La regione compresa fra Mediterraneo, Medio Oriente e Golfo (27 Paesi in tutto) rappresenta una delle destinazioni privilegiate per gli investimenti diretti esteri (IDE) e nei prossimi anni può diventare un nuovo mercato emergente. L’area ha un Pil di oltre 10 mila miliardi di dollari e nel periodo 2009-2013 ha attirato 17.110 progetti d’investimenti stranieri diretti (di cui il 78% nel Mediterraneo Ue e nel Golfo). Solo nel 2013, il valore degli IDE nella Regione è stato pari a 85 miliardi di dollari (di cui il 35% in M&A e il 65% in investimenti greenfield), un dato superiore agli 84,8 miliardi della Cina. I numeri sono contenuti nell’EY Baromed Attractiveness survey 2015 “The Next Opportunity”, ricerca realizzata da EY e presentata nel corso dell’EY Strategic Growth Forum che si è aperto oggi a Roma.
“Se si continuerà a promuovere l’integrazione e la collaborazione all’interno dei Paesi del Mediterraneo, nei prossimi anni la mappa mondiale sarà arricchita dalla nascita di un nuovo mercato Emergente – commenta Donato Iacovone, amministratore delegato di EY in Italia e managing partner dell’Area Mediterranea –. Nell’immediato futuro si prevede una crescita positiva e gli investitori sembrano dimostrare interesse nella Regione. Grazie ad un mercato non ancora saturo e alle risorse presenti, non solo l’Europa e gli Stati Uniti, ma anche Cina e India considerano l’area come una meta altamente attrattiva per gli investimenti”.
Marc Lhermitte, autore del report, ritiene invece che “le aziende abbiano forti motivazioni per investire”, perché “la Regione è ricca di idee, energie e competenze non ancora sfruttate. Il Mediterraneo ospiterà più di 750 milioni di persone entro il 2040, con un potere d’acquisto sempre più crescente”.
IL MEDITERRANEO BATTE EUROPA, ASIA E AFRICA
Secondo la ricerca, che è stata realizzata nel marzo di quest’anno coinvolgendo 156 dirigenti di 20 Paesi del mondo, il Mediterraneo è considerata un’area più attrattiva dell’Europa (51%), dell’Africa (60%) e dell’Asia (52%). Quando viene chiesto di confrontare il Mediterraneo con l’Europa, gli investitori fanno notare come la crescita economica sia più rapida rispetto alle altre regioni e come le opportunità di business siano maggiori, spinte dalla crescita demografica e dall’urbanizzazione, con la nascita di nuove spettacolari città o distretti che sorgono negli Stati del Golfo, in Turchia e in Nord Africa.
“Grazie ad una posizione strategica rispetto ad Europa, Africa e Asia e con un mercato del lavoro in crescita e con le grandi risorse presenti – prosegue Iacovone –, la regione offre un ottimo compromesso tra crescita e costi. Nell’immediato futuro, infrastrutture più efficaci ed una maggiore stabilità aiuteranno a creare più posti di lavoro sia nell’industria, che negli altri settori della Regione”.
SETTORI E INVESTIMENTI DEL FUTURO
Nel report si legge inoltre che, negli investimenti greenfield, i primi tre settori per IDE all’interno della regione (2009-13) sono i servizi alle imprese (indicati dal 15,4% degli intervistati), industria digitale (10,8%), servizi finanziari (10,6%). Per quanto riguarda il target delle acquisizioni, le aziende considerate più interessanti sono quelle appartenenti ai settori delle telecomunicazioni, dei media, delle tecnologie (17,3%), della vendita al dettaglio, dei prodotti di consumo (15,4%) e dell’energia (11,7%).
Per quanto riguarda l’Italia, “i settori che più attirano gli investitori sono quelli del food, per cui é benvenuta l’ Expo, e quelli del manifatturiero, dove siamo tradizionalmente leader, come il fashion”.
Sfruttando la posizione centrale tra Europa, Asia e Africa, la Regione sta sviluppando i settori dell’immobiliare, del turismo e del commercio al dettaglio, con l’ambizione di diventare una destinazione globale ed una meta principale per il turismo. Alcuni investitori stanno inoltre riportando le proprie attività dall’Asia al Mediterraneo, per poter gestire al meglio la propria supply chain per la domanda dei mercati europei. La zona serve già oggi i mercati globali, grazie alla presenza dei 18 porti su 100 e degli 8 aeroporti su 30 più trafficati del mondo.
I PROBLEMI DA RISOLVERE
Nonostante l’outlook positivo, molti degli intervistati nel BaroMed2015 hanno evidenziato alcuni potenziali rischi all’interno della Regione: in particolare, l’instabilità (una media del 53% nelle 5 sotto-regioni) e la mancanza di trasparenza (29%) sono considerati i principali ostacoli agli investimenti e ad una crescita sostenibile. Inoltre, gli intervistati mostrano preoccupazione per la mancanza d’infrastrutture in alcuni dei Paesi e per l’economica stagnante dell’Europa, che rimane la principale fonte di capitale dell’intera Regione.
“Nel 2050, le economie emergenti della Regione supereranno in termini di PIL, di crescita, d’innovazione e di adozione di tecnologie rivoluzionarie alcuni dei Paesi sviluppati – conclude Lhermitte –. Milioni di persone in tutta la Regione diventeranno consumatori sofisticati. Con il BaroMed 2015 speriamo di poter contribuire al prossimo capitolo della storia di una delle Regioni più affascinanti del mondo”.