Il green pass cambia e il governo sta valutando varie ipotesi. Il punto di partenza è che la variante Delta, nel corso dell’ultima settimana, ha spinto il cui numero è cresciuto di oltre il 50 per cento. I numeri sono ancora relativamente bassi e i dati sui ricoveri sembrano confortanti, ma l’Italia pare incamminarsi sulla strada già imboccata dagli altri Paesi, dove i contagi da Covid-19 sono tornati a quota 20mila-30mila al giorno.
In questo contesto, sembra dunque inevitabile il ripensamento del Green pass di cui si parla già da qualche settimana. Il come e il quando saranno decisi nel corso della cabina di regia in programma per la prossima settimana, ma una certezza c’è già: il Green pass sarà rilasciato dopo la seconda dose e non più dopo la prima come previsto oggi. Il motivo è presto detto: la prima dose non è sufficiente per proteggere i cittadini contro la variante Delta. Non solo, posticipando il rilascio del certificato verde dopo la seconda dose si incentivano i cittadini a completare il ciclo vaccinale.
E per il resto? Sulle altre regole siamo ancora nel campo delle ipotesi. Si va dal modello Macron all’obbligo vaccinale, passando per la “via italiana al Green pass” auspicata dalla ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini.
IL MODELLO MACRON
Al momento il riferimento è dunque il cosiddetto “modello Macron”, ma in che cosa consiste precisamente? Intanto, la stretta francese agisce su due fronti: vaccini e Green Pass. Dal 15 settembre scatta l’obbligo di vaccinazione per tutti i lavoratori e i volontari del settore sanitario, compresa l’assistenza a domicilio per anziani e persone fragili: in tutto si tratta di 4 milioni di persone, di cui 1,5 milioni non ancora immunizzate. In caso di rifiuto, è prevista la sospensione dell’attività e anche dello stipendio fino a 6 settimane, ma se il lavoratore insiste potrà anche rischiare il licenziamento.
Dal 21 luglio invece il Green Pass (che si ottiene 7 giorni dopo la seconda dose di vaccino, o con tampone negativo o se guariti da Covid meno di 6 mesi prima) sarà obbligatorio per accedere a tutti i luoghi di cultura e svago dove ci sono 50 o più persone (la soglia precedente era mille persone). Il 1° agosto, se otterrà il via libera del Consiglio costituzionale, la norma si estenderà anche a bar, ristoranti, treni e aerei (ma solo di lunga percorrenza, quindi non regionali e voli interni), grandi centri commerciali, ospedali e case di cura. Per la fascia 12-17 anni, che è in ritardo nella vaccinazione, la stretta sull’obbligo di Green Pass sarà posticipata al 30 agosto. Da notare che in compenso il governo francese ha annunciato un progressivo allentamento dell’obbligo di mascherina, anche nei luoghi dove adesso è obbligatoria, se si accede col pass. Dure le sanzioni in caso di mancato controllo da parte degli esercenti: si rischiano fino a 45.000 euro di multa, un anno di carcere e la chiusura del locale.
Dopo l’annuncio di Emmanuel Macron sulla nuova svolta anti-Covid è corsa alle prenotazioni: 2 milioni di prenotazioni in pochi giorni ma anche proteste no-vax a Parigi.
LA VIA ITALIANA
Date le differenti opinioni politiche sulla questione, il Governo potrebbe scegliere una “terza via”. Lega e Fratelli d’Italia si oppongono al Green pass per andare al ristorante o al bar, mentre Pierpaolo Sileri (sottosegretario alla Salute, M5S) chiede a gran voce l’estensione modello Macron. Di sicuro il Green pass modello italiano sarà esteso alla doppia dose di vaccino (non più una soltanto). Verosimilmente il Green pass servirà per andare in piscina, in palestra, al cinema, al teatro e in discoteca (i locali da ballo potrebbero riaprire nell’ultima settimana di luglio) e per prendere un treno o un aereo. Certificazione necessaria anche per i congressi e gli eventi. Così facendo si spera da un lato di controllare la diffusione della variante Delta, dall’altro di incentivare i cittadini a vaccinarsi come sta accadendo in Francia.
Dubbi invece sul Green pass obbligatorio per salire sui mezzi pubblici: i controlli sarebbero troppo difficili da effettuare, soprattutto in vista della riapertura del nuovo anno scolastico.
Ricordiamo che attualmente è necessario possedere il green pass per partecipare a matrimoni, vedere una partita allo stadio o andare a trovare un parente in una Rsa.
OBBLIGO VACCINALE
Secondo quanto riferisce Repubblica, tra le ipotesi sul tavolo, ci sarebbe anche la linea dura: allo scopo di massimizzare le percentuali di copertura, il governo starebbe addirittura vagliando l’ipotesi di imporre l’obbligo vaccinale. La strada però sembra tutta in salita data la forte contrarietà in maggioranza della Lega e di alcuni esponenti di PD e Movimento 5 Stelle.
STATO D’EMERGENZA E MASCHERINE
In questo frangente un’altra certezza riguarda la proroga dello stato d’emergenza, che scadrà il 31 luglio, al 31 ottobre 2021.
A fine luglio scadrà anche l’ordinanza che ha eliminato l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto nelle zone bianche. Anche in questo caso è prevista una proroga.
FASCIA GIALLA
Sono Sicilia, Sardegna, Veneto e Campania, Abruzzo e Lazio le regioni che rischierebbero di tornare in fascia gialla nelle prossime settimane. Governo e Regioni stanno però discutendo sui parametri di riferimento da tenere in considerazione per stabilire in che area debba collocarsi un territorio.
Le regioni chiedono di superare il parametro dei 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. A pesare dovranno essere i ricoveri (scesi a livelli molto bassi grazie ai vaccini) e non i contagi che secondo gli ultimi dati stanno riguardando solo i più giovani e i non vaccinati. Potrebbe arrivare anche una soglia minima di tamponi da effettuare, 100 ogni 100mila abitanti, mentre il Governo insiste sul tracciamento dei casi, fondamentale per tenere sotto controllo la diffusione del virus.