L’abbandono del nucleare da parte della Germania danneggia gli operatori del settore: è il caso del gruppo energetico E.On, che stima in circa 8 miliardi di euro i danni subiti, causati dalle scelte energetiche che hanno fatto seguito al disastro di Fukushima.
L’industria nucleare tedesca, nel suo complesso, ha richiesto al Governo circa 15 miliardi di compensazione.
La richiesta di E.On è stata confermata, dopo indiscrezioni di stampa, da un portavoce del gruppo. “L’ordine di grandezza è corretto per quel che concerne E.On” ha detto il portavoce all’Afp.
Come i suoi concorrenti Rwe, Vattenfall e EnBw, il gruppo E.On ha dovuto fermare bruscamente alcuni reattori nucleari nel marzo 2011, in seguito alla catastrofe di Fukushima, e dovrà progressivamente fermare i restanti entro il 2022.
Particolarmente forti, le scelte in tema di approvvigionamento energetico, anche in campo occupazionale: la cessazione delle attività nucleari da parte del gruppo E.On ha già comportato il licenziamento di circa 11 mila dipendenti.
Il titolo E.On alla Borsa di Francoforte guadagna il 2,1%.