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Il greggio si impenna, gelata sui listini

L’attacco saudita nello Yemen fa schizzare il petrolio e frena tutte le Borse europee – A Londra pesa anche l’impatto dell’uscita della Borsa di Dubai dal London Stock Exchange – Bene le aste del Tesoro: il Btpei scivola a rendimento zero – Salgono Eni e Saipem, giù tecnologici e banche – Male Telecom, oggi il Cda

Il greggio si impenna, gelata sui listini

Arriva dal Medio Oriente la gelata per i listini del Vecchio Continente. Piazza Affari recupera rispetto ai minimi della giornata ma segna comunque un ribasso dell’1,36% (indice Ftse Mib a 22.830 punti). Francoforte cede l’1,31% davanti a Parigi-1,23% e Madrid -0,8%. Pesa l’eco del conflitto in Yemen che ha provocato un’impennata nelle quotazioni del greggio. Il Brent è scambiato a 58,5 dollari, in crescita del 3,5%, dopo essere salito ieri del 2,5%. Wti a 50,9 dollari (+3,6%). Pesante anche l’impatto della notizia che Dubai Borse intende far cassa vendendo la sua quota nel London Stock Exchange raccogliendo circa 1,5 miliardi di sterline. Il titolo della City lascia sul terreno il 10%.

Le tensioni sul fronte del debito non hanno frenato l’avvio positivo delle aste del Tesoro di fine marzo: 521 milioni di Btpei, scadenza settembre 2026, sono stati collocati allo 0,13% (49 punti in meno del collocamento precedente). Il Btpei /settembre 24 è stato assegnato a tasso zero. I Ctz biennali rendono lo 0,162% ai minimi storici.  Lo spread risale a 115 punti, rendimento del decennale all’1,36%.

Positivi i titoli legati al settore oil. Eni +1,5% sostiene il paniere principale del mercato. Saipem avanza dello 0,94%. La società sta per dare vita ad una jv in Nigeria, sulla scia dell’accordo concluso con PetroChina Saras guadagna l’1,2% e si porta a 1,4360 euro, nuovo massimo dal settembre 2011. Société Générale ha alzato la raccomandazione a Buy da Hold e ha portato il target price a 1,80 euro da 1,25 euro. Ieri il titolo ha chiuso a 1,419 euro. Tenaris +0,23%. 

Continua a soffrire il comparto dei tecnologici. Stm, dopo il calo della vigilia (-4,5%) lascia sul terreno un altro 3,6%. Stanotte l’indice Philadelphia Semiconductor Index ha chiuso in ribasso del 4,6%, terzo giorno consecutivo di flessione. 

Tutti e trenta i membri dell’indice sono scesi, Texas Instruments -4,6%, Intel -3%. In Europa il produttore di microchips Arm holding perde il 4,3%, in linea con il rosso di Asml, -4,2%.

 Arretra Pininfarina -4,6% dopo la nota di stamane. La società, ieri schizzata all’insù del 26%, conferma l’interesse degll indiani di Mahindra &Mahindra ma precisa di non aver ancora raggiunto un accordo vincolante che richiederà l’avallo preventivo delle banche creditrici. Fiat Chrysler -2,7%, Finmeccanica -3%. 

In calo anche le banche: Unicredit -1,9%, Intesa -1,7%,MontePaschi -2,2%. 
Scendono i titoli del risparmio gestito, reduci da un prolungato rally. Azimut-3,6%, Mediolanum -3,1%.

Scende Telecom Italia -2,8% a poche ore dal Cda che avrà di nuovo al centro le alleanze sulla banda larga.
Generali scende dell’1,7% a 18,24 euro in una giornata di deciso calo per le assicurazioni: l’indice Stoxx del settore perde il 2,1%. La francese Axa scende del 2,5%. Sul titolo del Leone è intervenuta oggi Deutsche Bank che ha confermato il giudizio Buy e ha alzato il target price a 21 euro da 19,20 euro. 

In terreno negativo Terna, nonostante la società abbia dati migliori delle aspettative: utile netto a 544,5 milioni di euro (+6%), indebitamento finanziario a 6.967,8 milioni di euro. Il dividendo è di 20 centesimi per azione (di cui 7 già versati a titolo di acconto).

La peggior blue chip di giornata è Salvatore Ferragamo -4,19%. Stamattina gli analisti di Goldman Sachs hanno ribadito la raccomandazione Buy. 

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