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Il mare inquinato e i ritardi della politica. Cosa ha trovato la Goletta verde lungo le coste e i laghi?

Dopo le bandiere blu sul mare italiano ecco i risultati della Goletta verde di Legambiente: un punto inquinato ogni 76 Km di costa. La battaglia per la depurazione delle acque continua

Il mare inquinato e i ritardi della politica. Cosa ha trovato la Goletta verde lungo le coste e i laghi?

Godersi il mare senza conoscere il suo stato di salute può essere complicato. Nelle affollate spiagge italiane, i rilievi della Goletta verde di Legambiente non agitano molto i bagnanti. L’annuale campionamento delle acque dei mari e dei laghi arriva nel bel mezzo di agosto, quando milioni di italiani e stranieri sono sdraiati a godersi il riposo. Sapere in anticipo se la località scelta, ha il mare inquinato sarebbe utile, ma poi non ci sono le bandiere blu dell’Europa, che quest’anno sono anche aumentate? Questo non rende meno rilevanti i dati sulla qualità delle acque. I volontari di Goletta Verde, infatti, hanno scovato 394 punti in 19 Regioni con le acque “oltre il limite”. La situazione è preoccupante: il 36% dei punti analizzati è stato giudicato oltre il limite, con 101 punti considerati fortemente inquinati e 39 inquinati. Risultati comunicati solo ora.

La verità non sta mai da una sola parte e allora, bandiere blu a parte, il mare italiano non è in buona salute. Chi spiega al ministro del Turismo Daniela Santanchè che in media ogni 76 km di costa c’è un punto inquinato? E il trend è in crescita, quasi quanto il numero di turisti che vengono in Italia, nonostante i prezzi aumentati.

Non calano le sanzioni della Ue

Le problematiche che minacciano la salute delle acque non sono sempre causate da uomini in carne e ossa, ma spesso derivano da questioni politiche: maladepurazione, scarichi abusivi, inquinamento, cemento selvaggio. Un copyright inimitato e inimitabile per interessi, speculazioni, malavoglia, affarismo. È un tallone d’Achille per l’Italia – ricorda Legambiente – che è già costato 142 milioni di euro in sanzioni pecuniarie. Sindaci, presidenti di Regione, albergatori, hanno la sventura che i fiumi e i corsi d’acqua che sfociano in mare sono incontrollati e nell’anarchia della sorveglianza compromettono la qualità dell’acqua e del territorio. La Goletta ha controllato anche i laghi e, purtroppo per chi li preferisce al mare, la situazione non è migliore. I laghi Maggiore, Orta, Trasimeno e Bolsena sono la novità di quest’anno e le concentrazioni inquinanti sono altissime anche lì. Che fare quando sei in ballo? Al fresco di un ombrellone o di un gazebo, magari ricordarsi che il cambiamento climatico aggrava il quadro.

Nel frattempo, è importante ricordare che i giudizi di Goletta verde non sostituiscono il lavoro delle autorità competenti in materia di balneazione. “… E che sono io Pasquale?” diceva Totò. Legambiente valuterà se ci sono i presupposti per esposti alle autorità competenti e chiedere maggiori monitoraggi e controlli: ci mancherebbe che non lo facesse, in nome di un paese che quanto alla retorica della bellezza non ha rivali. Intanto, l’associazione ha chiesto un piano per la tutela di mare e laghi che preveda l’ammodernamento e il completamento del sistema di depurazione, ma che non sia contrario nemmeno agli impianti eolici offshore perché aiutano la transizione ecologica. Certo, tra i promotori della Goletta c’è anche l’Associazione degli industriali dell’eolico. Ma qui bisogna discutere con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e in primis con la presidente della Sardegna Alessandra Todde, controparte delle pale a mare. Goletta verde rischia davvero di incagliarsi.

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