Il Manchester United ha presentato la documentazione necessaria a quotarsi alla Borsa di Singapore e ha reclutato Morgan Stanley e Jp Morgan tra le banche che cureranno il collocamento. Il club inglese punta a raccogliere un miliardo di dollari collocando il 25-30% del capitale. La valorizzazione dell’intera società si attesterebbe così a 4 miliardi. Global coordinator dell’Ipo è Credit Suisse mentre il ruolo di co-lead è affidato a Boc International, Cimb, Dbs e Clsa. L’iter per il via libera richiederà tra le quattro e le 12 settimane e l’attività di pre-marketing dovrebbe partire a metà settembre.
Le risorse fresche, ha spiegato chi è vicino all’operazione, permetteranno alla famiglia Glazer, che controlla la società, di ridurre il debito del club che a fine marzo si attestava a 478 milioni di sterline. Ma l’operazione ha già suscitato le critiche della Manchester United Supporters Trust (Must) che da tempo cerca di rilevare il club. Era già scesa in campo l’anno scorso grazie al supporto di alcuni tifosi dalle forti possibilità economiche. Must ritiene infatti che l’Ipo rappresenti una pillola avvelenata per rendere ancora più difficoltoso un eventuale passaggio di proprietà e che sarà per questo utile solo ai Glazer e non al club. D’altra parte il Manchester United non sbarca per la prima volta sui listini. Già nel 1990 si era quotato a Londra, per poi essere rilevato dopo 15 anni dai Glazer.