Torna a volare il lusso nei listini europei. A suonar la carica è l’ammiraglia Lvmh +3% che, forte dei risultati trimestrali di Louis Vuitton e Dior, ha ormai superato i livelli di vendita del 2019, prima della pandemia. E così, al seguito del gigante parigino, che con una capitalizzazione di 310 miliardi rappresenta la prima società europea, l’indice di settore segna un nuovo massimo assoluto con un rialzo dell’11% da inizio anno.
Fenomeno nel fenomeno, continua intanto la resurrezione del marchio Tod’s nel nome di Chiara Ferragni. Anche stamane, come capita dal giorno dell’annuncio dell’ingresso nel cda dell’azienda marchigiana dell’influencer (o dovremmo dire dell’imprenditrice?) cremonese, il titolo della famiglia Della Valle ha strappato in Borsa con un rialzo del 5% circa che va a aggiungersi ai guadagni delle tre sedute precedenti: +24%, per un valore di 220 milioni. Una manna dal cielo che ha consentito alla griffe marchigiana di recuperare le perdite del 2020 pari a 93,7 milioni.
Non è facile decifrare le ragioni di questo boom. Diego Della Valle, che già in passato aveva coinvolto la Blondie Salad in una campagna di comunicazione rivolta ai Millennials con il progetto #Chiaralovestods# dice che ”la sua conoscenza del mondo dei giovani sarà sicuramente preziosa”. Ma, naturalmente, non per disegnare scarpe come una Louboutin nostrana. Semmai “insieme, cercheremo di costruire progetti solidali e di sostegno per chi ha più bisogno, sensibilizzando e coinvolgendo sempre di più le nuove generazioni in operazioni di questo tipo”. Un apporto tra il sociale ed il politico, insomma, con il risultato di avvicinare il consumatore ai valori del consumo intelligente, socialmente corretto, ligio al rispetto dell’ambiente e così via. Assieme, conclude Della Valle, possiamo “costruire un gruppo di pensiero dedicato a progetti focalizzati alla solidarietà verso gli altri, con forte attenzione al mondo giovanile che, mai come in questo momento, ha bisogno di essere ascoltato”. Ma davvero, si chiedono gli operatori, scettici per definizione, ci vuole così poco per risvegliare un marchio in decadenza? E che effetto traino può avere un in termini di vendita in un settore condizionato dai gusti dei consumatori cinesi? Più di quel che non sin creda, se si considera la liaison tra la pirotecnica signora Fedez e Giglio group, che fonda le sue fortune nell’e commerce con i consumatori di Shanghai e Shenzhen.
Ma, nell’attesa di riscontri commerciali, la domanda vera è un’altra: cosa spinge austeri gestori del denaro, analisti imbottiti di formule alla ricerca del giusto p/e a tuffarsi su un titolo sull’onda della Ferragni? In attesa che si muovano i consumatori, si sono mossi i frequentatori dei listini azionari. Ma chi? I gestori dei fondi pensione? I broker delle case internazionali? Senz’altro c’è di tutto, ma l’andamento del mercato, a partire dall’accelerazione giorno dopo giorno, fa sospettare che a muoversi sia stato soprattutto il mercato retail, ovvero i piccoli risparmiatori, il cosiddetto parco buoi che da almeno vent’anni (o anche più) è vittima e non protagonista dei fenomeni di borsa pilotati dalle classiche “mani forti”. Solo un sospetto? In attesa di riscontri più concreti, una pista la offre in New York Times di stamane. Negli Usa, secondo i conti della Fed, gli investitori individuali hanno comprato nel 2020 azioni per 211 miliardi di dollari, il dato più alto da sette anni. E molti indizi lasciano pensare che l’importo sia almeno raddoppiato quest’anno.
Una tendenza forte che potrebbe tradursi in una moda anche in Italia: la liquidità cresce, le banche tendono a rifiutare i depositi, le formule del risparmio gestito hanno un appeal ridotto (e commissioni che restano opache). Tanto vale puntare su Chiara, la bionda che finora non ha deluso né illuso nessuno.
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LV:Tiffany=Tod’s:Ferragni
Misure a parte, speriamo che il tempismo sul mercato nostrano risulti centrato, magari con EPS >0!