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Il Green Deal resiste: stop al blitz del Ppe sulla legge Ue anti-deforestazione

Il Ppe, con il sostegno di Conservatori ed estrema destra, fallisce nel tentativo di rallentare il Green Deal: la legge sulla deforestazione resta intatta, con solo un anno di rinvio

Il Green Deal resiste: stop al blitz del Ppe sulla legge Ue anti-deforestazione

Cala il sipario su una battaglia politica tesa e complicata attorno alla legge Ue sulla deforestazione importata. A meno di un mese dalla data originaria di applicazione (30 dicembre 2024), le istituzioni europee hanno trovato un accordo per rinviare di un anno l’applicazione delle norme, ma senza toccarne i principi fondamentali.

Si tratta di una sconfitta politica per il Partito Popolare Europeo (Ppe), che con l’appoggio delle forze di estrema destra aveva tentato di sfruttare la proposta di proroga della Commissione europea per indebolire il testo. Gli emendamenti proposti dalla coalizione di centrodestra, approvati sul filo di lana dal Parlamento, sono stati respinti dai governi dei Ventisette, che hanno preferito mantenere il testo originario della Commissione. La legge rimane intatta, imponendo obblighi rigorosi alle imprese per garantire che i prodotti immessi nel mercato unico non contribuiscano alla deforestazione globale.

L’accordo finale: niente modifiche, ma un anno in più

Nella serata del 3 dicembre, negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio Ue hanno trovato un’intesa provvisoria che spazza via le modifiche volute dal centrodestra e mantiene soltanto il rinvio di un anno per l’applicazione del regolamento. Ieri, 4 dicembre, la commissione Ambiente del Parlamento ha confermato l’accordo, che attende ora il voto definitivo della plenaria il 17 dicembre a Strasburgo.

Il Ppe, pur uscito sconfitto, ha comunque rivendicato il rinvio e l’impegno della Commissione a valutare misure per semplificare e ridurre gli oneri amministrativi nel contesto della revisione prevista entro il 2028.

Il Consiglio ha ribadito che non ci sarà “nessun passo indietro sulla sostanza” della legge, e la Commissione europea ha sottolineato che gli obiettivi del regolamento rimangono immutati.

Cosa prevede il regolamento sulla deforestazione

Il regolamento, noto come Eudr (Regulation on Deforestation-Free Products), è una delle pietre miliari del Green Deal europeo. Esso vieta l’importazione e la vendita di prodotti legati alla deforestazione e prevede che produttori, trasformatori e commercianti controllino le loro catene di approvvigionamento per assicurarsi che materie prime come olio di palma, legno, carne bovina, gomma e derivati (tra cui cioccolato, mobili e carta stampata) non provengano da aree boschive distrutte.

Le aziende dovranno garantire la tracciabilità delle materie prime, un processo che richiede importanti investimenti in trasparenza e controllo.

Il rinvio di un anno – al 30 dicembre 2025 per le grandi imprese e al 30 giugno 2026 per micro e piccole – è stato concesso per permettere a Stati membri, operatori economici e Paesi terzi di adeguarsi alle nuove regole. La Commissione europea ha definito la misura “un compromesso equilibrato” per garantire prevedibilità e certezza del diritto, evitando di compromettere gli obiettivi del regolamento.

Il Green Deal sotto attacco: il Ppe prepara il secondo round

Dopo la battaglia sulla deforestazione, il prossimo obiettivo del Ppe è il regolamento che impone emissioni zero per i nuovi veicoli entro il 2035. Le case automobilistiche europee, in difficoltà per il calo della domanda di veicoli elettrici, stanno facendo pressione per rivedere gli obiettivi e ridurre le sanzioni previste per chi non rispetta i limiti di CO2.

Il tentativo del Ppe di scavalcare il “cordone sanitario” e cercare voti a destra ha creato nuove fratture nella già fragile maggioranza europeista. Se il Ppe continuerà a cercare voti a destra per indebolire il Green Deal, l’unità del Parlamento europeo potrebbe essere seriamente compromessa. Per ora, però, il Green Deal tiene la sua rotta. La partita, tuttavia, è tutt’altro che chiusa.

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