il 2-2 avremmo dovuto essere più lucidi – l’analisi di Pioli -. È stata una serata dove abbiamo sbagliato troppo, veramente storta. Troppo turnover? Ieri Pulisic non si è allenato perché era ancora stanco e Leao doveva giocare, ma ha interrotto la rifinitura e non se la sentiva per un risentimento al polpaccio. Thiaw e Jovic? Sono errori pesanti, ma dovevamo fare meglio tutti, certo la partita è cambiata molto dopo l’espulsione. In altre occasioni abbiamo dimostrato che quando lavoriamo bene di squadra possiamo difendere bene, il loro gol nasce addirittura da un rinvio del portiere, sono errori che bisogna cercare di evitare: i troppi gol subiti fuori casa sono un dato da migliorare. Testa all’Europa League? No, tutte e due le competizioni devono essere la nostra motivazione. Ci siamo fermati in campionato e non doveva succedere, il terzo posto non è ancora così solido e il secondo non è così lontano”.
Lazio – Bologna 1-2, una papera di Provedel e Zirkzee lanciano i rossoblu in zona Champions
L’altro colpaccio di giornata lo mette a segno il Bologna, capace di espugnare l’Olimpico e agguantare l’Atalanta a quota 45 punti. Thiago Motta continua così la sua clamorosa cavalcata verso l’Europa, forse addirittura la Champions: ad oggi, infatti, l’Italia avrebbe cinque squadre e la sua sarebbe meritatamente dentro. La Lazio invece rischia di aver alzato bandiera bianca, anche se le 14 partite ancora a disposizione (compreso il recupero col Torino di giovedì) le permettono di nutrire qualche speranza. Certo, il margine d’errore s’è quasi azzerato e una rincorsa Champions passa da un finale praticamente perfetto, sia dal punto di vista tecnico che fisico.
La squadra di Sarri ha approcciato molto bene la partita, passando in vantaggio con Isaksen (18’) e sfiorando più volte il raddoppio, ma al 39’ ha letteralmente regalato il pari al Bologna: erroraccio coi piedi di Provedel e gol facile facile di El Azzouzi. Nella ripresa il Bologna ha guadagnato metri e al 78’ ecco la giocata del solito Zirkzee a regalarle tre punti d’oro, gli ennesimi di una stagione sin qui spettacolare.
Thiago Motta vola in zona Champions, Sarri furioso con la Lega per l’orario
“Joshua è speciale, spero continui così perché gioca bene e, soprattutto, lavora tantissimo – ha spiegato un Thiago Motta raggiante -. Sono molto contento, era una prova interessante per noi, abbiamo vinto giocando il nostro calcio e mantenendo la nostra identità. Champions? E’ troppo presto, continuiamo a lavorare”.
Di umore opposto Maurizio Sarri, entrato in silenzio stampa subito dopo il match. Prima, però, aveva rilasciato dichiarazioni piccate verso la Lega Calcio, rea di aver scelto l’orario di pranzo nella settimana post Bayern. “Ringraziamo sentitamente la Lega per averci teso un’altra imboscata – le sue frasi -. Ci hanno fatto giocare due volte alle 12.30, una dopo un derby infrasettimanale, l’altra dopo la Champions. Potrei dire altre cose, ma lasciamo perdere…”. Polemica che regge relativamente: anche il Bologna, infatti, ha giocato mercoledì sera contro la Fiorentina, eppure è apparso tonico e concentrato. I problemi della Lazio, forse, vanno oltre gli orari…
Frosinone – Roma 0-3, giallorossi a meno 4 dalla Champions con Huijsen, Azmoun e Paredes
Dietro ad Atalanta e Bologna c’è la Roma di De Rossi, alla quarta vittoria nelle ultime cinque di campionato. Un ruolino di marcia importante, arricchito dallo 0-3 di ieri a Frosinone: risultato importante, anche se sicuramente più largo di quanto abbia detto il campo.
I giallorossi, infatti, hanno sofferto per tutto il primo tempo e se rimasti sul pareggio lo devono soprattutto a Svilar, preferito a Rui Patricio e bravissimo a salvare i suoi in diverse occasioni, in particolare su un tiro a giro quasi (appunto) imparabile di Soulé. La Roma, schierata da De Rossi con un 4-2-3-1 molto offensivo (Baldanzi, Azmoun ed El Shaarawy alle spalle di Lukaku), ha però avuto il merito di sbloccarla grazie a uno splendido gol di Huijsen (38’), andando così all’intervallo avanti nel punteggio. Da lì si è aperta un’altra partita, anche perché DDR s’è cautelato togliendo una punta (Lukaku) per un centrocampista (Pellegrini). La mossa ha funzionato e i giallorossi non hanno più sofferto, anzi hanno approfittato degli spazi lasciati dal Frosinone colpendo in contropiede: su uno di questi è arrivato il 2-0 di Azmoun (71’), mentre il punto del definitivo 3-0 lo ha messo Paredes su rigore (81’).
De Rossi: “Vittoria pesantissima! Primo tempo brutto, ma è colpa mia…”
“Pesa tantissimo vincere una partita cominciata con quei 45 minuti, il primo tempo è stato brutto, non mi è piaciuto – ha sottolineato De Rossi -. Ero nervoso, non avevamo mai sofferto così da quando sono arrivato. Bravissimi loro, io conosco l’allenatore e l’avevo detto che avrebbe giocato con coraggio, ma non possiamo farci ‘mangiare’ così. Nel primo tempo ho fatto casino io, ho cambiato la squadra, cambiando le caratteristiche del giocatore che gioca sotto la punta. Sono cose che si possono fare, ma vanno provate, noi avevamo solo un giorno. Io ho sbagliato, però è esperienza anche questa. Il secondo tempo invece mi è piaciuto molto. Dobbiamo analizzare cosa è andato e cosa no. Abbiamo le potenzialità per fare la partita per 90 minuti, soprattutto con squadre come il Frosinone che per valori tecnici è inferiore a noi”.