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Il “maratoneta” parte alla conquista di Moncler

Eurazeo alla conquista di Moncler. Ma chi si nasconde dietro questa sigla, che emerge regolarmente in tanti business, fra i più diversi, francesi e non? Ebbene, viaggiamo nella galassia della banca Lazard. Ex Lazard, appunto, è Patrick Sayer, il presidente, capace maratoneta di nome e di fatto. Cerca di non mancare mai l’appuntamento annuo di New York dove se la cava bene (benino dicono i detrattori). Maratoneta negli affari, perché ribadisce appena puo’ che la società parigina non agisce «sul breve termine», che «investe minimo su 5 anni». Che lui ci pensa due volte prima di metterci i soldi: da tempo si sapeva che Eurazeo era tentato dal mondo del lusso e della moda. E solo ora, dopo mesi e mesi di voci al riguardo, giunge l’annuncio su Moncler.

 

Ma prima di andare avanti, apriamo subito una parentesi. Per essere chiari. Quando parliamo di galassia Lazard, è anche per un altro motivo. Eurazeo (che ha chiuso l’anno scorso con un fatturato di 3,9 miliardi di euro, +3,6%) fa riferimento agli eredi di Edouard Stern, il banchiere d’affari, sposo della figlia maggiore di Michel David-Weill, a sua volta presidente di Lazard. Stern mori’ nel 2005 in circostanze imbarazzanti. La sua eredità corrisponde a qualcosa come due miliardi di euro, gestiti dall’enigmatica Kristen Van Riel. Una parte di quei soldi sono stati investiti proprio in Eurazeo: gli eredi di Stern ne rappresentano gli azionisti di riferimento, con quasi il 21% del capitale. Del gruppeto fanno parte anche i figli di un certo Antoine Bernheim, che con l’Italia ha un rapporto lungo e duraturo. Quel certo Antoine Bernheim figura pure nel Cda di Eurazeo. Avrà avuto un peso nel negoziato con Remo Ruffini, italianissimo presidente di Moncler?

 

Torniamo a Sayer, autore dell’accordo con la società dei piumini. Anche per la sua società d’investimenti la crisi si è fatta sentire. Il 2009 venne archiviato per la prima volta in rosso (perdite nette pari a 200 milioni di euro). Ma nel 2010 Eurazeo ha ricominciato a correre (115 milioni di utile netto). E il trend positivo sembra continuare nel 2011. Alla fine di aprile Sayer ha messo le mani su Ofi Private Equity, fondo d’investimento rivale (anche se molto più piccolo) sulla piazza di Parigi, attivo nella caccia di nuove opportunità tra le piccole e medie aziende europee. Sayer sta anche negoziando con la banca Bpce per prendere il controllo del gruppo immobiliare Foncia. Intanto il maratoneta si occupa delle sue «vecchie» partecipazioni, nei contesti più svariati, da Europcar a Danone, dalla Banca Leonardo ad Accor. Questo gruppo è quello che (almeno in Borsa) ha dato più soddisfazioni al nostro. Proprio Sayer è all’origine della separazione, realizzata l’anno scorso, tra le attività alberghiere (zoppicanti) e quelle relative ai ticket restaurant (che vanno alla grande), confluite in Edenred. L’operazione venne abilmente gestita per conto di Sayer dall’allora presidente di Accor, GillesPélisson. Subito dopo, a sorpresa, scaricato da Sayer. Una delle brutte storie della finanza parigina dell’anno scorso. Il maratoneta e investitore di lungo corso è capace anche di questo.

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