La sua data di nascita risale al 6 maggio del 1791, ma dapprima fortezza e poi residenza reale di Carlo V. Fu Francesco I a trasformarlo in palazzo e i suoi successori lo ampliarono e abbellirono. Nel 1678 fu aperto per la prima volta al pubblico, dopo che Luigi XIV si trasferì a Versailles. In quel periodo vi erano già raccolti 2500 quadri e oltre 5000 disegni.
Nel periodo della Rivoluzione il museo continuò ad arricchirsi, in quanto lo Stato s’impossessò dei beni dei profughi e delle comunità religiose. Con le guerre napoleoniche, il museo si riempì sempre più di tesori, nonostante Luigi XVIII dovette restituire oltre mille opere ai suoi legittimi proprietari (solamente Le nozze di Cana non tornarono a Venezia, perchè la tela era troppo grande, oltre 10 metri e sarebbe stato rischioso spedirla senza incorrere nel rischio di rovinarla). Re Sole costruì la Galleria Apollo che servì poi a riunire i gioielli della corona, molti dei quali ricordano incoronazioni dei re di Francia, come la “Joyeuse” la spada forse appartenuta a Carlo Magno, lo scettro di Carlo V o la spada che incoronò Carlo X. Ma fu Francesco I a riordinare tutti i gioielli della corona, dove lo Stato era solo depositario, ma che aveva la facoltà di impegnarli nel caso fossero arrivati tempi difficili. Allora il tesoro comprendeva gemme e preziosi di inestimabile valore, come il “Côte de bretagne” un rubino di 105 carati o il “Reggente” un brillante di 140 carati.
A seguito, durante il Secondo Impero, furono donate al Museo diverse collezioni private, come quella di Paul La Caze, che vedeva principalmente capolavori dei Seicento e del Settecento. Non dimentichiamoci il grande corpus di opere impressioniste presenti nelle sale dedicate ai maestri di questo genere, tra cui numerosi Cezanne e Van Gogh donate alla fine degli anni ’40 inizio anni ’50 da Paul Gachet, figlio del medico che curò Van Gogh a Auvers-sur-Oise. Un uomo, da come si racconta, che visse in una casa priva di elettricità, in piena solitudine solo per godersi i quadri che possedeva. Negli anni ’50 il bilancio ridotto del Louvre impediva l’acquisto di nuove opere, fu così che la Società degli amici del Louvre, fondata nel 1897 da un gruppo di ricchi collezionisti, intervenne con aiuti provvidenziali. Nel 1959, la Società spese una cifra significativa per acquistare la collezione di quadri di Mme Guillaume Walter.
Oggi il Louvre, con circa 70 mila m² di esposizione, possiede oltre 380 mila oggetti e opere d’arte, collezioni di archeologia mediorientale, archeologia egizia, greca, etrusca, romana e arte islamica. Ma anche sculture di diverse epoche, arti decorative, e ben 12 mila dipinti e 183 mila tra disegni e stampe. La maggioranza degli oggetti della sezione asiatica e egizia provengono da campagne archeologiche. Fu uno dei conservatori del Louvre, André Parrot, a scoprire l’antichissima città sumera di Mari, esistita 3 mila anni avanti Cristo. Di qui, la Stele dell’Avvoltoio, che commemora la vittoria di un re sumero, la statua del Governatore di Mari e il Codice di Hammurabi che con il fregio degli arcieri provenienti da Susa, rappresentano alcuni dei più preziosi cimeli delle antiche civiltà del Medio Oriente al Louvre.
Ma sono le collezioni di pittura che attirano i visitatori. Insieme alla Gioconda, i quadri più ammirati tanto per citane alcuni…sono: l’Incoronazione della Vergine del Beato Angelico, la Madonna del Cancelliere Rollin di Van Eych, la Merlettaia di Vermeer, la Betsabea di Rembrant, l’Inconorazione di David, e a seguire un’ infinità di capolavori.
Spesso ci domandiamo quale sia il valore della collezione del Louvre o come si difende il museo dai ladri? Solo per ricordare, dopo il furto della Gioconda avvenuto nel 1911, il museo adottò drastiche misure di sicurezza, ma questo non impedì, era l’11 giugno del 1939, ad un esaltato, certo Stanislas Bogouslavky, di rubare l’indifferente di Watteau, che però restituì pochi mesi dopo. Un furto oggi sarebbe pressochè impossibile, il Louvre è praticamente una fortezza.
E infine a completare l’intera opera architettonica, dopo il Caroussel du Louvre, una vera e propria città sotterranea con negozi, bar, servizi, auditorium, una grande libreria e una sala per le esposizioni temporanee, oggi abbiamo anche Pyramide Inversée che illumina il più grande museo di Francia.