Condividi

Il mercato del lavoro si raffredda, meno occupati e più inattivi: cosa significa e quali sono le misure da evitare

Dopo mesi di crescita, il mercato del lavoro italiano mostra segni di rallentamento. Diminuiscono gli occupati, soprattutto tra i contratti a termine e i lavoratori autonomi, mentre il tasso di inattività aumenta, ora al 33,1%. L’analisi di Claudio Negro della Fondazione Kuliscioff

Il mercato del lavoro si raffredda, meno occupati e più inattivi: cosa significa e quali sono le misure da evitare

Dopo mesi di crescita modesta ma costante, il mercato del lavoro italiano sta mostrando preoccupanti segni di rallentamento. Il numero degli occupati sta diminuendo, un fenomeno già osservato nel luglio 2023, ma allora era stato attribuito a variazioni stagionali. Questa volta, però, il calo è più inquietante perché non è accompagnato da un aumento delle persone in cerca di lavoro, suggerendo un possibile congelamento del mercato. Secondo Claudio Negro della Fondazione Kuliscioff, questo potrebbe essere un brutto segnale per il futuro.

Nubi sul mercato del lavoro

La diminuzione degli occupati colpisce principalmente i contratti a termine e i lavoratori autonomi. Le imprese sembrano trattenere i lavoratori a tempo indeterminato, su cui hanno investito e che sono più difficili da sostituire, mentre riducono i rapporti di lavoro non fondamentali (come contratti a termine e partite Iva) in attesa di capire l’evoluzione economica. Questo comportamento riflette le aspettative delle aziende, influenzate da un calo dell’indice di fiducia dello 0,6% e dalla diminuzione della produzione industriale manifatturiera, che scende da tre mesi consecutivi con un tasso cumulato superiore all’1,5%.

La stagione turistica potrebbe portare a un aumento delle assunzioni, un fatto positivo che deve però essere valutato tenendo conto della natura stagionale di molte di queste opportunità e della presenza di contratti temporanei.

Attribuire la colpa di questi andamenti negativi alle politiche del Governo non sarebbe giusto. Tali politiche sono state ininfluenti sia nei periodi di crescita sia in quelli di declino del mercato del lavoro. Secondo Negro, sarebbe già un buon passo se il Governo riconoscesse che non si tratta di semplici fluttuazioni, ma dell’inizio di una nuova fase economica. Preoccupa soprattutto l’aumento del tasso di inattività, ora al 33,1% per la prima volta da ottobre 2023. È auspicabile che il Governo eviti ulteriori interventi sul mercato del lavoro, come il Superbonus Occupazione, e si concentri su misure più efficaci per affrontare queste sfide.

Commenta