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Il Mes spacca il Governo: Renzi e Zinga per il Sì, M5S per il No

Imagoeconomica

Usare o non usare i 36 miliardi di euro che il nuovo Mes, il Fondo Salva-Stati, mette a disposizione dell’Italia senza condizioni se non quella di destinarli a spese dirette o indirette per la lotta al Coronavirus? A pochi giorni dal Consiglio Europeo dei capi di Stato e di Governo che deve pronunciarsi sul compromesso raggiunto la scorsa settimana, la maggioranza di governo si spacca clamorosamente e mette a nudo sia l’ambiguità del premier Conte che l’inconsistenza concettuale dei pregiudizi ideologici dei Cinque Stelle.

Con la benedizione dell’ex Presidente della Commissione europea ed ex premier, Romano Prodi (“Il Mes non è più condizionato, non capisco più il mio Paese: io sarei per usarlo”), tutta l’ala riformista del Governo – prima con il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e poi anche con il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in sintonia con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – si schiera inequivocabilmente a favore del Mes e dell’utilizzo di quei 36 miliardi che farebbero tanto comodo all’Italia alla vigilia della più grave recessione dal tempo della Grande Depressione degli anni Trenta.

Tutto il contrario l’orientamento dei Cinque Stelle e del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che malgrado l’assenza di condizioni, continuano ostinatamente a dire di no al Mes, facendo finta che la prima e l’ultima versione del Fondo siano la stessa cosa.

Ora sarà interessante vedere quali capriole dovrà fare il premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio Europeo e di fronte alla palese spaccatura della maggioranza. Finora ha inseguito i grillini, dicendosi contrario al Mes, ma, se non vorrà mandare in crisi il Governo nel pieno dell’emergenza sanitaria, dovrà prima o poi riconoscere la realtà e cioè che il nuovo Mes non è quello che nel 2010 avviò il Governo Berlusconi e non implica nessuna condizione capestro per chi ne fa uso e men che mai l’arrivo della terribile Troika. La replica dell’umiliazione inflitta a suo tempo alla Grecia non è all’ordine del giorno e prima o poi la verità si incaricherà di smentire sia le bugie dei grillini che le ambiguità dell’ineffabile Conte.

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Categories: Politica